Da quando Vampire Survivors è uscito per praticamente qualsiasi cosa sia dotata di uno schermo, i suoi cloni, più o meno riusciti, sono spuntati come funghi, tra questi anche Spellagis, lanciato da Eastasiasoft e creato da NipoBox. Un genere, quello degli auto-shooter, che è di una semplicità quasi disarmante, ma che se fatto bene ti potrebbe farti passare le ore senza davvero manco accorgertene, ma con così tanti cloni è davvero difficile emergere e nel caso di Spellagis, avere un prezzo budget potrebbe non essere sufficiente.
Nessuna storia in Spellagis, solo gameplay
Se non hai la più pallida idea di che cosa consista il genere degli auto-shooter, si tratta di arene in cui muovere il tuo personaggio, solitamente con una grafica a volo d’uccello. L’obbiettivo è quello di far fuori tutti i numerosi nemici che ti si pareranno davanti, sopravvivere e per farlo devi raccogliere i potenziamenti che verranno rilasciati. Spellagis non è niente di più e niente di meno, solo che qui la fine delle ondate è scandito da un timer.
Evita i nemici, raccogli le monete, acquista i power up
Come in altri esponenti del genere, in Spellagis il gameplay ruota attorno al prendere i panni di un mago che dovrà difendersi da una serie di arene, mentre orde di nemici si avvicinano senza sosta. Tuttavia, le opzioni di controllo a tua disposizione sono piuttosto limitate. In pratica, hai solo tre elementi sotto il tuo controllo diretto.
Il primo è il movimento. Puoi spostare il tuo mago usando lo stick sinistro e almeno inizialmente, sarà fondamentale destreggiarsi tra i nemici per sopravvivere. Per quanto riguarda il gameplay principale, finisce qui. Non puoi né mirare, né sparare, il gioco si occuperà automaticamente di entrambe le azioni. Se sei nuovo del genere, questo sistema può sembrare strano, ma titoli simili hanno già dimostrato che può funzionare molto bene. Di conseguenza, il tuo obiettivo principale è muoverti, raccogliere le monete lasciate cadere dai nemici sconfitti e sopravvivere fino alla fine di ogni ondata.
Il secondo elemento che puoi controllare è la scelta dei potenziamenti alla fine di ogni ondata (in totale ce ne sono quindici). Ti verranno proposti quattro potenziamenti, generalmente suddivisi tra miglioramenti delle statistiche (velocità di movimento, velocità di fuoco, danno, resistenza ai danni, ecc.) o armi extra (come un proiettile aggiuntivo o una torretta). La scelta dei potenziamenti è cruciale, ma nel caso di Spellagis, la strategia vincente si riduce quasi sempre a puntare su potenziamenti offensivi ogni volta che ne hai l’occasione. Questo sistema semplificato può essere efficace, ma rischia di risultare monotono nel lungo periodo.
Il terzo e ultimo aspetto che puoi controllare avviene tra una partita e l’altra, ovvero quando puoi acquistare potenziamenti permanenti. Anche in questo caso, la strategia migliore è iniziare migliorando il danno e poi espandersi da lì. Questi potenziamenti non sono solo utili per progredire più facilmente, ma risultano praticamente indispensabili. Senza di essi, è veramente difficile arrivare lontano nel gioco.
Detto ciò, Spellagis non è un gioco particolarmente impegnativo. A differenza di titoli simili come ad esempio Vampire Survivors, non si rischia mai di rimanere bloccati. Non c’è bisogno di farmare, visto che la progressione è abbastanza lineare con l’aumento della difficoltà. I livelli del gioco diventano gradualmente più difficili, con nemici che guadagnano maggiore potenza d’attacco o resistenza, ma il ritmo con cui si ottengono potenziamenti è adeguato a gestire queste sfide.
Ma c’è un problema davvero frustrante in Spellagis ovvero il sistema di rilevamento delle collisioni. La mancanza di precisione in questo aspetto è parecchio fastidiosa e spesso non c’è un feedback chiaro per capire quando ti hanno colpito. Questo difetto riduce la sensazione di controllo e può rendere il gameplay meno appagante. Nonostante non sia un problema insormontabile, rappresenta comunque un limite significativo per il gioco.
Ma non è l’unico difetto del titolo. Innanzitutto, il gioco risulta terribilmente monotono. I vari livelli del titolo offrono un’esperienza che praticamente non varia mai, stessi nemici, stesso sfondo generico, stesso gameplay. Non c’è alcun elemento di diversificazione. Se si guarda a titoli come Vampire Survivors, ogni livello e ogni personaggio offrono un’esperienza unica, ma qui tutto sembra uguale. Anche quando si sbloccano gli otto maghi giocabili, la differenza è minima, a parte uno che spara colpi a ventaglio, gli altri si comportano in modo pressoché identico.
Anche il numero di nemici sullo schermo andava gestito meglio, infatti raramente si superano i venti nemici contemporaneamente, a meno che non si tratti dell’ultima ondata. Quindi, se speravi di affrontare enormi orde in stile Vampire Survivors, resterai deluso.
Una grafica basilare, che più basilare non si può
Dal punto di vista tecnico, il gioco non fa nulla per distinguersi. Grafica e suoni sono di base e il gameplay è così semplificato da far sembrare Spellagis più un progetto studentesco che un prodotto commerciale. È come se fosse un primo tentativo di creare un gioco in stile Vampire Survivors, ma con risultati ben lontani dall’eccellenza del genere.
È un peccato, perché il genere degli auto-shooter può essere davvero coinvolgente quando è fatto bene. L’unico aspetto positivo di Spellagis è che offre qualche ora di gioco, superando la durata media di altri titoli simili, che spesso si esauriscono in trenta minuti. Tuttavia, non aspettarti di farti una seconda run con piacere, visto che non ti darebbe nulla in più.