Più Fango, Più Onore.
Spintires: MudRunner non è, lo metto subito in chiaro, un titolo d’azione. Non è adrenalinico, in senso stretto. Ciò che avrai davanti sarà un simulatore verosimile della nobile e delicata arte dell’off-road. Non parliamo solamente di fuoristrada sportivo ma anche e sopratutto legato all’ambiente lavorativo. In Spintires: MudRunner potrai guidare jepp, mezzi anfibi e camion tutti da lanciare nel fango e in quelle condizioni da cui ti terresti a debita distanza nella vita reale, anche solo per non sporcare i passaruota della tua Fiesta Vignale.
La deformazione del terreno fangoso al passaggio dei mezzi è realizzata davvero bene e sopratutto è ben finalizzata al gameplay: troppo gas causerà il pattinamento delle ruote con conseguente affondamento nel fango. Sarà quanto mai necessario, quindi, dosare correttamente l’acceleratore e saper inserire la trazione integrale e il blocco del differenziale alla bisogna. L’inserimento di questi ultimi è manuale e a discrezione del giocatore che, tramite l’esperienza, dovrà capire quando utilizzarli. Il cambio, invece, potrà essere utilizzato sia in automatico che manualmente. I vari ausili e accessori del mezzo che stiamo guidando sono raggiungibili tramite un menu a schermo poco intuitivo.
Fra questi accessori contiamo il verricello (lo userai, eccome se lo userai), la gru ecc. Le visuali di gioco sono due: esterna e interna. La visione dall’abitacolo dona maggiore immersività ma rende difficili alcuni passaggi per via della non percezione d’ingombro del nostro mezzo. Se MudRunner fosse compatibile con il VR sarebbe il Nirvana dei simulatori off-road. E invece no. Tornando a noi, la visuale esterna spesso sarà quasi obbligatoria per capire dove stiamo realmente mettendo le ruote e si presenta comunque ben fatta, grazie al fatto che potremo liberamente girare attorno al nostro mezzo. Nei momenti in cui dovremo utilizzare la gru, invece, sarà praticamente obbligatorio osservare tutto dall’esterno. Come difetti di gameplay segnalo, oltre al già citato menu confusionario, anche l’eccessiva asperità di ogni superfice: pure l’asfalto sarà costellato di buche e avvallamenti… decisamente oltre l’accettabile in una vita reale. Probabilmente peggio delle strade di Roma. In ultimo, guadagnare velocità significherà molto spesso perdere il controllo del mezzo. Si nota, da questo punto di vista, il fatto che il titolo è dichiaratamente costruito attorno all’esperienza off-road a bassa andatura. Presente il ciclo giorno-notte.
Bello tutto, ma la longevità?
MudRunner ha un grosso problema: la longevità. Mi spiego meglio. L’iniziale esaltazione di avere a che fare con un titolo per molti aspetti unico lascia presto il passo a una sensazione di ripetitività generale. La mappa è una sola e tutta sostanzialmente uguale, le tipologie d’insidie che troveremo non sono poi molto varie e sopratutto sorge una domanda: chi siamo? Non che in un’esperienza di questo tipo l’intreccio narrativo sia fondamentale però, d’altra parte, non avrei disdegnato un minimo di accenno alla componente storia.
Sopratutto nella modalità campagna, poi, sarebbe utile collegare le varie attività con un nesso logico e, qui e là, una piccola cut scene che descrive il nostro alter ego e il perchè si ritrovi fra le montagne in un mondo vuoto, senza persone e senza mezzi oltre a quelli guidati da noi. Questa solitudine pesa molto durante l’esperienza di gioco perchè ci rilega al ruolo di eremiti che girano per una mappa deserta. Male male. Per il resto, oltre alla già citata campagna in cui saremo chiamati a raggiungere spot visivi e completare diverse attività, sono presenti le modalità sfida e multyplayer. Nella modalità sfida, in particolare, dovremo portare a termine alcuni compiti rispettando le richieste della sfida stessa. Pure qui, le sfide sono poche. In generale, purtroppo, credo che MudRunner possa stancare troppo presto ed è un peccato: il gioco potrebbe dare molto di più.
In soccorso a questo viene in parte la modalità multiplayer, in cui potremo giocare con altre persone simultaneamente e quindi popolare la mappa, ma non è abbastanza.
E tecnicamente, com’è?
Graficamente MudRunner si difende abbastanza bene, le texture sono nitide e la modellazione poligonale convincente. Persiste un po’ troppo l’effetto nebbia, che la fa da padrone in qualsiasi condizione atmosferica, sia di giorno che di notte. La scelta di non riprodurre la strumentazione di ogni mezzo e di mettere una sorta di foglio nero con quadranti è capibile a livello di gameplay ma onestamente pessima dal punto di vista visivo. La palette di colori è realistica ma sempre un po’ troppo spenta. L’audio è convincente ma povero, con i rumori dei mezzi che non esaltano e spesso non corrispondono a quello che realmente stiamo facendo. Chiudo la carrellata con l’animazione delle mani sul volante: buggata. Il tutto è godibile anche su PC non al top, dove una GTX 1060 potrà maxare il titolo a 1080p, garantendo 60fps granitici. A ogni modo, vista la tipologia di gameplay, anche 30 fps vanno bene su MudRunner quindi sicuramente il tutto è giocabile anche su schede video oggi superate come GTX 750 o Radeon R9 270.
Altro da dire su Spintires: MudRunner non c’è, il titolo si presenta come un simulatore off-road nudo e crudo e senza fronzoli. Il gioco è disponibile per PC, Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch. Oltre al’esperienza base sono acquistabili anche alcuni DLC che ampliano il pacchetto: è ora del voto finale!