Negli scorsi mesi ho più volte ripetuto che il 2023 sarà a lungo ricordato come un anno favoloso per gli appassionati di picchiaduro. Street Fighter 6, Mortal Kombat 1 e Tekken 8… Ne abbiamo già parlato spesso quindi non voglio tornarci sopra ulteriormente, ma citando Tekken, non posso non pensare al suo cugino con le spade.
No, no, tranquillo, non ti è sfuggito un eventuale annuncio di Soulcalibur VII, il sesto capitolo resta ad ora l’ultimo uscito e puoi trovare la nostra recensione qui. Dal 2018 la saga d’altronde è andata ancora una volta silente e non si sono più avuti aggiornamenti. Una scelta bizzarra contando che la saga lì riceveva un soft-reboot.
Fino a quel momento la narrazione era stata tutto sommato lineare, anche se già si era iniziato a parlare di dimensioni parallele con Soulcalibur II, ma erano informazioni date più per giustificare modalità di gioco che lore effettiva. Avendo trattato la storia di Tekken, mi sembrava giusto fare altrettanto con il cugino sfortunato.
Come per gli altri articoli simili, mi concentrerò sulle informazioni e gli eventi principali, lasciando da parte qualsiasi materiale non canonico o ufficiale e senza entrare nel dettaglio dei singoli giochi/personaggi. Questo perché, dovessi mettermi a farlo, avresti davanti un papiro infinito. Magari recupereremo tutto in futuro.
Soul Edge / Soul Blade (Soulcalibur 0) – 1583 A.D.
Chi ha la mia età o quasi lo sa bene, il primo gioco della saga neanche si chiamava Soulcalibur! Se senti parlare di Soul Edge, ci si riferisce alla versione arcade per sala giochi mentre a noi in Italia arrivò direttamente Soul Blade, ovvero l’adattamento per PlayStation con una delle intro più epiche di sempre.
Transcending history and the world, a tale of souls and swords… eternally retold
Trascendendo la storia e il mondo, una storia di anime e spade… raccontata in eterno.
Con queste parole Soul Blade entrava nell’immaginario di tanti giovani ragazzi incantati da quel Tekken con le armi bianche e dal sapore fantasy. La storia era però molto semplice e raccontava la ricerca dell’arma definitiva: la Soul Edge, conosciuta anche come la Spada della Salvezza, la Spada degli Eroi o la Spada definitiva.
Per secoli migliaia di fenomenali e forti guerrieri l’avevano cercata, ma in pochi erano riusciti nella loro impresa. Di recente, però, la Soul Edge aveva fatto la sua comparsa in un’asta ed era così che il temibile pirata Cervantes De Leon ne era venuto in possesso. Adesso però tutti sapevano dove trovarla e da chi prenderla.
E’ così che riprende la caccia alla Soul Edge con nove guerrieri che, per egoismo o altruismo, si mettono alla sua ricerca. Il primo a trovare Cervantes è Li Long, ma si salva per miracolo dallo scontro. Subito dopo arrivano però Sophitia e Taki che sconfiggono il pirata e credono di distruggere la Soul Edge (Taki ne prende anche un frammento).
Sul luogo arriva quindi Siegfried Schtauffen, un giovane guerriero che cerca la Soul Edge per vendicare suo padre, avendo dimenticato per il dolore che è stato lui stesso ad ucciderlo. Siegfried vede Inferno emergere dalla spada e, dopo aver vinto il duello, impugna l’arma maledetta dando vita al Seme del Male.
Una colonna di luce si innalza dal corpo di Siegfried e illumina il mondo intero, portando ovunque morte e distruzione, sia in modo soprannaturale che non. La Soul Edge propone quindi un accordo al cavaliere: lui collezionerà le anime per la spada e, in cambio, questa resusciterà sui padre Frederick.
Soulcalibur Legends – 1583 A.D.
