Song of Nunu: a League of Legends Story è un platform 3D che sembra ispirarsi parecchio ai classici del genere, ma è anche uno spin-off single player del famosissimo MOBA della cui scena competitiva parlo regolarmente su iCrewPlay ogni settimana. Negli ultimi anni, infatti, la proposta di Riot Games si è allargata parecchio.
Di tutte le vare branche di Riot Games nate negli ultimi anni, Riot Forge è stata indubbiamente quella più interessante visto che si è concentrata su giochi single player che espandessero la lore di League of Legends. Purtroppo è stata anche quella dalla durata più breve visto che ne è stata da poco annunciata la chiusura.
Va anche detto che è una scelta comprensibile perché almeno due giochi su quattro, Ruined King e CONV/RGENCE, hanno creato non pochi problemi al reparto narrativo di Riot per far tornare tutto. L’approccio era interessante, ma forse troppo complesso visto che lo sviluppo dei giochi veri e propri era affidato a studi esterni.
Probabilmente il guadagno in vendite non valeva la spesa. Tornando però a Song of Nunu, questo già promette bene perché è opera di Tequila Works, studio indie dietro la realizzazione di Rime. Inoltre la lore su Nunu e Willump è così poco sviluppata che è impossibile fare macelli. Vediamo che cosa ne è venuto fuori.
Song of Nunu – Un viaggio nel cuore del Freljord
Song of Nunu riprende proprio da quel poco che sappiamo di Nunu e Willump grazie a League of Legends e alle poche storie a loro dedicate. Nunu è un bambino Notaj, membro di una tribù famosa per le canzoni e le tradizioni musicali. Durante un assalto dei briganti alla sua carovana, sua madre Layka è scomparsa nel nulla.
Per cercarla Nunu si è coraggiosamente avventurato nel Freljord, una terra fredda, inospitale e pericolosa. Qui vagando ha incontrato l’ultimo degli Yeti, Willump. Questa razza teoricamente era estinta per ragioni misteriose, ma le leggende narrano che fossero creature potentissime, le uniche capaci di generare il Vero Ghiaccio.
I due hanno fatto velocemente amicizia, con Nunu ignaro della reale importanza di Willump e delle vere potenzialità del Vero Ghiaccio. Nell’estremo nord, infatti, una delle tre sorelle, la strega dei Ghiacci Lissandra, lo ha usato per sigillare il temibile Vuoto, ma piano piano questo sta venendo corrotto e diventando Ghiaccio Oscuro.
Nunu e Willump hanno però un solo scopo, trovare Layka. All’inizio del gioco questa appare in sogno al bambino dicendogli che solo trovando il Cuore del Blu nella Montagna Alata, potrà ritrovare anche lei. I due partono così all’avventura ignari dell’epica impresa che si pone davanti a loro, una da cui dipende il destino di Runeterra.
Se leggendo questa storia ti è venuto in mente qualche film d’animazione Disney, beh, sappi che l’atmosfera ricercata da Song of Nunu è proprio quella. Un’atmosfera che riesce a ricreare in pieno, senza mai scadere nel ridicolo. Nunu è un bambino, ma il mondo intorno a lui è adulto, pericoloso e pieno di misteri. Il Freljord non è mai stato così vivo.
Song of Nunu – Un platform 3D vecchia scuola con un twist
A livello di gameplay, Song of Nunu è un vero e proprio platform 3D vecchia scuola, un po’ come lo erano Gex, Banjo-Kazooie, Jak & Daxter, Spyro e così via. Di base nel gioco non bisogna fare altro che esplorare le varie aree, scoprendo nuovi percorsi e avanzando così nella storia. Ovviamente non mancano segreti e luoghi nascosti.
Se il pulsante più importante è quello per saltare, ci sono tutta un’altra serie di comandi legati a quanto altro Nunu e Willump possono fare. Molto del gioco si basa infatti sulla collaborazione tra i due, con aree che andranno affrontate guidando il solo Nunu e altre che verranno attraversate insieme, con il bambino a cavallo dello Yeti.
Solo quando saremo in groppa a Willump potremo effettivamente combattere i molti pericoli del Freljord, altrimenti la nostra soluzione sarà sempre quella di fuggire. Song of Nunu ha comunque un grosso focus sulla componente puzzle e, per quanto non manchino gli scontri, la maggior parte del tempo lo passerai a risolvere enigmi.
Per superarli dovrai ovviamente fare affidamento su Willump per alcuni passaggi e qui arriva il primo problema. Pur non essendo volutamente ribellino come un Trico di The Last Guardian, Willump tende spesso a fare quello che vuole o a metterci molto tempo a interagire, al punto che a tratti la cosa può essere frustrante.
