Sony ha recentemente confermato l’acquisizione di Housemarque, la software house che ha sviluppato Returnal. L’azienda nipponica, oltre allo studio che ha lavorato una delle ultime esclusive di PlayStation 5, ha lasciato trapelare una possibile acquisizione di Bluepoint Games, lo studio di sviluppo che ha restaurato Demon’s Souls e Shadow of the Colossus.
Hermen Hulst, dirigente di PlayStation Studios, ha rivelato grazie a una recente intervista alcune informazioni interessanti riguardanti i criteri secondo i quali Sony decide se acquisire o meno un team. Il paragone con altre importanti compagnie leader nel settore, come ad esempio Microsoft, secondo Hulst non sussiste.
Sony manterrà un’alta soglia di ingresso per integrare le software house in PlayStation Studios
La compagnia di Redmond sta infatti seguendo una politica che mira al possesso esclusivo delle case di sviluppo. Lo dimostra la discussa acquisizione di ZeniMax Media, un affare da 7,5 milioni di dollari che si porta dietro software house del calibro di Bethesda, id Software e Arkane Studios. Senza contare gli anni precedenti, periodo in cui Microsoft ha rimpolpato gli Xbox Game Studios con Rare, Obsidian e Ninja Theory.
Sony invece preferisce avere lunghi contratti di collaborazione esclusivi, i cosiddetti studi second party. Per quando riguarda l’acquisizione di ulteriori software house preferisce centellinare le offerte, ponderando ogni scelta in questo ambito, puntando più alla qualità intrinseca dei singoli gruppi che alla quantità.
Possiamo infatti notare la crescita di Guerrilla Games e Insomniac, la maturità raggiunta da Naughty Dog, la rinascita di Sucker Punch Productions e la voglia di reinventarsi mostrata da Santa Monica Studio. Solamente questi esempi bastano per capire quale strada sta cercando di intraprendere la compagnia giapponese negli ultimi anni.
Per decretare il vincitore il questa generazione videoludica è ancora molto presto, non ci resta che aspettare e verificare con mano quale tra queste due strategie avrà la meglio.