Star Citizen è un gioco MMO sandobox in esclusiva PC che definire ambizioso è riduttivo, tant’è che il progetto fu rifiutato dall’industria videoludica stessa. Nonostante questo gli sviluppatori del gioco non si arresero e il 10 ottobre 2012 iniziarono una campagna di finanziamento che, grazie a delle ottime idee di marketing, è culminata a dicembre 2018 con un budget totale di 264 milioni di dollari.
Ma non è tutto oro quel che luccica e il gioco da qui al 2012 è stato “vittima” di parecchie polemiche e controversie: lecito citare il fatto che il Ceo di Cloud Imperium Games, Chris Roberts, nel 2014 affermava che il gioco avrebbe potuto veder la luce l’anno stesso, cosa che diede a intendere che effettivamente c’era un po di confusione in fase di sviluppo, tant’è che siamo a fine 2018 e il gioco è slittato al 2020.
Criticato da moltissime testate del settore fra cui Kotaku, Star Citizen ha ricevuto i Vaporware Awards di Wired nel 2016: il gioco è stato premiato con “Most Likely to Flop” sia per il 2016 che per il 2017. Il titolo ha quindi avuto uno sviluppo complesso, travagliato e confusionario anche se ciò che è stato mostrato fino ad ora è rassicurante considerando quanto il progetto sia mastondico.
Chris Roberts punta in alto, forse troppo
In questo contesto di grandi speranze e promesse, sfiducia e sopratutto dichiarazioni forti quasi mai rispettate dal team se ne è aggiunta un’altra recentemente rilasciata dal Ceo Chris Roberts. Ai microfoni di GameBeat rilascia infatti una dichiarazione molto ambiziosa ma anche un pizzico presuntuosa facendo un confronto con blockbuster amati da critica e consumatori. Sembra infatti che la modalità campagna di Star Citizen chiamata Squadron 42 sarà curata nel minimo dettaglio:
“Ogni singolo personaggio secondario ha i propri archi e le proprie storie. E’ legato abbastanza strettamente a come si svolge la storia. Sul piano emotivo sarà un’esperienza che sarà davvero fantastica per i giocatori”.
“So che anche altri giochi, come GOW, RDR2 e TLOU, presentano elementi simili a questo. Ma mi sento come se fossimo ad un livello che sta al di sopra di tutto il resto, per quanto riguarda il livello di connessione, recitazione e caratterizzazione. Ma naturalmente io sono di parte. Spero che tutto questo spinga in avanti il senso di interazione. In passato le avremmo chiamate “film interattivi”, queste storie in cui le star le guidiamo noi”.
Ci tengo a sottolineare che il videogiocatore che scrive spera profondamente che il titolo nella sua release finale esca meraviglioso come promesso. Allo stesso tempo abbiamo già visto quanto successo con No Man’s Sky: Hello Games ha caricato l’aspettativa del pubblico con dichiarazioni eccessive, persino ingannevoli, che hanno finito per schiacciare il titolo alla sua uscita. Adesso possiamo solo tenere le dita incrociate fino al 2020 ma sopratutto sperare di avere un hardware in grado di reggere un gioco di questo (possibile) calibro.