Sparklite è un videogioco d’avventura con elementi action RPG che riprende moltissime meccaniche da titoli famosi di altre case produttrici (come poi vedremo in seguito), li unisce e migliora raggiungendo una formula già consolidata. Il risultato è un roguelite solido, con elementi innovativi e meccaniche già viste ma mai noiose o banali, in cui il comparto tecnico, a livello visivo, di meccaniche di gioco ed anche dal punto sonoro risultano eccellenti. Negli scorsi giorni gli sviluppatori di Red Blue Games, autori di questo titolo, il loro primo a raggiungere le piattaforme console PlayStation 4 (su cui è stato giocato per sviluppare la seguente recensione), Xbox One e Nintendo Switch, ci hanno concesso un’intervista che potete ritrovare in questo articolo. Sparklite uscirà inoltre anche su PC tramite Steam giovedì 14 novembre.
La trama
La storia del gioco è forse il punto meno originale dell’opera: pur considerando alcuni elementi interessanti di trama, purtroppo non si eleva mai a capolavoro sotto questo punto di vista, in parte perché il piatto forte del titolo risiede essenzialmente nelle meccaniche di gameplay e nel comparto tecnico, prevalentemente visivo, in parte per la mancanza reale di colpi di scena che possano smuovere una narrazione lineare e forse abbastanza prevedibile.
La protagonista è Ada, una ragazza dai capelli rossi dotata di grande coraggio e determinazione, che si troverà ad affrontare pericoli troppo grandi per lei: ci troveremo con la nostra protagonista nel mondo di Geodia, una terra bizzarra e mutevole in continua evoluzione, in cui risiede un elemento che è forza vitale ed elemento importantissimo per il luogo. Si tratta di un minerale di colore blu brillante di nome Sparklite che può essere utilizzato come fonte di energia ricaricabile da abitanti e creature del luogo.
Ovviamente, l’avidità di un uomo, il Barone, il quale ha intenzione di ottenerne quanto più possibile per guadagnare sempre più potere e prosciugare così Geodia, si inserirà, portando a gravi conseguenze, tra cui la trasformazione in mostri violenti delle creature del luogo (che dovremo affrontare e sconfiggere per superare le diverse zone) e la creazione di macchine da guerra violente (le quali fungeranno da boss per ogni area presente) che serviranno al Barone per estrarre quanta più Sparklite possibile e raggiungere il nucleo da cui trae origine il minerale (che sta anche tenendo in piedi ciò che resta di una città che sta rapidamente ed inquietantemente marcendo). L’obiettivo di Ada sarà quello di tentare di fermare il Barone il prima possibile, attraversando mondi colorati e bizzarri che si modificano proceduralmente ad ogni nostra morte in game.
Come ci hanno confermato gli sviluppatori nell’intervista, le influenze della serie di Zelda nella trama si sentono parecchio: a livello tematico riprende moltissimi elementi già affrontati in altri titoli, riformulandoli comunque in maniera intelligente. Sono presenti all’interno del gioco anche missioni secondarie che ci vengono assegnate da personaggi che ci aiuteranno ad avanzare e migliorare il nostro equipaggiamento.
Il Gameplay
Il gameplay di Sparklite è semplicemente meraviglioso. Roguelite con visuale isometrica, a volte risulta fin troppo complesso ma una volta superata ogni determinata sezione di gioco la sensazione di appagamento è incredibile. All’interno del mondo di Geodia esistono 5 luoghi, di cui uno centrale chiamato Vinewoods da cui si diramano gli altri quattro. Ogni volta che, affrontando i nemici più vari ed unici per ogni sezione, moriremo con la nostra protagonista (e succederà moltissime volte) verremo riportati in un rifugio dove potremo incontrare NPC, sistemare le nostre armi (che dovremo sbloccare raccogliendo pezzi di Sparklite, minerale che fungerà da moneta nel corso di tutto il titolo), il nostro equipaggiamento (oggetti trovati nel mondo di gioco che possiamo portare con noi che portano a miglioramenti della barra della vita, dell’energia, miglioramenti della forza o addirittura sbloccano parte della mappa di gioco) o elementi aggiuntivi che potremo portare con noi in missione (cure, bombe). Questa caratteristica in stile gioco di ruolo permette al giocatore un forte senso di appagamento quando, una volta superato un boss o sconfitto nemici complicati, potremo migliorare il nostro personaggio.
Una dinamica che rende il gioco mai noioso è l’ambiente procedurale della mappa, che varia ad ogni nostra morte: ogni volta che verremo uccisi e riportati al rifugio, ricominciare non sarà così semplice in quanto verremo poi riportati nel mondo centrale da cui si dirameranno i luoghi che dovremo raggiungere (ognuno con un boss differente e vario). La mappa cambierà ogni singola volta, ciò comporterà che dovremo riesplorare da capo la mappa fino a raggiungere il luogo prescelto.
Le armi sono poche (soltanto 6) ma è divertente utilizzarle in quanto sono molto varie e potenti, a partire dall’arco fino a blaster elettrici a palloncini radiocomandati esplosivi. Si possono trovare in determinate sezioni dotate di tutorial che ci permetteranno di sbloccarle nel rifugio da dove dovremo poi ulteriormente acquistarle per poterle utilizzare. I nemici sono diversi per ogni luogo della mappa e sempre in tono con il luogo di appartenenza (nella sezione desertica e rocciosa troveremo composizione di rocce che ci attaccheranno, per esempio). I boss sono complicatissimi e superarli richiederà molta abilità e soprattutto pazienza. La difficoltà del gioco risiede molto nel fatto che anche il nemico più semplice potrebbe ucciderci, perciò è necessario stare molto attenti nei movimenti e nelle azioni da compiere.
Il comparto tecnico
A livello grafico Sparklite è anche qui eccellente, presentando una grafica bidimensionale in stile retrò palesemente ispirata ai titoli delle vecchie generazioni di videogiochi, in particolare ai titoli SNES. I colori sono molto vivaci e i mondi facilmente riconoscibili appunto per questa caratteristica. Lo stile non è originalissimo ma gli sviluppatori sono riusciti a rendere il gioco molto soddisfacente da un punto di vista visivo, in particolare per i modelli delle ambientazioni che, seppur a volte ripetitivi (come il luogo di entrata nelle fucine o dove risiede il boss) risultano comunque particolarmente dettagliati. La fluidità inoltre per un gioco di questo genere era fondamentale, e per fortuna non si verificano quasi mai cali di frame o glitch che possono andare a inficiare nella nostra esperienza.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, le musiche sono poche ma cambiano in base al luogo che affrontiamo. Non risultano mai fastidiose, anche soprattutto per il tono dolce con cui vengono inserite nelle sezioni. Gravissima pecca audio invece al momento della morte della nostra protagonista: si verifica infatti un suono stridulo ed assordante nel momento in cui veniamo trasferiti al rifugio, come se l’audio di gioco si alzasse in maniera impressionante tutto di colpo.