Di sicuro non aiuta neanche la telecamera. Ho visto di peggio in alcuni platform 3D, è vero (Yooka-Laylee, mi senti?), ma allo stesso tempo anche qui ogni tanto mi ha ingannato. Va detto che i puzzle di per sé rappresentano anche una bella sfida per il giocatore, ma questo per me è più un pregio che un difetto. La difficoltà non è mai esagerata.
Oltre al salto, gli altri due comandi fondamentali sono quelli che si possono usare sia quando Nunu è da solo che in groppa a Willump. Il primo è la possibilità di tirare una palla di neve che, se si è sopra lo Yeti, può anche essere potenziata per congelare il ghiaccio. Il secondo invece permette di suonare il flauto magico di Nunu.
Questo infatti, grazie al Vero Ghiaccio con cui è stato riparato, può influenzare le rune magiche di cui è cosparso il Freljord, permettendoci così di attivare meccanismi e effetti magici utili per raggiungere i nostri scopi. Anche se il tutto può sembrare complesso a parole, in realtà nella pratica è molto intuitivo e semplice da usare.
Non mancano sezioni in stile minigioco, come quando Willump ci sfida a una battaglia a palle di neve, una gara o quando ci troviamo a scivolare lungo un’enorme discesa sulla sua pancia. Una cosa davvero fastidiosa sono invece i punti che, senza preavviso, bloccano il backtracking, rendendo impossibile tornare indietro a esplorare tutto.
Una volta finito il gioco, è possibile ripetere un capitolo per cercare quanto perso dei tre collezionabili (murali, poro e canzoni), ma allo stesso tempo è scomodo non avere almeno un avviso. Inoltre Nunu e Willump sono particolarmente “scivolosi” e tenderanno a cadere dalle sporgenze se sono sul bordo. Ogni caduta in acqua riporta all’ultimo checkpoint.
Song of Nunu – Degno delle migliori produzioni d’animazione
Sulla direzione artistica di per sé c’é davvero poco da dire. L’impatto visivo iniziale è ottimo e sembrerà davvero di star giocando un qualche videogioco ispirato a un film d’animazione di primo livello. Non c’é tanta cura nel dettaglio delle ambientazioni, ma gli effetti, soprattutto quelli di luce, sono ottimi. E’ facile rimanere incantati.
Purtroppo la grafica di per sé non è certo all’altezza di una PlayStation e si vede che il gioco inizialmente era stato pensato solo per Steam e Nintendo Switch. Onestamente su uno schermo mediamente grande è impossibile non notare quanto siano spoglie le aree e le numerose imperfezioni presenti nel panorama.
Questa sensazione di vuoto si ha un po’ anche nel level design, con le varie aree che sono abbastanza lineari, soprattutto nei punti dove non ci sono puzzle o segreti nascosti. La stessa lieve mancanza di cura non è presente se si guarda solo al comparto sonoro, d’altronde che ti aspetti da un gioco che si chiama Song of Nunu?
Non solo i rumori di gioco e la soundtrack sono perfette, ma tutti i personaggi sono doppiati con le stesse voci che hanno in League of Legends, cosa che aiuta a tenere una certa linearità nei fan e, inoltre, permette di avere un doppiaggio ottimo in praticamente qualsiasi lingua, italiano compreso. La sensazione è quella di star giocando qualcosa di importante.
Song of Nunu – Una canzone che resterà a eterna memoria
Tirando le somme della nostra recensione su Song of Nunu, metto subito le mani avanti. Fino a ora io ho giocato e apprezzato tutti i titoli Riot Forge e personalmente questo è quello che ha saputo conquistarmi e divertirmi più di tutti, piazzandosi poco sopra quella fantastica perla che è il jrpg a turni, Ruined King, il primo a uscire.
Non è un gioco perfetto, ma riesce a sorprendere con le sue atmosfere, il suo gameplay fluido, il suo livello sfida e la profondità di una lore che ha praticamente colto impreparata tutta la community. All’annuncio questo sembrava il gioco più debole e forse proprio per questo è stato quello che più ha centrato il bersaglio.
Song of Nunu: a League of Legends Story è già disponibile per Steam e Nintendo Switch mentre uscirà a giorni per PlayStation 4 e PlayStation 5. Una decisione presa proprio per l’incredibile successo di critica che il titolo ha ricevuto, tuttavia resto dell’idea che la Nintendo Switch sia la migliore piattaforma su cui giocarlo.
Con Song of Nunu ci avviciniamo al tramonto di Riot Forge. Manca infatti solo Bandle Tale. Sono davvero triste che non escano più giochi single player ambientati a Runeterra e spero che Riot Games, pur abbandonando l’idea di svilupparli all’esterno, ci dia modo di esplorare meglio la lore di questo incredibile mondo con proposte simili.