Soulcalibur Legends è stato a lungo ritenuto un capitolo non canonico della saga, ma Soulcalibur VI, tra le altre cose, ne include gli eventi nella propria cronologica. In questo gioco per WII, Siegfried ancora umano, ma con la Soul Edge in pugno, viene reclutato dall’Imperatore Mascherato del Sacro Romano Impero.
Questi desidera infatti sbloccare il pieno potere della Soul Edge per sconfiggere Barbaros, il Sultano Ottomano che impugna la Soulcalibur. Lungo l’impresa Siegfried incontrerà vari volti noti, come Ivy, Sophitia, Astaroth, Mitsurugi e Taki e scoprirà la reale natura delle due spade, comprendendo la malvagità della Soul Edge.
Torna tutto molto poco con il resto della storia della saga, vero? Perché Siegfried dopo aver saputo della Soulcalibur e della reale natura della Soul Edge dovrebbe comunque accettare l’accordo e diventare Nightmare (che per altro viene affrontato e sconfitto in una battaglia mentale nel gioco)? Forse aveva già accettato prima?
Soulcalibur – 1586 A.D.
A prescindere dalla canonicità di Soulcalibur Legends, Soulcalibur è ambientato tre anni dopo il gioco originale. Un periodo attraverso il quale Siegfried è infine diventato il Cavaliere Azzurro Nightmare, completamente preda della Soul Edge. Il Seme del male ha inoltre scatenato un vortice di violenza in tutta Europa.
Molte creature soprannaturali traggono forza da tale energia e si radunano sotto Nightmare, ma tre giovani guerrieri uniscono le proprie forze per porre fine alla maledizione: Maxi, desideroso di vendicare la sua ciurma uccisa da Astaroth, Xianghua, una guardia imperiale della dinastia Ming, e Kilik, un monaco connesso alla Soul Edge.
I tre possiedono tre oggetti sacri: lo specchio purificatore Dvapara-Yuga, che permette a Kilik di tenere a bada la parte di lui legata alla Soul Edge, il bastone Kali-Yuga, che potendo assorbire qualsiasi tipo di energia è stato corrotto da quella negativa del seme del male, e la spada Krita-Yuga, dai poteri misteriosi.
Gli eroi riescono a raggiungere il Castello di Ostrheinsburg e Kilik, nonostante lo Dvapara-Yuga venga frantumato, riesce a controllare il Kali-Yuga e la sua parte connessa alla Soul-Edge per sconfiggere Nightmare. Dall’armatura del cavaliere esce quindi Inferno, ma Kilik, esausto, crolla al suolo ed è Xianghua che si fa avanti.
E’ a questo punto che la Krita-Yuga rivela sua reale natura trasformandosi nella spada sacra Soul Calibur così da permettere alla combattente di sconfiggere l’entità soprannaturale. Il castello inizia però a crollare e l’arma viene lasciata sul posto visto che Xianghua ha bisogno di entrambi le mani libere per portare in salvo Kilik.
La sconfitta di Inferno genera un colossale vortice magico che risucchia tanto la Soul Calibur che i frammenti della Soul Edge ed il corpo del Cavaliere Azzurro, spargendoli per tutto il mondo. La coscienza di Siegfried si risveglia dal torpore e ha inizio così una feroce battaglia mentale per il controllo del suo corpo.
Soulcalibur II – 1590 A.D.
Il seguito del primo Soulcalibur è il primo di quella che viene definita la trilogia del 1590 A.D. (visto che i tre giochi che seguono hanno tutti luogo nello stesso anno). I frammenti di Soul Edge sparsi per il mondo hanno iniziato a causare sempre più caos e distruzione mentre in molti li cercano per scopi diversi.
Tra questi c’é sempre il Cavaliere Azzurro Nightmare che, avendo momentaneamente vinto la battaglia mentale con Siegfried, si è messo in cerca dei frammenti per rendere la Soul Edge nuovamente completa. Di base la storia di Soulcalibur II è davvero tutta qui perché è formata da un mosaico di tantissime micro-narrative.
