Dopo il discusso Sonic Frontiers dello scorso anno, il Sonic Team si è trovato ad immaginare il futuro della serie dedicata al riccio più celebre dei videogiochi; ascoltando anche il parere dei fan, Takashi Iizuka e i suoi hanno ripescato le idee alla base di Sonic Mania, riproponendo dunque la formula classica, sia pure aggiornata nella sua veste grafica e con l’introduzione di qualche novità.
Curiosamente, ancora una volta si riproporrà un duello tipico dei primi anni ’90 che vedrà combattere Mario e Sonic per il primato sulle nostre piattaforme; un duello che non è più quello raccontato nel bellissimo Console War scritto da Blake Harris e che racconta della nascita di Sonic e della battaglia, specie su suolo statunitense tra i due colossi dei videogame, ma che rimane interessante. E sopratutto porta in dote ai giocatori due titoli piacevoli.
Corri ragazzo laggiù
Come sempre, anche in Sonic Superstars, il protagonista e i suoi amici se la dovranno vedere con il Dottor Eggman; stavolta il malvagio scienziato si trova sull’arcipelago selvaggio delle North Star Island, dove intende schiavizzare gli animali presenti e trasformarli in robot ai suoi ordini.
Come sempre, il suo intento è quello di recuperare gli Smeralfi del Caos con cui poi conquistare il mondo e per riuscire nel suo intento malefico, stavolta il buon dottore di avvale della collaborazione del cacciatore di taglie Fang e della lucertola Trip.
Anche Sonic, ovviamente, non è da solo: con lui ci sono i componenti della sua squadra ovveroTails, Amy e Knuckles.
Gameplay di Sonic Superstars
La storia, in questo come negli altri capitoli della serie, è un semplice espediente per il sempiterno scontro tra Sonic ed Eggman, lungo i 12 livelli che compongono l’avventura. Ognuno di essi è costituito da più parti, definite atti: normalmente 2, con boss battle finale, ma alcuni possono essere un po’più lunghi.
Si tratta di ambientazioni completamente nuove, ma che in alcuni casi omaggiano i livelli classici come la Green Hill Zone o la Casinò Night Zone dei primi due capitoli.
La qualità dei livelli è complessivamente alta, così come il livello di sfida, tuttavia non mancano zone rivedibili anche dal punto di vista del gameplay.
Alcuni dei quadri che dobbiamo affrontare verso la fine del gioco sembrano meno ispirati e inseriti più per far numero che altro, anche se non si può parlare di livelli pessimi toutcourt; più in generale la giocabilità dei livelli è eterogenea, con livelli semplici e rapidi da affrontare, ma la cui struttura ci consente di raccogliere tutti i bonus disponibili ed altri in cui il ritmo viene costantemente spezzato, inficiando quindi la formula classica di Sonic.
Da sempre, come sicuramente saprai, i giochi di Sonic vanno affrontati alla massima velocità possibile, cosa impossibile se dovremo fermarci per calcolare bene dei salti o interagire in un certo modo con l’ambiente circostante. Gli elementi bonus da trovare all’interno del livello sono principalmente due: i già citati Smeraldi del Caos e delle medaglie, per ottenere i quali dovremo affrontare dei minigiochi speciali.
Nel caso delle medaglie potremo raccoglierle sia completando una riuscita riedizione dei labirinti semoventi del primo Sonic (5 per minigioco) oppure raccogliendo 100 anelli o ancora trovandoli in punti nascosti delle mappe.
Lo scopo di queste medaglie è quello di utilizzarle come moneta in game per acquistare i pezzi con cui comporre dei robot da utilizzare in apposite battaglie online, ideate con lo stile di Smash Bros e che, sinceramente, lasciano il tempo che trovano. A maggior ragione che la gestione dei pezzi non è esaltante e ci obbliga a riacquistare alcuni elementi, come il colore, più volte a seconda della parte del robot su cui dovremo utilizzarla.
