Sokobos non è un gioco per neofiti; questo è giusto dirlo come primo appunto, in mezzo alla marea di informazioni che andrò a snocciolare piano piano in questa recensione. C’è voluto più tempo del previsto per completarlo, trovandomi bloccata in diversi livelli malgrado io sia una giocatrice abbastanza avvezza ai puzzle game. Perché parliamo proprio di un titolo dove è praticamente obbligatorio completare i vari labirinti propinanti di livello in livello e, benché il gameplay sia semplice, la difficoltà non ha aiutato.
Come suggerisce il nome del gioco, Sokobos si basa sui sokoban: termine giapponese per indicare un prodotto ludico il cui scopo è quello di muovere delle casse in un livello prestabilito. Il primo, tra i tanti videogiochi usciti di fattezze simili, è uscito nel 1982 e da allora sono stati molti gli sviluppatori che si sono ispirati al gioco in questione. In questo caso, il team di sviluppo è Daisy Games (creatori di altri titoli presenti sul mercato) e hanno voluto creare un qualcosa che dovrebbe essere spensierato, godibile in vacanza o in qualsiasi momento della propria giornata.
Invece no, non è stato così, ma nonostante questo il mio parere sul videogioco non è come sto facendo credere; ti conviene continuare a leggere per scoprire i punti a favore di Sokobos, perché non sono pochi.
Sokobos ha ben 60 livelli, tutti da rigiocare all’infinito
Iniziamo subito con ciò che ho apprezzato maggiormente in questo gioco; in Sokobos esistono ben 60 livelli ed è possibile rigiocarli senza spendere denaro virtuale o qualcosa di racimolato durante i livelli. Per me è stata una manna dal cielo, lo devo ammettere, in quanto mi è capitato spesso di incontrare dei videogiochi molto simili in cui le possibilità di riprovare vari livelli era pressoché minima. Per un costo di $4,99, questo ha attirato subito la mia attenzione; inoltre, gli stessi livelli hanno la possibilità di fare le azioni e disfarle ogni qual volta si desidera tornare indietro e provare altre combinazioni. Movimenti che, magari, prima non pensavamo possibili.
Spesso, questa opzione richiede il sacrificio di chissà quale oggetti in gioco o chissà quale altra diavoleria; Aeschylus, il personaggio principale di Sokobos, ha modo di poter compiere un’impresa titanica senza la pressione di dover completare i livelli disponibili alla perfezione e al primo colpo. Ovviamente il primo livello è sempre presente per poter andare avanti correttamente in questa avventura, ma questo è un dettaglio che neanche bisognerebbe dire, no? Ebbene, ho scritto avventura ed è vero: Sokobos presenta una storia.
Ed è anche una storia abbastanza interessante, nonostante non ci siano scene di combattimenti a mezz’aria o effetti speciali degni di nota. Il giovane stabilisce un piccolo patto con gli dei, un accordo che lo costringerà a costruire un tempio dedicato agli dei, da rendere a Zeus come omaggio a quest’ultimo una volta finito. Per compiere l’impresa, le stesse divinità donano al protagonista una forza inaudita, in modo da poter andare avanti con i lavori indisturbato. In cambio di questa magnificenza, Aeschylus vedrà la città del padre fiorente, più grande rispetto a quella che era Atene a quei tempi.
Le novità nei livelli
La storia è praticamente quella e ogni livello è un pezzetto di tempio da finire e costruire. Niente di straordinario, detta sinceramente, ma per ciò che il Sokobos offre penso sia carino offrire anche una storia da seguire. Un obiettivo che non siano solo il completamento dei livelli e basta. Parlando proprio dei livelli, ognuno di loro deve essere portato a termine per andare al successivo e questo è praticamente assodato in ogni puzzle game. Ne ho parlato già in parte durante il paragrafo precedente, ma cosa c’è da aggiungere? Effettivamente ci sono delle informazioni in più da sapere, perché i livelli non ti permetteranno solo di finire la costruzione di questo tempio, ma anche di conoscere delle azioni di gameplay in più.
Non esiste solo la possibilità di spostare le casse o i vasi, ma anche quella di rotearli o di creare qualcosa da zero per poter avere degli aiuti in più nei movimenti. Insomma, più avanti andrai e più ti sentirai libero di poterti muovere all’interno di questi labirinti da risolvere. Forse un po’ troppa libertà, devo essere sincera, perché come ho già accennato ho avuto una discreta difficoltà nel proseguire nella storia. Niente di troppo difficile, in effetti, e l’immagine da risolvere che viene mostrata all’inizio dei livelli aiuta moltissimo; ciò non è stato abbastanza e mi sono impantanata diverse volte, non capendo come poter andare avanti.
Un vero peccato, perché questo fa di Sokobos un titolo non adatto a chi si approccia a questo genere per la prima volta; sicuramente è un gioco molto più adatto a chi già ha navigato in queste acque e può essere una buona sfida per chi non è neanche un giocatore esperto. Il divertimento, comunque, c’è ed è innegabile, specialmente quando il gameplay diventa ricco di cose da tener conto. Specialmente sui tasti (frecce direzionali o i classici tasti WASD) che, in base a quanto vengono premuti, eseguono azioni diverse.
Sokobos è disponibile su Steam
- Sistema operativo: Windows 7;
- Processore: 64-bit;
- Scheda video: Supporto per OpenGL 3.3.
Per poter giocare a Sokobos, ovviamente su PC, dovrai rispettare i seguenti requisiti minimi di sistema. Come puoi vedere, il titolo non richiede grandissimi requisiti; effettivamente l’animazione di questo gioco non è questa gran computer grafica. Eppure, con il suo essere minimal, è riuscito comunque ad impressionarmi e a farmi tornare alla mente i disegni dell’Antica Grecia. Non solo, perché la prima cosa che ho pensato vedendo i vasi esposti nel gioco, è stato proprio Hercules della Disney: film d’animazione uscito molti anni fa e il videogioco uscito per PlayStation One, in cui personalmente ho passato moltissime ore e che potrei rigiocarci a occhi chiusi.
Ovviamente il titolo non ha la lingua italiana; possiede un’unica lingua comune per tutti ed è quella inglese: perfettamente capibile anche da chi non mastica altro oltre al proprio linguaggio base. Niente di troppo complicato, insomma. Sokobos non è un titolo multiplayer e va benissimo così; non ha bisogno di essere giocato da più utenti e non consiglio neanche un’aggiunta del genere in futuro.