La parte importante è che Nightmare fa ritorno a Ostrheinsburg e qui viene sfidato da uno spadaccino solitario di nome Raphael Sorel che desidera la Soul Edge per sé. Raphael perde il duello, ma lo scontro indebolisce Nightmare abbastanza da permettere a Siegfried di sfidarlo nuovamente ad uno scontro mentale.
Soulcalibur III – 1590 A.D.
Siegfried riesce a vincere il duello mentale, anche grazie all’intervento di un Raphael mortalmente ferito e corrotto, e con tutta la sua forza impala la Soul Edge con la Soul Calibur. La spada sacra era infatti rimasta per lo più sigillata dentro la sua controparte maledetta. Il colpo genera una bizzarra fusione delle due, la Soul Embrace.
Siegfried lascia quindi il luogo alla ricerca di un modo per porre fine alla Soul Edge, magari radunando tutti i frammenti di Soul Calibur esistenti. Nuovamente si mettono in moto tantissime micro-narrative, ma, al centro di tutto, si inserisce Zasalamel, un uomo che adesso è maledetto dalla sua stessa immortalità.
Zasalamel un tempo proteggeva la Soul Calibur, ma ora desidera solo la sua stessa morte e per farlo ha bisogno di entrambe le spade. E’ lui a mettere in moto tutti i vari eventi del gioco, resuscitando anche lo stesso Nightmare da alcuni dei frammenti della Soul Edge, oltre che spargendo voci e frammenti un po’ ovunque nel mondo.
Siegfried e Nightmare vengono così attratti alla Cattedrale Perduta. Qui Zasalamel si fonde con la Soul Embrace e diventa Abyss, ma i due che un tempo erano un corpo solo riescono a sconfiggerlo ed a riprendere possesso delle loro rispettive armi. Nonostante la stanchezza dello scontro si scagliano quindi nuovamente l’uno contro l’altro.
Soul Calibur IV – 1590 A.D.
Lo scontro tra Soul Edge e Soul Calibur ci conduce direttamente nel gioco successivo. L’impatto, infatti, rilascia un’immensa quantità di energia che squarcia lo spazio-tempo connettendo dimensioni diverse. Uno degli squarci si apre sul Caos Astrale, il luogo dove la tribù di Zasalamel aveva rinchiuso l’anima dell’eroe leggendario Algol.
Questi infatti aveva originariamente creato la Soul Calibur dopo che era stato obbligato ad uccidere suo figlio Arcturus, posseduto dalla Soul Edge, ma era anche animato da una grande sete di potere che lo aveva inizialmente spinto ad usare la spada maledetta per unire l’intero mondo sotto il suo stendardo nella Torre della Gloria.
L’immensa energia rilasciata dal cozzare delle due spade, risveglia Algol e gli permette di ricostruirsi un corpo. Consapevole che per poter rendere permanente la sua esistenza, Algol necessita di possedere entrambe le lame, fa emergere dalla terra stessa la sua vecchia Torre della Gloria, rinominata ora Torre della Memoria.
Attratti da questa nuova misteriosa struttura e dalle molte energie, maligne e benigne, che confluiscono verso di essa, molti guerrieri partono in viaggio, inconsapevoli di essere solo prede per la sopravvivenza di Algol. Tra questi vi è però Mitsurugi che riesce a distruggere la Soul Edge, spedendo nuovamente l’eroe leggendario nel Caos Astrale.
Soulcalibur V – 1607 A.D.
Dopo la conclusione del precedente gioco, era difficile proseguire la storia della saga dal punto in cui effettivamente terminava il tutto. Distrutto un eroe leggendario e riparato il tempo e lo spazio, cosa altro può inventarti? C’era bisogno di dare un nuovo inizio e così Soulcalibur V ha luogo 17 anni dopo gli eventi di Soulcalibur IV.
I protagonisti di questo capitolo sono figli di Sophitia, Patrokolos, che lavora come soldato per il sovrano dell’Ungheria Graf Dumas (che è chiaramente Raphael), e Pyrrha, che è scomparsa quando era ancora una bambina. Patrokolos ha il compito di eliminare i malfestati, ovvero gli esseri umani corrotti dalla Soul Edge e dal Seme del Male.
