Dopo aver finito la demo di Spear Song e averne scritto l’anteprima sono rimasto con un pensiero fisso che mi tartassava: “quando ne posso avere di più?“. Ebbene il momento è giunto, e quella voglia di continuare a menare i mostri della mitologia slava è stata in parte placata. Dico in parte perché Divodivision Games ha optato per l’accesso anticipato come formula di pubblicazione, una scelta che ritengo essere perfetta per il tipo di gioco che stanno sviluppando, dove il bilanciamento è la chiave essenziale per la buona uscita del prodotto.
Durante la mia prova il team ha provveduto a pubblicare alcune patch correttive, frutto del feedback della community, andando a limare piccoli dettagli legati alle caratteristiche dei personaggi. Purtroppo oggi giorno per un piccolo studio indie pubblicare un videogioco è un azzardo bello grosso e andare sul mercato con un prodotto poco rifinito potrebbe essere un vero e proprio passo falso. Nel caso di Spear Song si tratta solo di aggiungere qualche contenuto in più e poi ci siamo, ma parliamone più nel dettaglio.
Spear Song: cosa è cambiato dalla demo?
Nell’anteprima dedicata a Spear Song illustravo nel dettaglio le meccaniche che caratterizzavano il rogue-lite di Divodivison Games, perciò in questa sede non mi ripeterò se non per una breve sintesi della struttura di gameplay, visto che dalla demo questo aspetto del titolo è rimasto pressochè invariato. In Spear Song dovremo prendere il controllo di un gruppo di mercenari, con l’obbiettivo di trovare e uccidere le terribili creature che popolano la regione.
Ci dovremo muovere all’interno di una mappa stilizzata e disegnata in stile medievale, composta da vari bivi che porteranno a incontri diversi: combattimenti, eventi, tesori e pietre miliari. Questo tipo di esplorazione, seppur semplice e funzionale, è molto limitata, e dopo la seconda regione non si è quasi per nulla incentivati a esplorare la mappa se non per farmare esperienza nei vari combattimenti sparsi per il territorio. Nonostante gli eventi provino in qualche modo a diversificare l’esperienza aggiungendo scelte morali da prendere, la somiglianza tra questi fa perdere l’interesse dopo poco tempo.
Parlando del core di Spear Song, ossia il suo combattimento, i cambiamenti fatti riguardano più la sfera del bilanciamento che altro. Se nella demo abbiamo evidenziato una difficoltà troppo bassa, nella versione ad Accesso Anticipato, Divodivision Games è corsa ai ripari, bilanciando il tutto per garantire un livello di sfida ben più alto di quanto visto prima. Questo ha fatto sì che ogni scelta intrapresa durante uno scontro abbia avuto il suo peso, soprattutto quelle contro le boss fight.
Altra aggiunta che approfondisce gli scontri è l’inserimento di uno skill tree, potenziabile all’aumentare del livello, che ci dà la possibilità di scegliere tra 4 abilità diverse per ognuno dei nostri eroi. Anche in questo caso le abilità sono ben congeniate e ben diversificate, anche dal punto di vista del bilanciamento, visto che la vera forza di ognuna di queste skill starà nel modo in cui le utilizzeremo in sinergia con quelle dei nostri compagni.
Rogue-like che non convince appieno
Spear Song è un buon gioco, il combattimento a là Banner Saga è appagante e non perdona il minimo errore ma c’è un ma. Sto parlando della struttura rogue-like del titolo, che così come è non invoglia a intraprendere l’azione fondamentale che un gioco di questo genere dovrebbe fare: riiniziare una partita. I motivi di questa affermazione sono abbastanza semplici in realtà, primo tra tutti è proprio la mancanza di quella randomicità tipica del genere: i nemici saranno sempre gli stessi e per conoscere le loro mosse sarà sufficiente una partita. Il loot è poco interessante e sarà sempre lo stesso, con bonus fissi alle caratteristiche e nessun effetto “particolare”.
Nel mio caso ho finito la run completa, arrivando al boss finale, al primo tentativo, nonostante abbia incontrato varie difficoltà durante la partita. All’inizio di ogni partita ci verrà data la possibilità di potenziare i vari edifici che troveremo all’interno dei villaggi in ogni regione e con questo aumenteremo di molto le nostre chance di sopravvivenza, soprattutto nelle fasi iniziali. Inutile dirlo, la mia seconda run è stata un incubo per i miei nemici e arrivato alla terza run la voglia di continuare a giocare a Spear Song è venuta meno. Ma ripeto, la causa non è la qualità del gioco in sé, ma piuttosto la mancanza di contenuti che spinghino il giocatore a premere nuovamente “Nuova Partita”.
Ma come accennato all’inizio della recensione, gli Accessi Anticipati servono proprio a questo. Perciò attendiamo (almeno io) trepidamente i prossimi aggiornamenti di Spear Song e soprattutto non vediamo l’ora di vedere la versione 1.0 del titolo di Divodivision Games e quali cambiamenti apporterà al loro rogue-like.
Squadra che vince non si cambia
Con questo titolo non mi sto riferendo al mio invincibile party capitanato da Anastasia, temibile evocatrice, ma del comparto sonoro e grafico di Spear Song, che si è aggiornato con un doppiaggio del tutto particolare per i nostri protagonisti in gioco: ogni membro della nostra squadra parlerà in russo. Scelta che all’inizio potrà spiazzare, ma che col tempo aggiungerà un feeling di originalità e di folklore all’avventura.
Per gli altri aspetti invece, come già evidenziato nell’anteprima, il lavoro svolto è ottimo, con modelli e mappe ben curate seppur minimali. I personaggi sono ben caratterizzati, ognuno con le proprie caratteristiche e anche i nemici risultano poche volte banali, riprendendo a piene mani dall’estetica dei racconti Slavi, dai quali Spear Song fonda l’intera cosmogonia.