Leggermente più frustrante invece la raccolta degli importantissimi smeraldi: tramite un portale costituito da un anello gigante verremo catapultati in una dimensione apparentemente senza gravità in cui Sonic dovrà aggrapparsi a dei bersagli fluttuanti mentre lo smeraldo vaga senza direzione ben precisa.
Quindi ci troviamo a volteggiare come un inesperto Spider-Man azzardando volteggi che ci avvicinino più possibile all’obiettivo, cercando allo stesso tempo di passare attraverso i punti che ci concedono preziosi secondi in più o ci catapultano un po’ più distante.
Teoricamente, raccogliere gli Smeraldi del Caos (7 in totale) è molto importante dal momento che ci conferiscono dei poteri extra, utili nello svolgimento dell’azione.
Ogni smeraldo ha dunque una sua particolarità, che sia quello di fuoco che ci trasforma in una palla infuocata pronta a balzare nella riezione prescelta oppure ci rende liquidi, superando la classica avversione del protagonista nei confronti dell’acqua, andrebbero raccolti tutti cosa tuttavia non semplice.
Questo perchè il portale è attivabile una volta sola per livello e se non riusciramo nell’impresa, lo smeraldo è perso per sempre (a meno ovviamente di ricominciare tutto). Va comunque detto che il gioco è ampiamente completabile anche senza utilizzarli e che spesso, nella foga di procedere, ce ne dimenticheremo senza troppi rimpianti.
Avendo una formula “classica”, l’importante è comunque concludere i livelli che terminano invariabilemente con una boss battle: la prima è sempre contro un robot che contiene un povero animale al suo interno, mentre la seconda ci vede contrapposti ad una diavoleria del Dr.Eggman.
I boss sono forse l’unico elemento davvero poco armonioso del titolo: se quasi tutte le creazioni sono una gioia per gli occhi, affrontarle non è sempre piacevole allo stesso modo. Alcuni scontri funzionano alla perfezione e sono ben bilanciati, altri invece sono inutilmente complessi (spesso divisi in più parti che dovremo riaffrontare in caso di morte) e cervellotici nel loro svolgimento.
La rigiocabilità del titolo è garantita dalla presenza degli altri personaggi che con le loro caratteristiche uniche, come le code volanti di Tails oppure i pugni di Knuckles, ci consentiranno di scoprire nuovi percorsi all’interno dei livelli variando leggermente l’azione.
Se il gameplay funziona in single player, il caos si impadronisce della modalità multigiocatore (solo offline): questo perchè il gioco mantiene fondamentalmente la stessa impostazione della campagna per giocatore singolo, solo allontanando leggermente la telecamera.
Diventa quindi impossibile capire quali dei giocatori stia seguendo, la logica vorrebbe che fosse quello più a destra ma per il gioco non è così, creando un immensa confusione che fa si che il giocatore più lontano venga costantemente teletrasportato più vicino all’azione.
Considerato che parliamo di un gioco in cui la velocità è un elemento importantissimo, in questo modo l’esperienza di gioco è tutt’altro che esaltante.
Immancabile, a completare il tutto, la modalità a tempo in cui l’unica cosa da fare sarà terminare i livelli nel minor tempo possibile, in puro stile Sonic.
Segnali di Stile: audio e grafica
In Sonic Superstars abbiamo un riuscito esempio di grafica in 2.5D, con una riuscita fusione tra elementi in tre dimensioni e gameplay 2D.
La palette ultracolorata e il level design costituiscono un piacere per gli occhi del giocatore, insieme ad un riuscito omaggio alla tradizione della saga.
Lo stesso design di Sonic omaggia i primi classici capitoli della serie. Trattandosi di un titolo comunque graficamente semplice, va detto che tanto la versione per Xbox Series S/X che quella per Xbox One sono sostanzialmente uguali.
Anche il sonoro è piacevole, con le musiche e gli effetti sonori a cui tutti noi siamo affezionati e che sono familiari a chiunque abbia giocato in vita sua con Sonic.