Song in the Smoke è un nuovo titolo in realtà virtuale di avventura e sopravvivenza, che immerge il giocatore in una misteriosa ambientazione preistorica popolata da belve feroci e nel quale dovremo cercare di sopravvivere trovando del cibo, costruendo armi e ripari sicuri per affrontare il freddo e la notte. Il fattore realtà virtuale per Song in the Smoke gioca davvero a favore del titolo in quanto riesce a far gravare in “prima persona” la sopravvivenza del protagonista, grazie a una ambientazione immersiva e ampio spazio decisionale su come proseguire nell’avventura.
Song in the Smoke: storia e ambientazione
Ci svegliamo ai margini di quella che sembra una foresta, da una particolare e misteriosa creatura che si erge di fronte a noi; un gigantesco corvo dal piumaggio scuro come la pece, che gracchia insistentemente da tutte e tre le sue teste. Appena alza la sua postura notiamo con stupore che le sue stranezze non sono finite; sul suo sterno c’è un volto di sembianze umane il quale sembra volerci parlare. Ci mettiamo in piedi; la creatura non sembra intimorita da noi, ma molto incuriosita. Gracchia ancora e ci fa capire che dovremo seguirla.
A piccoli movimenti per lui, ma più lunghi per noi vista la differenza di stazza, iniziamo a seguire i suoi movimenti. Sembriamo trovarci in una fitta foresta, attraversata da piccoli fiumiciattoli e munita di una rigogliosa vegetazione. Il silenzio viene solo spezzato dal gracchiare del corvo e da altri suoni emessi dalle creature che al momento non riusciamo a vedere, ma che al contrario ci osservano dall’ombra.
La misteriosa e gigantesca creatura ci conduce fino a un bagliore violaceo il quale, una volta avvicinati, si mostrerà sotto forma di una pietra. Una volta toccata, questa inizierà a risuonare con altre situate all’interno della foresta; il corvo continua a gracchiare, ancora più insistentemente. Probabilmente vuole che che le troviamo tutte.
Senza nessun testo (eccezione fatta per i tutorial), Song in the Smoke riesce già da queste primissime battute a immergerci nel suo mondo, una tanto affascinante quanto pericolosa e primordiale era preistorica che ci vedrà attraversare diversi biomi composti da rigogliose foreste ad antiche vallate, passando per gelide vette innevate, in cerca di risolvere il mistero della canzone nel fumo.
Song in the Smoke: la sopravvivenza alla base di tutto
Durante i nostri primi passi nel gioco, verremo istruiti tramite un esaustivo tutorial, sulle meccaniche di base che compongono il fattore sopravvivenza di Song in the Smoke. A parte il poterci muovere e arrampicare in giro per gli ambienti, dovremo anche utilizzare le nostre mani per raccogliere le diverse risorse che troveremo in giro. Questo avviene in maniere più comoda rispetto altri titoli in realtà virtuale: difatti non sarà necessario chinarsi per raccogliere gli oggetti in terra, ma verremo coadiuvati da una specie di telecinesi con tutte le limitazioni del caso.
Una volta raccolte un po’ di risorse, le quali inizialmente consisteranno solamente in pietre, ossa e rami, passeremo al creare qualcosa di utile per la sopravvivenza. Con un osso robusto potremo battere una piccola pietra per farle prendere una forma più appuntita e, una volta ottenuto questo risultato, attaccando la punta su un piccolo pezzo di legno otterremo un coltello primitivo. Il coltello a sua volta ci spalancherà la strada a tantissime nuove creazioni: tagliare o modellare il legno, preparandolo per il fuoco o per ospitare una punta, saranno solo alcune delle opzioni che avremo a disposizione.
Il sistema di creazione è stato diviso seguendo un sistema di dimensioni. Un ramo molto robusto sarà l’ideale da intagliare in modo che possa ospitare una grossa pietra e diventare quello che può essere considerato a tutti gli effetti un martello primitivo, ma non potrà essere utilizzato per creare frecce o impugnature per i coltelli, così come le pietre più piccole possono diventare punte per coltelli e frecce ma non saranno utilizzabili per altro.
Un discorso a parte viene fatto per gli intrugli curativi, antidoti e miscele varie. Una volta raccolte le erbe richieste, dovremo macinarle usando il nostro mortaio e pestello rudimentale, fino a renderle poltiglia e poterle bere. Ci saranno diverse tipologie di erbe e ognuna con effetti particolari.
Occhio ai parametri
Song in the Smoke basa la sopravvivenza del personaggio su alcuni parametri principali, già visti in titoli survival: calore corporeo, fame e stanchezza. Il calore corporeo tenderà ad abbassarsi durante la notte, se staremo immersi nell’acqua per periodi prolungati o in presenza di climi più rigidi. Potremo contrastare questo fattore soprattutto accendendo dei fuochi, i quali serviranno come checkpoint per salvare il gioco e sia per scaldarci che per dormire e riposare, recuperando così dalla stanchezza accumulata, oppure grazie a pozioni create con erbe riscaldanti.
La fame la placheremo nel più rudimentale e ovvio dei metodi; mangiando. Il cibo sarà di diverso genere; passeremo dai frutti della terra raccolti in giro che alla carne delle nostre prede cucinate sul fuoco.
Song in the Smoke e la catena alimentare
Nel titolo, come avrai capito, saranno presenti diverse belve che potrebbero essere sia i nostri predatori che le nostre prede; il tutto starà a come vorremo agire noi. Avremo la possibilità di nasconderci da loro nell’erba alta, oppure usare quest’ultima a nostro vantaggio per tendere una imboscata.
Qui si entra proprio nel vivo di quello che Song in the Smoke vuole offrire al giocatore, ovvero metterlo di fronte alla domanda “adesso cosa faccio?”, lasciandogli anche una quasi totale libertà di azione. Cosa ne faremo della legna a nostra disposizione? Ci servono frecce oppure la utilizziamo per far durare il fuoco tutta la notte? Una belva e nascosta nella vegetazione, cerco di nascondermi oppure la affronto per ricavare cibo e altre risorse? Tante scelte e tante opzioni, delle quali alcune saranno migliori di altre, e tutte avranno come fine ultimo la nostra sopravvivenza.
Tecnicamente parlando
Song in the Smoke si presenta graficamente ben fatto e i vari ambienti riescono a circondare e immedesimare sin da subito il giocatore non appena indossa il caschetto. Peccato però che alcune parti dei vari biomi siano meno curati di altri, con molti meno oggetti e dettagli grafici. Molto particolare anche la caratterizzazione delle creature.
Il comparto sonoro si integra perfettamente con la natura survival del gioco; parecchie volte non riusciremo a vedere le belve in agguato, ma riusciremo ad accorgerci della loro presenza grazie ai rumori emessi muovendosi nella vegetazione o ai propri versi se pur leggeri. Questo metterà il giocatore in condizione di rimanere sempre in allerta non solo con gli occhi ma soprattutto con le orecchie.
I controlli e il gameplay sono un altro punto veramente favorevole di Song in the Smoke, i quali risultano essere davvero immediati ma soprattutto precisi, anche durante l’utilizzo dell’arco.
Durante le ore trascorse a cercare di sopravvivere nel mondo primitivo di Song in the Smoke non ho riscontrato nessun bug.