Sviluppato da 1M Bits Horde e pubblicato da META Publishing, Spirit of the Island è un simulatore GDR ibridato a un gestionale di fattoria con più di un elemento preso in prestito da Animal Crossing e con la possibilità di essere giocato anche in co-op. Noi abbiamo costruito la nostra fattoria e migliorato la nostra isola su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Spirit of the Island – la mia isola, le mie regole
La trama di Spirit of the Island non brilla per complessità e non prova a distaccarsi dai classici canoni del genere. Anche qui dobbiamo fare un viaggio solitario alla ricerca di noi stessi, lasciando i nostri genitori e volando via dal nido. L’obiettivo in Spirit of the Island è quindi quello di affrontare l’età adulta e quale modo migliore se non approdare su un’isola tropicale mezza abbandonata?
Eccoci quindi ad affrontare una vera e propria avventura alla scoperta dell’isola, dei suoi abitanti e anche di noi stessi e del nostro passato. Ma saremo onesti: salvo qualche lieve barlume e qualche abitante ben caratterizzato, la scrittura di Spirit of the Island è abbastanza sciapa e scontata. Alla fine è come se Harvest Moon si fosse scontrato con Animal Crossing, il tutto condito con un timido sistema di combattimento che ricorda vagamente quello di Fantasy Life ma molto, molto, meno fantasy ed evocativo.
Il colpo d’occhio di Spirit of the Island, infatti, richiama neanche troppo vagamente Animal Crossing col protagonista che ricorda la versione tozza del nostro avatar della serie Nintendo, quella dei primi capitoli. Qui però, oltre a dialoghi vari e ciclici, comunque presenti, c’è anche la possibilità di instaurare relazioni, inclusa quella amorosa in pieno stile Harvest Moon. Abbiamo anche una sezione nel menù dedicata proprio al livello affettivo con ogni personaggio principale. E a tal proposito, tali valori relazionali sono legati a come risponderemo alle loro domande.
Ebbene sì, in Spirit of the Island c’è anche una timidissima parte simil visual novel con scambi fugaci di battute e risposte da selezionare accuratamente per poter ottenere vantaggi, premi o semplicemente migliorare la relazione con il personaggio di turno. Ma anche in questo caso, niente di rivoluzionario o approfondito. Migliorano invece le missioni secondarie anche se inevitabilmente andranno a diventare presto ripetitive e scontate. Anche le feste stagionali, tipiche del genere, non sorprendono per profondità e attività, risultando piatte e poco approfondite rispetto alle controparti già citate.
Se narrativamente Spirit of the Island convince poco, il lato del gameplay sorprende per vastità ma delude per più di un punto critico. Sei pronto ad afferrare pala, piccone, canna da pesca, annaffiatoio e tutti gli strumenti classici più una spada per affrontare le miriadi di attività previste dall’opera di 1M Bits Horde?
Tante cose da fare e così poco tempo per farle
Il primo impatto ludico con Spirit of the Island può essere straniante. Man mano che muoverai i primi passi, infatti, verrai sommerso da una miriade di tutorial e non ti sarà subito ben chiaro a cosa stai giocando. Si inizia armati di spada come in un The Legend of Zelda e con la possibilità di falciare fili d’erba raccogliendo automaticamente i materiali che ne emergono. Oltre a menar fendenti, potrai anche saltare e correre. Ma la corsa porta alla stanchezza e qui scopri che il protagonista ha dei valori da tenere d’occhio.
Sonno, fame e sete sono i principali. Bisogna dormire, mangiare e bere onde evitare piccole limitazioni come un vistoso rallentamento. E considerando che il personaggio, di base, si muove già discretamente piano, è bene stare attenti. Oltre a ciò, una volta raggiunta la nostra casa tutta da riordinare, otterremo immediatamente altre nozioni venendo letteralmente bombardati di cose. Prima di tutto, troveremo ogni attrezzo del mestiere: dalla pala, al piccone, all’ascia, ecc.
Come in ogni altro sandbox stile agricolo che si rispetta, anche qui c’è un vero e proprio universo di crafting. Ogni cosa può essere distrutta fornendoci materiali da poter rielaborare o utilizzare per creare quasi di tutto. Infatti, in Spirit of the Island puoi costruire davvero di tutto. Non solo strumenti per elaborare materiali o produrre ulteriori strumenti, ma anche decorazioni per la casa (interni ed esterni), sistemazioni dei campi e persino aggiunte massicce all’isola stessa.
