Sviluppato da Pneuma Games e pubblicato da EastAsiaSoft, Spacewing War è un classico sparatutto a scorrimento orizzontale che prova a ritagliarsi uno suo spazio nel vastissimo catalogo di titoli simili. Come lo fa? Scopriamolo insieme nella nostra recensione della versione per Xbox One!
Spacewing War: spara e schiva, schiva e spara
La storia di Spacewing War è decisamente banale: degli invasori provenienti dal pianeta Mavros, hanno deciso di conquistare la Terra. Noi siamo il pilota che, sulla Spacewing, è destinato a intraprendere una missione quasi suicida, affrontando – da solo – l’intero esercito alieno per provare a difendere la propria terra. Fine. La storia è banale e decisamente accessoria, raccontata da immagini statiche che fungono da prologo. Non c’è altro, focalizzandosi completamente sul gameplay che si mostra completamente già dopo i primi secondi.
Gameplay
Spacewing War è un gioco che omaggia lo stile retrò dei vecchi giochi per console portatili. Questo lo si vede dallo schermo tagliato e dal limitato numero sia di pixel che di colori (elementi che approfondiremo a dovere nel prossimo paragrafo). Per quanto riguarda il gameplay, anche qui, niente di nuovo. La nostra navicella è dotata da subito di un intero arsenale di armi diverse che vanno dai semplici proiettili a dei boomerang fronte-retro, passando per l’arma più forte e pericolosa di tutte: la bomba. Quest’ultima, oltre a essere potentissima, può anche far danni a noi stessi (quindi occhio a dove la lanciate).
La nostra Spacewing è dotata di un sistema di energia a schermo raffigurata da una serie di cuore. Per ogni colpo subito, perderemo un cuore. Se finiamo i cuori, perdiamo una vita. Finite le vite: è game over. Ma tranquillo, il gioco è decisamente facile e non avrai alcuna difficoltà a raccogliere nuove vite extra o a ricaricare l’energia. I mondi di gioco, infatti, sono pieni di oggetti, tra cui i già citati cuori. Altri oggetti rilevanti sono delle monete, utili a far salire il contatore del punteggio o uno scudo, che ci rende temporaneamente immuni.
Per quanto riguarda i livelli, questi sono sette, divisi a loro volta da una media di cinque/sei quadri. Il nostro scopo è arrivare alla fine dove ci attende un boss. Questi ultimi sono decisamente classici oltre che deboli. Basta l’utilizzo della bomba e qualche riflesso per abbatterli quasi tutti al primo tentativo (giusto il boss finale risulta leggermente più coriaceo). Tornando ai livelli, invece, c’è da evidenziare che questi “scrollano” automaticamente e questo stesso scrollare è forse uno dei pochi motivi per cui morirai!
Ebbene sì, l’elemento di difficoltà maggiore di Spacewing War non sono i nemici, presenti in ondate abbastanza minori (oltre a essere spesso riciclati e fondamentalmente deboli), ma è il level design. I motivi sono fondamentalmente due: il primo è legato a un vero e proprio problema del gioco e l’altro ad alcuni enigmi o tranelli (alcuni ingegnosi e crudeli). Analizzando il “problema” la questione è semplice: la grafica non aiuta a distinguere bene gli elementi che compongono lo sfondo da quelli che invece sono ostacoli sul nostro cammino. Complice i pochi colori e una struttura estetica minimal, ci sono livelli dove morirai senza neanche capire perché… ignorando la consistenza di muri che prima erano semplici sfondi.
Per quanto riguarda gli enigmi e i tranelli, questi sono strutturati abbastanza bene e sono legati ai vari “biomi”. C’è un mondo in particolare, dove viene richiesto di sparare a dei pulsanti per far saltare in aria delle pareti… pena lo schianto inevitabile. E schiantarsi contro un muro significa perdere un’intera vita! Altro esempio di enigma, sono legati a piccoli indizi che se ben compresi, possono aiutarti a selezionare la strada giusta a un bivio. Anche qui, se scegli la strada sbagliata la fine è inevitabile.
E dopo la fine…
Nota positiva per la sezione finale del gioco che prova a dare il meglio di sé, mixando decisamente bene le varie esperienze della breve avventura iniziale. Avventura che, ricordiamo, è decisamente facile. Noi l’abbiamo finita al primo tentativo e senza neanche tanta fatica. In compenso, terminata l’avventura iniziale, si sbloccano nuove modalità! Oltre alla prevedibile modalità difficile… c’è una nuova avventura che ci porta a essere un UFO. Non cambia molto a livello di nemici e livelli ma cambia lievemente il gameplay.
Essere un UFO comporta a cambiare l’intero set di armi e non solo. A schermo apparirà una pila da riempire a suon di uccisioni e che ci permetterà di utilizzare un’abilità a scelta (curarsi, evocare un amico, creare uno scudo temporaneo, ecc). Le abilità vanno a prendere il posto dell’arsenale della Spacewing e quindi l’UFO potrà utilizzare un unico tipo d’attacco standard. Inoltre, lo “scrollamento” del livello cessa d’esistere. In modalità “avventura UFO”, siamo noi ad avere il controllo sul livello con la possibilità di andare avanti e indietro a piacimento.
Queste modalità extra sono una gradevole aggiunta al pacchetto che però deve fare i conti con problemi innegabili dovuti a una scelta grafica e tecnica decisamente troppo retrò e difficile da digerire.
Grafica e sonoro
Come su un Game Boy… ma su schermo grande. Un impatto visivo che può respingere in molti. La povertà grafica è notevole e in alcuni livelli è fastidiosa e non solo per i problemi legati all’aspetto ludici (già affrontati prima) ma anche perché il riciclo costante di asset minimal… annoiano presto. Non c’è niente di memorabile e originale. Sì, il gioco ti permette di cambiare i colori in oltre 40 combinazioni ma molte di queste sono fastidiose… altre nascondono alcuni elementi dei livelli e diverse si assomigliano. Per quanto riguarda il sonoro, alcune tracce sono semplicemente fastidiose. Sono pochi i jingle orecchiabili ma anche qui, niente di originale o che ti resta realmente nella mente.