Un viaggio è molto probabilmente in cima alle liste dei desideri di molte persone in questo momento, almeno per me. Sebbene ciò non sia effettivamente possibile, Spacebase Startopia offre l’opportunità di visitare un lussuoso complesso di intrattenimento spaziale multiponte a forma di ciambella.
I giochi gestionali e god game hanno avuto fortune alterne nel mondo dei videogiochi portando a giochi interessanti o a terribili défaillance. Una cosa però è certa, che (quasi) tutte le possibili carriere di tutti i periodi storici sono state fonte d’ispirazione, almeno per una volta, di questi giochi. Oltre i vari Simcity et simila, dove la gestione della città in sé e per sé era verosimile, ci sono stati dei casi molto interessanti legati alla gestione di Parchi di Divertimento, Pizzerie, Imperi Mafiosi.
Ma quelli legati alla mia gioventù (li ho ancora in scatola nella mia camera) sono quelli della Bullfrog Production. Questa casa di produzione è stata autrice di titoli come Theme Park, Theme Hospital (divertentissimo) e dell’allora innovativo Dungeon Keeper. Quest’ultimo nello specifico metteva il giocatore, per la prima volta, nei panni del cattivo dei Dungeon contro gli invasori “eroi” che venivano a rovinare la serena vita dei mostri, orchi e draghi che vivevano tranquilli e sereni nei loro sotterranei.
Tutti questi titoli avevano come nota comune l’ironia, nessuno di questi infatti aveva la pretesa di essere un gestionale o manageriale preciso (beh in effetti chi sa come si gestisce un Dungeon?).
Quindi non sorprende che Spacebase Startopia, un gioco in cui gestisci una stazione spaziale sui generis, sia stato progettato da un’azienda fondata da ex dipendenti di Bullfrog. Spacebase Startopia si muove su dinamiche simili a Dungeon Keeper la differenza principale è che il tutto è stato trasferito nello spazio profondo.
Esistono tre modalità di gioco per Spacebase Startopia: la Campagna, il Multiplayer e la Schermaglia.
Spacebase Startopia: Gameplay e Divertiponte
Nella Campagna sei incaricato di ricostruire e gestire una serie di stazioni spaziali. C’è un breve tutorial che introduce le meccaniche di gioco di base, ma è nella campagna stessa che imparerai davvero a giocare. Il gioco segue una formula semplice: crei strutture di base, alcune moderatamente redditizie e assumi alcuni alieni per gestirle. Quindi guadagni un po’ di energia (la valuta del gioco è anche la fonte di energia delle tue stazioni), costruisci strutture più elaborate, aumenti le tue entrate, promuovi/sostituisci/licenzia i dipendenti e ripeti.
Ci sono molti modi in cui puoi guadagnare energia e le 10 missioni della campagna ti introducono lentamente alla varietà di compiti del gioco. In uno, imparerai come costruire cliniche per malati e guarire viaggiatori feriti e infermi. Un altro ti introdurrà al sistema di commercio (semplice ma divertente) nel gioco. Altri ti insegneranno le basi per allestire il Divertiponte (ponte del piacere), che comprende negozi, discoteche, giardini per gattini spaziali e attrazioni varie per accontentare sia gli ospiti che i dipendenti. Abbiamo poi il Biodeck, una strana area naturalistica dove puoi controllare il clima e il paesaggio per accontentare la varietà di alieni che visiteranno la tua stazione e raccoglieranno persino piante aliene, di questo si occuperanno soprattutto le driadi.
Strutture e alieni
La varietà di strutture base e strutture ricreative disponibili nel gioco è abbastanza buona. Ci sono tre tipi di “ostelli” (così li chiama in italiano), diversi tipi di negozi, una manciata di bar e numerosi altri tipi di luoghi per mantenere occupati e felici i tuoi ospiti e residenti. Puoi cercare e costruire questi oggetti da solo, acquistare progetti dai commercianti o eseguire qualsiasi combinazione di essi. Devi assumere dipendenti per gestire le tue operazioni e costruirai anche strutture sanitarie di base, impianti di produzione, sistemi di sicurezza, prigioni e laboratori. Quindi ricercherai miglioramenti a tutti questi e costruirai strutture più grandi e migliori.
