Sony Interactive Entertainment, unendo due rumor di cui abbiamo parlato in queste ultime ore, starebbe mirando quasi esclusivamente ai titoli dai maggiori valori di produzione; in altre parole, i cosiddetti giochi “tripla A”. L’ipotesi sorge da un rapporto di Bloomberg, che vede i giochi più ambiziosi e mirati alle candidature dei Game Awards ricevere maggiori attenzioni nel loro ciclo di sviluppo a sfavore dei progetti minori, siano essi tali per team di sviluppo o per il pubblico a cui sono mirati. In altre parole, dunque, siamo agli antipodi rispetto all’era di cui parlavamo con Kula World.
Bloomberg: Naughty Dog is apparently working on a The Last Of Us remake for PS5
Bigger news here though is that Sony seems to prioritize big teams with big games above all else; a heavy focus on hits only it seemshttps://t.co/NdxultMbMX pic.twitter.com/I7qITzqA5T
— Nibel (@Nibellion) April 9, 2021
L’era di Jim Ryan
La notizia segue i piani della compagnia di ristrutturare il Japan Studio, che ha portato molti sviluppatori ad abbandonare la filiale di Sony responsabile di Gravity Rush, Bloodborne ed Everybody’s Golf – ottimi titoli, ma lontani dall’appeal della tripla A a cui mira il gigante in azzurro. Stando al rapporto di Bloomberg, la rivale di Nintendo e Microsoft ha informato i team di sviluppo di non essere più interessata alla produzione di giochi minori dalle limitate possibilità di successo al di fuori del Giappone, nonostante l’ottimo supporto agli indie nell’era di PlayStation 4.
Andati sono i giorni per gli ultimi di noi, fan della Sony classica e non della tripla A
Abbiamo appena parlato del tentativo di Sony Bend di proporre un seguito di Days Gone, i cui sviluppatori hanno dichiarato a loro tempo di temere un assorbimento da parte degli esperti californiani in fatto di tripla A, Naughty Dog. Questi ultimi, stando all’altro rumor protagonista di oggi, sono apparentemente alle prese con un remake di The Last of Us per PlayStation 5. Sebbene stiamo ancora attendendo le dovute conferme, una cosa è certa: la vena “underground” degli anni d’oro del titano cobalto si è ormai persa tra le pieghe del tempo, nel bene ma anche nel male.