Starfield non arriverà su PlayStation, su questa affermazione si sta speculando da mesi, anzi diciamo che dallo scorso settembre, con l’annuncio dell’acquisizione di Zenimax da parte di Microsoft, si cerca di capire se tutti i prossimi titoli Bethesda sarebbero o meno diventati un’esclusiva Xbox.
A sentire il capo di Xbox, Phil Spencer, non ci sono dubbi, le sue affermazioni di marzo lasciano poco spazio ad interpretazioni, e con l’arrivo imminente dell’E3 di giugno, le acque si agitano ogni giorno di più. La scorsa settimana con un post su Twitter il famoso giornalista Jeff Grubb confermava quanto detto sopra: “Starfield sarà un’esclusiva Xbox e Pc, questo sono io che lo conferma“.
Starfield is exclusive to Xbox and PC. Period. This is me confirming that. https://t.co/j78Msk8nyG
— Grubb (@JeffGrubb) May 15, 2021
Di fatto quest’affermazione ha creato un piccolo caos nelle community di videogiocatori: c’è stato chi non credeva che potesse mai essere vero, chi ha definito Starfield un futuro fallimento in stile Fallout 76 e chi invece non si aspettava niente di diverso, ma le discussioni come sempre si sono animate piuttosto facilmente sui social.
In tutto questo caos, però, Jeff Grubb, ha provato a spiegare il perché questo titolo non arriverà su PlayStation, con motivazioni che non possono non mettere d’accordo più o meno tutti, al netto delle resistenze dei fanboy accaniti da una parte e dall’altra di uno steccato chiamato “console war”. Vediamo insieme la sua analisi sulla questione.
Starfield: l’analisi di Grubb
Il giornalista parte proprio dalle parole di Spencer rilasciate durante il roundtable tra Xbox e Bethesda a marzo, aggiungendo lui stesso che questa situazione si applica a Starfield grazie a fonti molto vicine a chi decide queste cose.
Dice che molte persone chiedono informazioni riguardo a Starfield su PlayStation 5 perché non hanno idea del ragionamento di Microsoft; d’altra parte Sony o Nintendo avrebbero sicuramente vincolato i titoli all’esclusività delle loro piattaforme, dopo un’acquisizione del genere, mentre la storia di Xbox con titoli come Minecraft è diversa sotto questo punto di vista.
Aggiunge però che Minecraft è già una piattaforma a sè stante, con transazioni in-game e una base di milioni di giocatori ben consolidata, quindi ha senso da parte di Microsoft cercare di diffonderla il più possibile anche sulle console competitor.
Il discorso su Starfield invece è diverso perché viene considerato un mezzo per ampliare ancora di più la diffusione del Game Pass.
Microsoft ha sicuramente indagato infatti sul come sarebbero stati i suoi dati finanziari se avesse reso esclusivi o meno i titoli Bethesda, scegliendo infine l’esclusività di tali. Perdere i soldi degli utenti Sony che avrebbero acquistato il gioco, sembra quindi un rischio accettabile; visto il ritorno che un titolo di questo calibro può portare in termini di nuovi abbonamenti al Game Pass, ma anche in vista di un consolidamento e una fidelizzazione con i propri utenti, i quali continueranno a giocare ed acquistare ancora più giochi sulle piattaforme Xbox.
Ma quello che poi dice riguardo un altro titolo Bethesda ha una rilevanza ancora maggiore rispetto al resto. Un gioco che ha una portata e un seguito davvero numeroso e affezionato: sto parlando di The Elder Scrolls VI, che come Grubb afferma, potrebbe seguire l’esempio di Starfield e rimanere quindi un’esclusiva di tutte quelle piattaforme che supportano il Game Pass. Questo si che sarebbe davvero un fulmine a ciel sereno, dato che l’esclusività di un gioco come questo è davvero in grado di rompere gli equilibri del settore, di spostare, o quantomeno avvicinare, moltissimi giocatori al servizio in abbonamento, anche quelli più scettici o affezionati ad altre piattaforme.