Sovereign Syndicate non è ancora uscito al pubblico, quindi la mia è stata la prova della versione demo, disponibile gratuitamente tramite la pagina ufficiale di Steam. Non è possibile sapere attualmente la data d’uscita, ma si presume che possa essere verso il 2023. Ovviamente questa è solo una supposizione: non prendere queste parole come verità assoluta; la prova della DEMO, però, mi ha dato modo di scoprire qualcosa in più sul gioco.
Molte cose già si sapevano, a dir la verità, e le abbiamo riportate alcuni mesi addietro tramite una notizia dedicata. Cercherò, comunque, di ricapitolare tutto quanto portando i pregi e i difetti notati da questo titolo sviluppato da Crimson Harring Studio. Lo stesso team che si è dedicato anche alla fase di pubblicazione dello stesso. Sovereign Syndicate è un RPG in cui ogni decisione presa, ogni risposta data e ogni tarocco scelto può portare a un destino diverso da quello premeditato.
Sei pronto a saperne di più su Sovereign Syndicate?
Sovereign Syndicate e la demo in inglese
Se andrai a scaricare la versione demodi Sovereign Syndicate, sappi che non troverai la lingua italiana. Sulla pagina ufficiale è indicata come disponibile, ma probabilmente gli sviluppatori hanno deciso di rendere abilitata solo temporaneamente la lingua inglese. Purtroppo, in questo caso, molti utenti potrebbero voler aspettare il rilascio sul mercato di Sovereign Syndicate, in quanto il linguaggio utilizzato potrebbe risultare leggermente difficile per chi non è avvezzo alla lingua.
Niente di irreparabile, quindi, e che vedremo nella recensione vera e propria. Ad ogni modo, Sovereign Syndicate ti farà giocare ben 3 personaggi anche se, a dirla tutta, la DEMO mi ha permesso di giocarne solo uno. Parlo di: Atticus Daley (minotauro ubriacone), Clara Reed (pirata che si attinge a essere una detective) e Otto (robot con tanta voglia di vivere). Ebbene sì, ho provato Atticus ma bene o male tutti e tre presentano una propria storyline.
L’arco narrativo, quindi, dovrebbe essere completamente diverso per tutti e Sovereign Syndicate si basa molto sulla narrazione intrapresa. Ogni scelta fatta, tra risposte e decisioni o tarocchi pescati, fa sì che la storia cambi e potresti rimanere stupito ogni volta che la diramazione della storia prende una strana piega. Per questo motivo mi è leggermente difficile poter scriverti tutte e tre le storie, ma vedrò di spiegarti brevemente cosa comporta l’avventura di Atticus.
Storie intrecciate fra loro
La storia di Sovereign Syndicate è circondata da un alone di mistero; basti pensare al fatto che l’ambientazione è prettamente la bellissima e intrigante Londra vittoriana. Tra omicidi e un bel tocco di noir è possibile vivere una piccola avventura. Non posso andare nello specifico in quanto ogni storia è a sé e, tramite questa DEMO, ho potuto provare solo un personaggio. La mia opinione è quindi parziale, ma abbastanza da poter dire che la storia al momento non è così tanto impattante. Ad ogni modo, ogni personaggio viene intrecciato all’altro e così via.
Il tutto risulta essere estremamente steampunk, quindi molto gradevole verso tutti gli utenti che amano questo genere. Il tutto viene accompagnato molto bene, quindi ho apprezzato l’inserimento di questa caratteristica che quasi va a completare un bel quadro. Sovereign Syndicate si concentra maggiormente sul lato RPG, con tanto di destino scelto da alcuni tarocchi. Questi prendono il posto dei classici dadi, almeno visivamente; questo perché rimane sempre la componente dei numeri: più è alto il valore della carta scelta, fra le tre disponibili, e più si ha modo di vincere la prova fatta.
Se il risultato è minore, ovviamente si riceve un fallimento o quantomeno il gioco mette a disposizione dell’utente altri percorsi da poter intraprendere. Questo è ciò che rende il gioco interessante, nonostante l’ambientazione e i piccoli difetti notati lungo il percorso. Ma di questo ne parlerò nei prossimi paragrafi; prima di ciò, è importante spiegarti su cosa vanno a influire questi tarocchi.
Un gioco di ruolo tra il classico e il rivoluzionario
Della storia non posso andare molto a fondo, ma di ciò che compone il personaggio sì; ogni personaggio avrà sì una storia, ma anche delle statistiche da dover tener conto. Prima di tutto, però, l’utente di Sovereign Syndicate deve scegliere l’attitudine principale del personaggio. Avrai una vasta scelta e ogni attitudine, rappresentate con i classici tarocchi, presenta delle statistiche.
Quest’ultimi determineranno la buona riuscita delle azioni, che sia semplice o meno; potresti bere qualcosa trovato per strada e avere la possibilità di non essere avvelenato, per esempio. Questo dato viene fornito, appunto, dai punti statistica e non potrai inserirli tu manualmente. Tale punto potrebbe piacere, come no, al giocatore di turno e lì si parla di fattore personale. A me non è dispiaciuto, in quanto da discalculica faccio fatica a trovare un buon bilanciamento e in questo modo ho pensato più a giocare che a trovare l’equilibrio del personaggio.
Le statistiche in questione, però, potranno essere alzate con dei potenziamenti. Ogni volta che avanzerai di livello, o in base ad alcuni eventi ben selezionati dalla storia, potrai ricevere in premio la scelta di un potenziamento fra tre proposte. Queste andranno ad aumentare le varie statistiche e potrai capire, bene o male, cosa andrai a lavorare anche in base al colore del tarocco in questione. Ogni statistica presenta una colorazione diversa e varia in base a ciò che andrà a influire.
I difetti non mancano, fortunatamente siamo in una demo
Bene o male sul gameplay ci siamo: molto semplice, intuitivo, funzionale; effettivamente manca un sistema che riesca a indicarti dove andare precisamente o che riesca a dare una piccola mano all’utente meno esperto. Messo così, il gioco sembra un’open world con varie missioni da completare (scritte in un libro, posizionato in un menu dedicato) quando in realtà non è così.
Sovereign Syndicate è stato creato con Unity e questa componente grafica si fa molto sentire per tutto il gioco, ma non inficia ovviamente sull’esperienza di gioco. Alla fine il tutto scorre abbastanza bene, tranne la corsa del minotauro in quanto sembra più saltellare che correre propriamente. Una cosa, però, la devo dire con il cuore in mano: le scritte, quasi tutte, sono veramente piccole. Sono una videogiocatrice con gli occhiali e, nonostante quelli, facevo estremante fatica a leggere.
Questo è dettato sia dalla piccola dimensione del testo, sia dal font utilizzato che, per giunta, varia da sezione a sezione. Sarebbe più utile una scelta conforme, ma lì si parla di stile e bene o male potrebbe andare anche bene così com’é stato presentato adesso. L’importante, almeno secondo la mia esperienza, è quella di aumentare la dimensione dei caratteri.