Esatto, in Spirit of the Island non dovrai badare unicamente alla tua fattoria ma anche all’intera isola gestendo il flusso di attività, aprendo negozi, creando attrazioni e provando ad attirare quanti più turisti possibili. Turisti che, se si troveranno bene, potranno decidere di restare lì in pianta stabile. Nuova gente è uguale a nuovi soldi ma anche a nuova manodopera. E in Spirit of the Island il commercio è la base di tutto, il motore ruggente di ogni tua attività. Se all’inizio ti affannerrai creando bauli dove conservare cose e bancarelle dove vendere quanto faticosamente coltivato o creato, col tempo molte cose si automatizzeranno.
Creerai negozi, ti affilierai ad altri cittadini e soprattutto, viaggerai. Spirit of the Island è un arcipelago e questo significa che ci sono molte altre isole da scoprire. E lo ammettiamo, l’esplorazione in Spirit of the Island è divertente grazie a una varietà sorprendente di cose da fare, raccogliere e creare. Considera che oltre alle attività da fattoria e quelle più simili ad Animal Crossing dove appunto t’interfaccia con i cittadini e cerchi di soddisfare le loro necessità, ci sono anche dei banali dungeon dove lotterai alla scoperta di tesori.
Ogni attività, ogni azione, comporta un qualche accumulo di esperienza per ottenere e migliorare abilità e sbloccare nuove ricette per creazioni ancora più efficienti e utili. Il protagonista è dotato di dieci abilità (pesca, agricoltura, cibo, ecc.) che aumentano di livello all’aumentare delle attività a loro legate come in Fantasy Life anche se nell’opera di Level5 il sistema era legato alle gilde.
Da segnalare la gradita possibilità di poter giocare Spirit of the Island in compagnia di un altro giocatore grazie alla co-op online. Il titolo è interamente fruibile in coppia e potrai condividere le risorse, costruire insieme e vivere l’avventura in compagnia il che rende i combattimenti, già di base semplicissimi e molto facili, ancora più banali.
Il lato oscuro dell’isola
Spirit of the Island contrappone a una vastità di cose da fare, una vastità di problemi di vario genere. Si inizia con caricamenti vari a cui seguono diverse tipologie di rallentamenti con alcuni decisamente fastidiosi. Non mancano elementi che vengono ricaricati in ritardo o altri che semplicemente non subiscono danni nell’immediato anche se efficacemente colpiti. Da segnalare anche qualche lieve problema di compenetrazione poligonale.
Lo stesso protagonista più volte ha impugnato la spada così male che sembrava trafiggersi il cranio da solo. Seguono anche alcuni piccoli bug come personaggi che non si muovono o che semplicemente non seguono la routine che dovrebbero. A tal proposito, sì, Spirit of the Island è scandito ovviamente da un orologio e un calendario interno con le inevitabili stagioni, eventi stagionali, cambi di colore e introduzione e sostituzione di relativi materiali.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Spirit of the Island soffre un po’ d’identità. Il primo impatto sembra una sorta di Animal Crossing per poi virare verso uno stile simil Koa and the Five Pirates of Mara (e a tal proposito qui trovi la nostra recensione). Il riciclo di elementi è inevitabile e qui anche in modo abbastanza massiccio. Non mancano scenari evocativi e più graziosi ma buona parte delle isole non brilla per originalità.
Buono invece il livello di personalizzazione dove puoi davvero creare e costruire di tutto. Certo, non siamo ai livelli del già citato Animal Crossing, ma i menu sono tanti (anche se esteticamente orrendi e poco pratici) e traboccano di cose da creare. E parlando d’interfaccia, questa è brutta, scomoda e in parte legnosa. Già solo spostare gli oggetti dalla limitata borsa a una qualche cassa richiede un procedimento poco intuitivo e che richiede un po’ di pratica.
In effetti, molte cose in Spirit of the Island richiedono pazienza e tempo, in fondo parliamo comunque di un titolo dal ritmo decisamente compassato e non adatto a tutti. Il sonoro stesso, poco originale ma comunque gradevole e mai invadente, è in linea con le atmosfere rilassate del titolo. Un titolo orfano ingiustamente dei sottotitoli in lingua italiana (tra l’altro previsti nella campagna Kickstarter e che dovrebbero essere aggiunti successivamente).