In un periodo in cui i giochi Horror faticano ad emergere dal mercato, anche a causa di un sovraffollamento del genere, Song Horror punta su un approccio in cui l’atmosfera la fa da padrone, e non c’è titolo migliore da recensire in prossimità di Halloween.
Storia
Il fulcro di questa storia è un carillon, punto zero delle manifestazioni di un’entità di un altro mondo. Il carillon è un regalo di un antiquario ad un suo caro amico, un famoso scrittore, che svanisce misteriosamente poco dopo. Ad indagare per conto dell’editore, sulla scomparsa della punta di diamante della casa editrice, ci penserà Daniel personaggio con cui giocheremo i primi minuti del prologo, e che porteremo inesorabilmente ad essere “inghiottito” dalla casa ormai maledetta dello scrittore.
Da qui parte la storia di Song of Horror, che vedrà più o meno personaggi avvicendarsi, a seconda della nostra bravura, nel corso dei primi due capitoli disponibili per questa storia.
Gampelay
Song of Horror si compone, per ora, di due episodi, tutti della durata complessiva di circa cinque ore, a seconda della nostra bravura e del nostro intuito. Prima dell’inizio di ciascuna delle sezioni, dovremo scegliere uno dei quattro personaggi disponibili che si differenziano per diverse caratteristiche, influenzando teoricamente il modo di giocare. Una persona con un valore alto alla forza, riuscirà a fronteggiare più facilmente quelle situazioni in cui dovremo tenere, per esempio, una porta bloccata per impedire alla creatura di raggiungerci; un personaggio con alti livelli di furtività sarà facilitato nel nascondersi, e via dicendo per le altre caratteristiche. Ovviamente ogni giocatore sarebbe portato a scegliere il personaggio con le caratteristiche più alte possibili, lasciando sempre da parte gli altri, ma è qui che arriva l’idea vincente di Song of Horror. Gli sviluppatori hanno inserito una meccanica molto semplice quanto geniale: la permadeath, quindi ogni personaggio può morire in qualsiasi momento, ed il gioco ci chiederà di selezionarne un altro, e lo porterà sulle orme del nostro precedente avatar grazie a una piccola introduzione di trama, costringendoci così a variare il nostro approccio al gameplay in base alle caratteristiche migliori del personaggio che stiamo muovendo.
Sfortunatamente, tuttavia, alcune decisioni sembrano diminuire il potenziale di questa soluzione: gli attacchi della suddetta forza oscura si manifestano in tre modi diversi: l’entità può cercare di sfondare una porta con la forza, e starà a noi bloccarla con un quick time event ridicolmente semplice anche alle difficoltà più elevate; potremo incontrare un demone cieco che andrà evitato trattenendo il respiro e muovendo il mouse secondo le istruzioni sullo schermo fino a quando la creatura non se ne sarà andata, oppure vedremo l’intera ambientazione “riempirsi” di oscurità, e dovremo velocemente nasconderci per non farci individuare: una volta nel nascondiglio, dovremo calmare i battiti del nostro cuore per evitare di morire di terrore. Purtroppo questa ultima soluzione di gameplay risulta estremamente difficile e snervante indipendentemente dalla caratteristica calma del personaggio, questo perché dovremo cliccare sull’icona del cuore, a tempo con i nostri battiti cardiaci, il problema però è il doversi affidare unicamente all’udito, senza nessuna indicazione grafica a schermo, il che non ci permetterà di capire se il cuore rallenterà al prossimo battito o no, costringendoci involontariamente all’errore, e quindi al conseguente ripetersi della sequenza.
Per quanto riguarda l’esplorazione invece, il titolo riprende il classico sistema di inquadrature fisse che ha reso celebri giochi come Resident Evil e Silent Hill, scelta estremamente azzeccata, che crea un senso di ansia costante al giocatore per le zone che rimangono fuori dalle inquadrature, e in cui non sappiamo cosa vi sia. Inoltre, dallo stesso tipo di giochi viene mutuata anche la ricerca di oggetti in una catena che ci porta via via in varie ambientazioni della casa, costringendoci ad attraversare in lungo e in largo le ambientazioni, con la paura di cadere preda della creatura, nel cassico sistema: per quella porta serve una chiave, che è nascosta in un cassetto bloccato, il quale dovrà essere aperto con del lubrificante, e via dicendo.
Grafica e Sonoro
Sotto il punto di vista grafico Song of Horror punta molto sull’atmosfera della casa stregata, dalla vecchia libreria, alle cantine, persino il salotto, tutti i luoghi sono stati creati con una grande attenzione per i dettagli, con texture estremamente definite e piacevoli effetti di luce. Qualche cenno alle animazioni dei personaggi, ben realizzate durante i movimenti, ma pessime per quel che riguarda le espressioni facciali, che per fortuna vedremo poco durante la nostra avventura.
La grafica, combinata con un audio suggestivo, crea un’atmosfera cupa, che può competere praticamente con qualsiasi gioco ad alto budget. L’orrore è palpabile ogni volta che l’entità si manifesta e rende il tutto sempre ansiogeno.
Conclusioni
Qualsiasi fan dell’Horror sarà sicuramente disposto a chiudere un occhio su alcune carenze di Song of Horror, perché il titolo rimane comunque un buon gioco, realizzato con cura e in grado di restituire forti emozioni se giocato nel mood adatto.