In attesa dell’uscita della versione completa di Spear Song, prevista per il 10 ottobre 2024, abbiamo potuto mettere le mani sulla demo del GDR di Divovision Game, titolo ispirato ai miti e al folklore Slavo dal punto di vista narrativo, ma che pesca a piene mani dalla struttura ludica di The Banner Saga, seppur semplificandola molto. Scopriamolo insieme in questa anteprima!
La Canzone della Lancia
Spear Song narra le gesta di un gruppo di mercenari alle prese con un mondo pieno di mostri e creature fatate, nel quale la morte e la disperazione fanno da padrone. I luoghi, le iconografie e i mostri che andremo ad affrontare e conoscere sono presi dai racconti della mitologia Slava, universo folkloristico poco sfruttato in ambito videoludico, se non dalla saga di The Witcher. La cultura genitrice di esseri fantastici come Baba Jaga, si lega a doppio filo con le tradizioni medievali dei popoli che abitavano l’Europa dell’est e si presta alla perfezione per la costruzione di un’ambientazione fantasy.
Troveremo ghoul che infestano villaggi, antiche streghe ammaliatrici e altre creature che proveranno a ucciderci in tutti i modi possibili, il nostro compito sarà proprio evitare ciò. Per riuscirci dovremo formare una squadra armata fino ai denti e liberare un’intera zona dalla presenza di questi mostri. La demo ci farà esplorare una sola area ma potrà essere giocata più volte, visto che ogni partita sarà generata casualmente e ci offrirà sfide sempre diverse ogni volta.
In Spear Song la tattica è tutto
Spear Song riprende a piene mani la struttura di The Banner Saga ma ne cambia alcuni connotati: prima di tutto non dovremo gestire una carovana intera, seconda cosa potremo spostarci liberamente per la mappa di gioco per imbatterci in eventuali scontri o eventi interessanti. Al centro della mappa troveremo un villaggio, che nella versione finale del gioco sarà espandibile, dal quale potremo prendere missioni, mercenari oppure comprare magie ed equipaggiamento. Il party è formato da un massimo di quattro personaggi, ognuno dei quali sarà creato proceduralmente partendo da un archetipo specifico, come il moschettiere, l’incantatrice o il ladro.
Ogni classe avrà a disposizione due abilità che costeranno punti mana e statistiche diverse, a seconda della tipologia di cui faranno parte. Ad esempio, il moschettiere avrà la caratteristica “range” ben più alta rispetto al ladro, che invece prediligerà maggiore movimento o maggiori danni inferti. Gli incontri saranno molto simili a quelli del GDR di Stoic, con un campo di battaglia a griglia e un combattimento a turni, nel quale la tattica farà da padrone.
La prima cosa che dovremo fare sarà posizionare i nostri personaggi all’interno di un’area prestabilita e poi potremo incominciare lo scontro vero e proprio. Il primo turno sarà sempre a favore degli avversari, da lì in poi, invece, potremo eseguire ogni azione della nostra squadra per poi passare il turno.
Durante ogni turno potremo muoverci di tot caselle, utilizzare tutte le abilità che vorremo – ovviamente nei limiti del mana disponibile – ed eseguire un attacco base. Se prima di muoverci attaccheremo, perderemo la possibilità di spostarci, perciò dovremo calcolare molto bene le nostre mosse prima di buttarci a capofitto sui mostri. Oltre alle azioni individuali di ogni personaggio, potremo sfruttare il potere delle magie, ossia abilità da usare “una tantum” che ci aiuteranno in caso di bisogno, come fornire più movimento o punti mana ad un personaggio.
Quando un nostro alleato perirà in combattimento sarà morto per sempre, una scelta di design molto punitiva ma che si sposa molto bene col concept alla base di Spear Song, ma nonostante questo ho trovato la difficoltà del titolo di Divovision relativamente bassa, con un intelligenza artificiale avversaria non proprio brillante e con una profondità delle meccaniche che non raggiunge lo spessore di quelle offerte dal titolo da cui Spear Song prende spunto.
Questione di appeal
Dal punto di vista visivo Spear Song se la cava abbastanza bene, soprattutto nell’estetica della mappa di gioco, che riprende lo stile di disegno medievale, molto stilizzato e caratterizzato da tratti spessi e poco colorati. Durante i combattimenti, invece, si passa a uno stile in 3D molto basilare ma che richiama i giochi da tavolo con le pedine, un effetto sicuramente voluto e che ho apprezzato, nonostante le animazioni un po’ legnose.
Il sonoro di Spear Song è nella norma, con una colonna musicale che ricorda i canti popolari slavi, ma che poteva enfatizzare molto di più quel lato folkloristico che sicuramente avrebbe giovato all’esperienza.