La Campagna è divertente ma a volte sembra un tutorial esteso. Ci sono solo 10 missioni e per la maggior parte passano rapidamente, non necessariamente facilmente, ma rapidamente. Ci sono alcuni elementi casuali – come l’aspetto dei commercianti, così come il prezzo e la disponibilità dei loro beni – che possono rendere una o due delle missioni molto difficili o molto facili, a seconda di ciò che ti viene offerto e quando. Ma il vero problema con la campagna è che finisce proprio quando sei a tuo agio con le specifiche della gestione della tua base. L’ultima missione richiede di mettere a frutto tutte le tue conoscenze ma sembra che il gioco sia appena iniziato.
Fortunatamente, il gioco include opzioni multiplayer, oltre a una modalità sandbox flessibile che ti consente di configurare e modificare il gioco in base alle tue preferenze personali e quindi iniziare a costruire e gestire la tua stazione a tempo indeterminato, o non a tempo indeterminato, a seconda di come lo configuri. Puoi creare condizioni di vittoria specifiche o semplicemente giocare in forma libera. E l’abbondanza di eventi casuali, come le navi pellegrine che cercano l’illuminazione dai tuoi monaci, i turisti in cerca di intrattenimento e le navette delle ambulanze che necessitano di cure mediche, aiuta a mantenere le cose interessanti. C’è molta libertà nella modalità sandbox e quasi compensa la mancanza di missioni predefinite.
Un’opzione che potresti considerare di disattivare è il combattimento. La battaglia tra Comandanti non è male, è solo troppo semplice. Hai una forza combattente, composta da quelle che il gioco chiama gare “pronte per il combattimento”. Quando è il momento di eliminare un avversario, devi dichiarare guerra, aprire le porte di uno dei segmenti nemici e poi sperare di avere più tizi di lui o di lei. L’unico controllo che hai sulle tue truppe è la possibilità di impostare punti di raccolta, aree in cui si raduneranno le tue truppe. Una volta iniziato il combattimento, sceglieranno i loro bersagli da soli, anche se puoi aumentare o diminuire l’importanza dei bersagli, se lo desideri. Ma il combattimento è così frenetico che probabilmente ti fiderai delle decisioni delle tue forze.
L’unico problema minore con il combattimento è che molte delle razze da combattimento sono importanti anche per le tue operazioni. I grigi gestiscono l’infermeria, i targ gestiscono i tuoi dispositivi di comunicazione e i salthog gestiscono i riciclatori e le fabbriche. In una battaglia su vasta scala, le aree vitali della tua stazione si fermeranno e non avrai modo di scegliere chi andrà a combattere.
Spaceship Startopia ha un altro grande difetto: non esiste nessun tipo di riferimento altro, nessun tipo di istruzioni aggiuntive, insomma le cose le impari facendole. Ma questa mancanza si sente soprattutto nella gestione delle diverse razze aliene che visitano e vivono a bordo della tua nave e non fornisce quasi nessun dettaglio sui dettagli dei tuoi edifici. I ricercatori sono più efficaci in aree tranquille e appartate? I kasvagoriani amano fare shopping nei negozi di combattimenti più che nei negozi di curiosità? Forse, ma non troverai tali informazioni.
Questa mancanza di informazioni può inizialmente intralciare ma giocare a Spaceship Startopia è piuttosto semplice perlopiù. Impostare e gestire una stazione redditizia e funzionale può essere fatto facilmente.
Grafica e Sound
Il comparto grafico è all’altezza della situazione, i diversi tipi di alieni sono ben caratterizzati e le strutture sono colorate e dettagliate. Si può seguire ogni alieno che percorre tutti i diversi ponti e i diversi moduli senza vedere la ripetizione di un evento. L’FPS è alto e non si è notato nessun rallentamento a fronte di così tanti elementi animati presenti nel gioco. Tutto questo rende divertente e gradevole giocare per ore.
Una voce narrante (o meglio una simpatica aiutante) ti accompagnerà nella avventura spaziale. Questa IA atipica è irriverente nei suoi commenti, sminuendo di continuo il tuo lavoro e prendendosi gioco di te. VAL, questo il suo nome, fa davvero ridere, ma ovviamente le sue battute a un certo punto finiscono e si ripeteranno. L’italiano usato è efficace anche se in alcune situazioni si sente lo zampino di “google translate”.
Le soundtrack sono diverse e ben fatte, nelle discoteche e nei vari ambienti le tracce si diversificano ma non sono moltissime. Ciò nonostante risultano gradevoli.