Al giorno d’oggi il mercato videoludico digitale si sta facendo strada sempre più rapidamente, a conferma di questa tendendenza ci sono ben due console di nuova generazione: Xbox Series S e, soprattutto, PlayStation 5 Digital Edition, entrambe prive di lettore e quindi prive della possibilità di leggere videogiochi su supporti fisici come i blu-ray.
Il successo del formato digitale nasce dalla sua immediatezza, nessuna fila in negozio o attesa spasmodica del corriere, e in un’ottica ecologista segna anche un bel sollievo per l’ambiente, elimininando del tutto la catena di distribuzione e il plasticosissimo packaging di ogni singola copia. Eppure, uno degli aspetti più controversi del digitale è sempre stato il costo, che a meno di particolari promozioni eguaglia il prezzo della copia fisica.
Per fortuna, vengono in soccorso dei giocatori siti come Instant Gaming, che vendono chiavi di gioco a prezzi decisamente convenienti, anche in fase di pre-order digitale. Da qualche anno però i colossi del settore stanno chiudendo le porte con decisione a retailer di questo genere, appena un anno fa Nintendo ha impedito a questi store di vendere chiavi di giochi di titoli fisrst-party, in casa Sony invece il rifiuto è decisamente più “antico” e deciso.
PlayStation Store sotto accusa: i prezzi sono gonfiati?
Stando a un report di Bloomberg, Sony deve prepararsi al più presto ad affrontare una causa legale che vede il suo PlayStation Store contro i giocatori stessi. Gli utenti infatti costituirebbero costantemente una parte lesa commercialmente parlando, dal momento, dal momento che il monopolio delle chiavi di gioco esercitato dal PlayStation Store permette a Sony di sovrapprezzare i software e venderli a prezzi che arrivano fino al 175% del valore effettivo.
Non avendo alternative, i giocatori che desiderano acquistare, per un qualsiasi motivo o per necessità in caso di PlayStation 5 Digital Edition, devono necessariamente sottostare ai prezzi del PlayStation Store (che per onestà intellettuale, va detto, propone spesso offerte interessanti). Attualmente, la denuncia è già partita da un gruppo di consumatori americani, ma la risposta ufficiale di Sony tarda ad arrivare.
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