Il mondo degli indie game è un vasto e variegato panorama che spesso ci sorprende con opere affascinanti. Un esempio degno di nota è Spacekraft, un indie simulativo sviluppato dalla piccola ma promettente casa produttrice Game Dev Garage. Questo gioco è un affascinante ibrido che mescola l’esplorazione spaziale con puzzle in 2D, presentando una grafica e una difficoltà che richiamano in parte Getting Over It.
Spacekraft, un viaggio complicato
Al centro della narrazione troviamo Tom, un pilota rapito e alla disperata ricerca di un modo per tornare sulla Terra. Il viaggio di ritorno lo conduce attraverso una serie di pianeti, ognuno con i propri enigmi e sfide, a bordo di un’astronave che può essere personalizzata e potenziata nel corso di questa odissea. Ma non saremo totalmente lasciati allo sbando, poiché ci sarà un certo Dr. Jekyll a fornirci una guida sia a livello di trama che per le missioni.
Spacekraft si distingue per il suo gameplay incentrato sulla simulazione fisica dello spazio in 2D. Pilotare la nostra astronave, però, non sarà per niente una passeggiata spaziale, poiché le manovre richiederanno un’attenzione particolare alla fisica, anche se non sarà necessaria una laurea per affrontarle.
Gameplay e meccaniche
Nonostante il tutorial non sia chiarissimo e le scritte sovrapposte non aiutino, i controlli sono abbastanza semplici. Tuttavia, riuscire a masterarli è tutt’altra storia, dato che è necessario trovare il giusto equilibrio tra l’uso del boost con la forza di gravità del pianeta e utilizzarlo invece nel vuoto dello spazio.
Di base, i due potenziamenti fondamentali sono la punta anteriore (braccio agganciatore) e la corda posteriore (corda agganciatrice), entrambi utilizzati per la manipolazione degli oggetti. Semplicemente bisognerà attivarli, ma solo il braccio agganciatore è manovrabile con cura. La corda è molto complicata da usare, ma attivando il magnete e avendo un po’ di pazienza si riuscirà a gestirla meglio.
Oltre alla manovrabilità, ci sono altri fattori da tenere sempre sotto controllo, come l’integrità della nave che verrà danneggiata ad ogni urto, il livello di carburante e il radar. Personalmente, non li abbiamo trovati troppo complessi da gestire, poiché a parte dei livelli particolarmente difficili, basterà tenere d’occhio il radar per evitare collisioni. Inoltre, usare troppo boost non è quasi mai conveniente.
Risorse ed enigmi
Le meccaniche di Spacekraft sono il fulcro dell’esperienza di gioco, offrendo una strategia profonda attraverso la gestione delle risorse e la possibilità di aggiornare l’astronave. Questi elementi non solo arricchiscono il gameplay ma ci permettono di adottare approcci tattici diversificati.
La navigazione tra i pianeti e la raccolta di risorse si intrecciano con la risoluzione di puzzle complessi, talvolta richiedendo di rivisitare luoghi già esplorati per progredire, aggiungendo uno strato di pianificazione strategica all’avventura.
La progettazione visiva, dallo stile cartoonesco e colorato, insieme a un’interfaccia utente intuitiva, rendono il gioco accessibile, mantenendo al contempo una certa profondità che sfida i giocatori più esperti.
Sfida o frustrazione?
Spacekraft offre un mix equilibrato di esplorazione, puzzle, sopravvivenza e una simulazione spaziale abbastanza accurata, permettendoci di immergerci profondamente nel gioco. Questo titolo presenta una difficoltà simile a quella di Getting Over It, che può avere due effetti sui giocatori: alcuni potrebbero abbandonare subito, mentre altri potrebbero perseverare fino alla fine.
Fortunatamente, la struttura a livelli (pianeti) del gioco rende la curva di difficoltà più gestibile rispetto al titolo di Bennett Foddy.
Dal punto di vista del design, la scelta di utilizzare il 2D rappresenta un notevole punto di forza, poiché conferisce al gioco sia la sensazione di un classico platform che un’originalità intrinseca.
Nonostante i suoi pregi, ci sono alcune aree di frustrazione, come la difficoltà nel controllo del movimento laterale dell’astronave e alcuni obiettivi di gioco che possono risultare tediosi a causa della progettazione dei livelli o delle meccaniche di controllo. In particolare, la corda agganciatrice può essere difficile da manovrare, spingendoci a prediligere l’utilizzo del braccio anteriore.