Durante uno scontro con Z.W.E.I., un mezzo-lupo mannaro, Patrokolos scopre però che Dumas vuole in realtà ricreare la Soul Edge. Z.W.E.I. lo arruola negli Schwarzwind di Siegfried, un esercito che comprende anche la mistica Viola (ovvero Amy) e che il guerriero ha creato con lo scopo di distruggere una volta per tutte la spada maledetta.
Siegfried informa Patrokolos che Pyrrha è nelle mani di Tira e presto questi scopre che non solo Dumas è in realtà Nightmare, ma anche che sua sorella è stata corrotta dalla Soul Edge. Tira vuole infatti trasformarla nel nuovo avatar della spada. Siegfried fornisce quindi a Patrokolos la Soul Calibur che però va potenziata con un rituale.
Nel pieno di quest’ultimo, che richiede anche i tre tesori sacri che un tempo appartenevano a Kilik e Xianghua, Patrokolos viene visitato da sua madre che lo incita ad uccidere la sorella per salvarla. Questo però è solo un inganno ordito da Elysium, lo spirito stesso della Soul Calibur (un po’ come era Inferno per la Soul Edge).
L’intervento dell’Edge Master, che assomiglia decisamente troppo ad un certo Kilik, permette tuttavia alla situazione di sgarbugliarsi e Patrokolos e Phyrra uniscono le forze per porre finalmente fine a questa battaglia eterna. Sia la Soul Edge che la Soul Calibur vengono così sigillate in modo che non possano più influenzare il mondo.
Soul Calibur VI – 1583-1589 A.D.
No, non hai letto male la data. L’idea alla base di Soul Calibur V era decisamente buona, ma la realizzazione fu talmente frettolosa che gran parte di quello che era stato pensato per il gioco finì per non apparire neanche nello stesso. A livello narrativo fu un vero e proprio massacro e si ha l’impressione di un gioco non completo.
Basti pensare che molte trame lasciate in sospeso (tipo la vera identità di Dumas e di Amy) sono state completate da Soul Calibur VI mentre altre linee narrative, tipo come abbia fatto Kilik a diventare l’Edge Master e finire nel Caos Astrale, non sono più state spiegate e spesso bellamente ignorate. Un grande pasticcio.
Per porvi rimedio e ridare linfa vitale ad una saga storica, ecco quindi che nel 2018 arriva Soul Calibur VI, un capitolo che si offre sia come soft-reboot che come possibile seguito visto che viene detto che gli eventi del gioco hanno luogo in una nuova linea temporale ed in più occasioni è data prova che la vecchia esiste ancora.
A dare vita a tale linea temporale sono tanti piccoli eventi: tipo Cassandra che contatta la sé stessa del passato per informarla sul triste destino della sua famiglia, Viola che fa lo stesso con Amy (probabilmente per salvare Raphael) e Zasalamel che riceve una visione del futuro e decide quindi abbandonare il suo piano di morte.
La storia di Soulcalibur VI prende quindi il via subito dopo Soul Blade e rinarra gli eventi di Soulcalibur. La narrazione è divisa in due. La prima vede Kilik come protagonista centrale, ma ha anche molte micronarrative secondarie che mostrano cosa avviene ai vari personaggi della saga nella nuova linea temporale.
La seconda storia è inedita, ha luogo nel 1584, e segue le vicende di un eroe misterioso creato da noi che viene arruolato dall’Organizzazione Aval, tra cui milita anche Groh, per fermare il piano di Azwel e dei Qualificati di ricreare il Seme del Male per far evolvere l’umanità al proprio ultimo stadio (causando chissà quanti morti).
Essendo l’ultimo capitolo uscito di Soulcalibur, non si sa bene come queste due storie siano davvero andate a finire. Sicuramente nelle intenzioni di Namco Bandai c’era l’idea di proseguire questa nuova timeline rinarrando gli eventi del 1590 A.D., ma questo non è mai avvenuto e per ora li possiamo solo immaginare mentre incrociamo le dita.