Cosa accade quando Vampire Survivors incontra elementi appartenenti alla cultura asiatica? Nasce così Spellbound Survivors, il Survivors-like sviluppato da ToastedSquadStudios disponibile su Steam.
Il titolo prende chiara ispirazione dal gioco italiano sviluppato da Poncle, diventato un vero e proprio fenomeno e capace di dare vita a un nuovo genere. Vediamo nel dettaglio se Spellbound Survivors riesce a differenziarsi dalla propria musa ispiratrice o se le caratteristiche del gioco lo portino a essere uno dei tanti Survivors-like che proliferano sul mercato, con anche esperimenti bizzarri.
L’ennesimo Survivors-like su Steam o c’è di più?
Della trama del gioco non viene spiegato granché e non è presente un vero e proprio espediente narrativo. Il giocatore si ritrova ad affrontare una serie di livelli per giungere infine al cospetto dell’Overlord Wizard, un potente nemico che comanda vaste orde di mietitori di anime. Ogni scenario rappresenta una parte differente del regno dominato proprio dall’antagonista: da una foresta mistica all’antico deserto e alla tundra ghiacciata.
Spellbound Survivors: un gameplay fin troppo derivativo
Spellbound Survivors è un Survivors-like che, come anticipato in precedenza, è profondamente ispirato a Vampire Survivors. Prima di cominciare la partita il giocatore può scegliere tra gli oltre quindici personaggi selezionabili. Ognuno di essi, infatti, ha caratteristiche differenti: uno, ad esempio, ha maggiore velocità di movimento ma infligge meno danni, un altro sarà specializzato in armi a distanza o a corto raggio e così via. Oltre a ciò, ogni personaggio ha un’arma di partenza differente.
All’inizio del gioco, però, sarà possibile utilizzare solamente il Ronin, l’eroe che utilizza la katana. Per poter sbloccare le altre classi è necessario prima di tutto soddisfare alcuni requisiti, come ad esempio raggiungere un determinato livello con un certo personaggio oppure sopravvivere per una certa quantità di tempo in uno scenario, e poi acquistarlo con le monete che vengono raccolte durante la partita.
Una volta selezionato personaggio e livello, il giocatore viene immediatamente catapultato nello scenario. Il suo obiettivo è quello di sopravvivere il più a lungo possibile alle ondate di nemici, che diverranno sempre più numerose e impegnative da affrontare. Come nel titolo di Poncle, anche in Spellbound Survivors i comandi di gioco sono relativi solamente al movimento del giocatore e alla conferma della selezione dell’equipaggiamento.
Le armi, infatti, si attivano automaticamente. Sconfiggendo i nemici e assorbendo le sfere blu da loro rilasciate è possibile salire di livello, avendo così la possibilità di ottenere nuove armi e nuovi accessori che permettono di differenziare i propri attacchi e di avere vantaggi nel combattimento, come movimenti più rapidi o tempi di ricarica più veloci. Aumentando ulteriormente il proprio livello si può decidere se ottenere nuovi oggetti, fino ad avere un massimo di quattro armi e quattro accessori, o se ricevere un nuovo equipaggiamento.
Nel titolo di ToastedSquadStudios non sono solamente le meccaniche di gioco a risultare pressoché identiche a Vampire Survivors. Anche le armi e gli accessori, infatti, sono sostanzialmente una scopiazzatura nemmeno troppo velata del titolo di Poncle, e ritroviamo pressappoco gli stessi oggetti con nomi e forme leggermente modificati.
A dare un minimo di varietà sono alcune caratteristiche introdotte dagli sviluppatori. La prima riguarda il fatto di poter compiere una schivata, che si ricarica e che permette di evitare gli attacchi dei nemici. La seconda, invece, riguarda la possibilità di compiere un attacco speciale con il tasto Q. Questo attacco, differente per ogni classe, viene introdotto da una breve sequenza animata molto scenografica, e la possibilità di utilizzo è legata a un indicatore che viene riempito progressivamente sconfiggendo i nemici.
Allo stesso modo si carica anche un’altra abilità speciale, che può essere utilizzata quattro volte in altrettante maniere differenti: per raccogliere molto denaro, per rallentare i nemici, per ottenere tutte le sfere rimaste nello scenario e per evocare un potente mostro che danneggia gli avversari con danni ingenti.
Gli elementi di gioco, in generale, funzionano abbastanza bene. Questo non per meriti particolari degli sviluppatori, quanto per il fatto che si tratta di una formula ormai abbastanza consolidata. Le caratteristiche uniche introdotte in Spellbound Survivors, però, non bastano a dare originalità, freschezza e profondità a un gameplay che attinge in maniera troppo profonda da Vampire Survivors senza, però, restituirne a pieno l’impatto.
Nel gioco di Poncle, infatti, ogni partita risulta differente da quella precedente grazie alla profonda stratificazione del gameplay e alle numerose scelte che il giocatore può compiere in termini di approccio alla partita. Lo stesso, invece, non si può dire per il titolo di ToastedSquadStudios, che risulta molto meno vario da questo punto di vista, ad esempio per il fatto che gli oggetti siano meno numerosi e che non possano essere combinati tra loro, o che non siano presenti dei modificatori per le partite.
I nove scenari di gioco, invece, propongono una buona varietà di nemici da affrontare, che con lo scorrere del tempo e l’aumentare della difficoltà cambiano in maniera convincente. I livelli, però, pur offrendo ambientazioni diverse rimangono troppo anonimi e spogli, dando poche motivazioni al giocatore di esplorarli a fondo.
Anche la difficoltà della partita viaggia tra alti e bassi. Nelle prime fasi di gioco, infatti, il grado di sfida è fin troppo basso, rasentando quasi lo zero. Dopo qualche minuto, invece, la difficoltà si alza vertiginosamente, creando grosse problematiche. Questa pessima gestione del bilanciamento si riflette anche sulle caratteristiche dei personaggi. Alcune classi, infatti, risultano estremamente più forti rispetto ad altre: ciò fa si che, di fronte alla pur ampia scelta di eroi, si finisca con il selezionare sempre gli stessi due/tre perché garantiscono vantaggi troppo grandi rispetto agli altri.
A gravare ulteriormente sul gameplay è il fatto che il ritmo di gioco sia estremamente lento, soprattutto nel movimento del personaggio controllato dal giocatore.
Una realizzazione tecnica tra alti e bassi
Spellbound Survivors è un gioco con grafica in pixel art. Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto dagli sviluppatori è realizzato in maniera adeguata: gli sprite, sia degli eroi che dei nemici, sono ben realizzati, e gli scenari presentano una buona varietà di ambientazioni. Da questo punto di vista però, come anticipato in precedenza, è soprattutto la povertà di dettagli dei livelli e di elementi che ne incoraggino l’esplorazione a balzare all’occhio, rendendo così negativo il giudizio sul level design.
Dal punto di vista estetico, inoltre, colpisce il fatto che il menù iniziale e le schermate di gioco siano ricalcate in pieno sempre da Vampire Survivors. Un lavoro di differenziazione quantomeno delle grafiche dei menù avrebbe aiutato nel dare una propria identità al titolo, invece di restituire fin dal primo mento l’impressione di trovarsi di fronte a nient’altro che un emulo del gioco di Poncle.
La colonna sonora è invece frenetica quanto basta per coinvolgere il giocatore durante i combattimenti, mentre gli effetti sonori legati alle armi e ai nemici sono estremamente minimalisti.