Durante la Milan Games Week 2022 abbiamo avuto l’occasione di intervistare Andrea Mercuri, uno dei game designer di Reply Game Studios che si è occupato di Soulstice (trovi qui la nostra recensione), stylish action italiano, nonché uno dei titoli più interessanti usciti nel corso del 2022. Andrea ci ha raccontato alcuni interessanti retroscena sullo sviluppo del titolo, ma abbiamo avuto anche occasione di parlare della condizione attuale del mercato videoludico italiano!
Le fonti di ispirazione di Soulstice sono palesi, ma come nasce l’idea alla base del gioco?
Il Creative Director ha sempre avuto la passione per Berserk e Claymore, quindi li ha usati come fonte d’ispirazione per mettere giù la sua storia. E poi ha voluto basarsi un po’ su questa idea della dualità dei due personaggi e quindi ha creato Briar e Lute che sono appunto le due sorelle protagoniste del gioco e come fare in modo che riuscissero a trasportare la storia e il gameplay al meglio insieme.
Prima di Soulstice, la next big thing italiana era Baldo, e sappiamo perfettamente com’è andata a finire; vedendo una differenza così abissale tra i due prodotti, e vedendo anche ciò che sta arrivando sempre in ambito italiano come Enotria: The Last Song, sviluppare un videogioco in Italia, soprattutto un titolo del genere, che non sembra affatto italiano, com’è sviluppare in Italia?
Eh, dipende, ci sono tante situazioni diverse. Diciamo così, bisogna essere anche fortunati a entrare nello studio “un po’ più giusto” se così si può definire; parlando della mia esperienza, ho fatto un percorso da indipendente e poi sono entrato in Reply Game Studios che è un’azienda un po’ più strutturata che si occupa anche di altre ambiti dell’informatica, quindi credendo molto nel progetto ha investito per cercare di ottenere il meglio che si poteva, anche non avendo poi tutta questa esperienza: era il nostro primo hack’n’slash e abbiamo deciso di metterci tutta la passione possibile.
Abbiamo avuto anche il supporto dell’azienda per farlo, ma diciamo che spesso capita che in altri studi, anche dove sono stato io, magari non si possono avere tempi di sviluppo così lunghi, perché comunque fare giochi costa e in Italia non tutti sono così disponibili a investire tanto. Quindi per me il punto è anche quello: oltre alla passione, all’abilità e alla capacità che non mancano, secondo me, perché abbiamo dei talenti incredibili in Italia, a volte mancano i fondi o manca il tempo di sviluppare per bene un prodotto.
Questo mi porta alla prossima domanda, perché ho spolpato il gioco fino in fondo, e ci ho visto un lavoro completo a trecentosessanta gradi considerando anche le sfide, tutte diverse tra loro! Sembra che abbiate veramente esplorato qualsiasi cosa che vi venisse in mente, ma mi chiedo: c’è del cut content che vi è dispiaciuto non fornire all’utente finale?
In effetti, c’è qualche idea che stiamo ancora esplorando per vedere se riusciamo a proporre in futuro, però in realtà la maggior parte delle cose che volevamo sono nel gioco: siamo riusciti a inserire tutto il core gameplay che volevamo e uno skill tree molto stratificato, che permette di fare tante build diverse di Lute. Quindi in realtà la maggior parte delle cose è dentro, il resto… vedremo in futuro!
Abbiamo una community di appassionati di tutte le età che svolgono qualsiasi tipo di lavoro: vorremmo chiederti, da figura che lavora nel settore, una “perla di saggezza” per un giovane che voglia approcciarsi oggi in Italia all’industria del gaming.
Io fin da piccolo sono andato in fissa con questo lavoro, ho cercato in tutti i modi di entrare in questa realtà e, almeno per quanto mi riguarda, ai tempi l’unica strada era l’informatica e poi vedere un po’ cosa fare. Ho avuto la fortuna di trovarmi a Milano e di frequentare dei corsi presso l’università statale con dei professori che si occupavano di gaming e che hanno potuto consigliarmi anche su cosa fosse ciò che preferivo e poi indirizzarmi ed è così che poi sono approdato al game design vero e proprio perché ho capito che era la mia passione vera.
Ciò che posso consigliare è di cercare un uno dei tanti corsi, anche se ora come ora ce ne sono fin troppi che si spacciano anche per definitivi, così da riuscire a entrare nell’industria. Bisogna fare un po’ di attenzione, ci sono vari corsi: a Milano, per esempio, ho visto nascere e frequentato la Digital Bros Game Academy che posso consigliare, quindi le possibilità ci sono. Secondo me, è un buon periodo per un appassionato che crede molto in questo nella sua passione, nel fatto che comunque sia un lavoro, quindi non è da prendere alla leggera.
Ci sono molti modi per studiare, per arrivare poi a introdursi in qualche modo nel settore, poi consiglio sempre di frequentare tanto le fiere, per esempio adesso siamo alla Milan Games Week, quindi questo è un ottimo modo per conoscere gli sviluppatori, ma anche altri studenti che magari stanno studiando per imparare il mestiere.
Bisogna informarsi tanto, ora ci sono un sacco di strumenti anche da autodidatti, i vari engine come Unity e Unreal che sono gratuiti, oppure un sacco di tutorial su YouTube gratis da cui partire. Io per esempio ho iniziato facendo progetti da solo, quindi potete anche fare delle demo da presentare ai colloqui: è una gran cosa! Quindi non state con le mani in mano e impegnatevi al massimo per cercare ogni possibile strada di accesso!