Sony e le altre aziende coinvolte
Sony si è aggregata a tante altre grandi corporazioni come Microsoft, che hanno deciso di revocare temporaneamente la loro collaborazione col gigante Facebook per mostrare la loro solidarietà per la campagna #StopHateForProfit. Campagna che è intesa a pressare Facebook nell’intraprendere azioni più forti nei confronti della proliferazione di messaggi d’odio sulle piattaforme già citate.
La campagna #StopHateForProfit interessa tante aziende di tanti generi diversi. Infatti, qui di seguito troverai una piccola lista di nomi famosi che hanno già deciso di partecipare all’iniziativa:
- Adidas
- Best Buy
- Colgate-Palmolive
- Dashlane
- Epitaph Records
- Ford
- Go Camping
- Greater than Games
- Gruhn Guitars
- Habitat for Humanity
- Honda
- InVision
- Levi’s
- Mozilla
- National Wildlife Federation
- Patagonia
- Patreon
- Puma
- Reebok
- The North Face
- Vans
- Viber
- Volkswagen Group
Come puoi notare, in questo piccolo estratto ci sono tanti nomi di spicco della produzione tessile, automobilistica, digitale e chi più ne ha più ne metta.
Con i venti di ribellione e di denuncia di tutti gli atti di razzismo che stanno scuotendo l’America e di riflesso tutta l’Europa, la campagna spera di poter annoverare sempre più inserzionisti pronti ad abbandonare, seppur per un tempo limitato, la comoda vetrina di Facebook in ragione di un bene maggiore.
L’iniziativa nasce dall’associazione Color of change, che sul sito sprona i propri seguaci e gli interessati a mandare un messaggio a Facebook. “Un messaggio potente che dica chiaramente che i profitti non varranno mai la pena di promuovere l’odio, il bigottismo, il razzismo, l’antisemitismo e la violenza”.
Finora purtroppo il CEO Mark Zuckerberg si è dimostrato molto riluttante ad implementare un qualsiasi cambio più radicale delle policy, affermando la scorsa settimana che tutte le aziende che stanno partecipando alla campagna contribuiscono solo ad una piccola parte delle entrate di Facebook.