Pochi videogiochi possono vantarsi di aver praticamente dato un nome ad un genere. Tra questi il caso più famoso è sicuramente il genere Metroidvania, il quale prende questa nomenclatura dalla fusione tra Metroid e Castlevania, ma questo è solo un esempio, infatti c’è un altro genere, ovvero il Sokoban, il quale in giapponese vuol dire letteralmente “Custode del Magazzino”, dove praticamente dovrai mettere delle scatole o dei blocchi al loro posto per poter sbloccare un qualcosa che ti farà passare al livello successivo. A questa categoria appartiene Sokofrog, un puzzle game creato da Solluco e lanciato sul mercato da Eastasiasoft. Vediamo insieme se si tratta di qualcosa che potrebbe stuzzicare il tuo fine palato da videogiocatore.
Una rana che sposta le casse
Siamo di fronte ad un gioco semplice che ricorda un titolo uscito su Nintendo NES sia nella grafica, ma anche nel concept. Mi riferisco a Lolo, opera che ti metteva nei panni di una pallina blu che doveva scalare una torre per salvare la sua amata. Per farlo doveva attraversare diversi livelli, i quali nascondevano insidie e oggetti da spostare nei punti giusti, per sbloccare una porta oppure trovare una chiave. Sokofrog è alla base la stessa identica cosa, ma manca del fattore trama che ci poteva stare benissimo. Peccato, perché sarebbe bastata anche una storiella creata in 5 minuti per dare un senso al tutto.
Si scrive Sokofrog, si legge Sokoban
Come avrai ben capito leggendo qui sopra, in Sokofrog l’obbiettivo principale è quello di spostare delle casse nei punti giusti. Per punti giusti intendo caselle che magari hanno lo stesso disegno del blocco che sposti. Ovviamente queste non sono messe a casaccio e dovrai utilizzare la tua materia grigia per poter passare il livello e arrivare alla fine.
Gli stage totali sono ben 150 e vanno in ordine crescente di difficoltà, quindi se i primi livelli serviranno semplicemente come tutorial per farti le ossa, la vera sfida ti si proporrà più avanti. Per spostare queste casse, potrai utilizzare solo lo stick analogico, non ti servirà altro, ma nel caso dovessi bloccarti in qualche punto e volessi ricominciare daccapo, non c’è problema, ti basterà premere il tasto reset, per rimettere tutte le casse al loro posto e riprovare il livello.
Sokofrog è questo, niente di più e niente di meno. Non ci saranno nemici a bloccare il nostro cammino e la difficoltà di spostare gli oggetti nelle caselle sarà data solo da degli ostacoli ambientali come ad esempio: blocchi inamovibili, foglie di ninfee che spariranno al nostro passaggio, spuntoni, pavimenti ghiacciati oppure zone oscurate che si illumineranno al tuo passaggio.
Peccato che una volta finito il gioco, non ci sarà molto altro da fare, visto che Sokofrog non ti premia con un sistema di punti oppure le tanto abusate stelle, semplicemente una volta portati a termine i 150 livelli potrai ricominciare dall’inizio. E nemmeno lo sbloccare delle skin per il protagonista da ulteriore longevità al titolo, perché queste non aggiungono nulla a livello di gameplay, ma saranno solo una questione estetica.
Tecnicamente nostalgico
Graficamente Sokofrog è quanto di più nostalgico tu possa pensare con una grafica dall’alto che ricorda i vecchi titoli usciti nell’era a 16 bit. Tutto molto pulito, con una schermata fissa che ti da una chiara visione di tutto lo stage per poter pianificare le tue mosse.
Anche da un punto di vista dell’audio ti sembrerà di giocare con un Super Nintendo piuttosto che con una Nintendo Switch, visto che le musiche di accompagnamento, come anche gli effetti ambientali saranno in linea con il mood retrò del titolo.