Starfield è finalmente arrivato e i player di tutto il mondo si sono tuffati in questa avventura. Il gioco era stato già apprezzato durante l’accesso anticipato su Steam, ma ora che è ufficialmente approdato su tutti gli schermi si prospetta un bel successo. Anche David Jaffe e Phil Spencer si sono espressi sulla loro esperienza con il titolo, oggi però vogliamo parlarti invece del parere di Todd Howard stesso, che ha deciso di raccontarci qualcosa in più sulla sua visione.
Starfield: nei giochi di questo genere le scelte sono essenziali, secondo Todd Howard
In una recente intervista con BBC, Todd Howard ha deciso di dire la propria riguardo a titoli come Starfield, che richiedono molte ore per essere completati. BBC si è infatti chiesta se davvero i videogiochi con così tante ore di gioco e così tante scelte siano la strada giusta, considerando che comunque la maggior parte dei giocatori non proverà mai tutte le combinazioni.
Secondo Todd Howard però la risposta è sì: le opzioni sono fondamentali e i titoli lunghi non sono un problema.
“Nella mia carriera ho scoperto due cose sulle persone che giocano. Spesso giocano a un titolo per molto tempo piuttosto che passare a qualcosa di nuovo. Ma anche se dovessero giocare solo 10 o 20 ore finendo la storia principale, avranno almeno visto che vi sono altre scelte a disposizione.”
L’uomo sostiene anche che in questo modo l’esperienza di ogni giocatore sarà diversa da quelle degli altri, con una personalizzazione che in fin dei conti contribuisce a delineare il percorso più appagante e divertente.
Ma non finisce qui, perché secondo l’uomo le opzioni sono fondamentali anche per un fattore di longevità e per invogliare il giocatore a riprendere in mano il titolo:
“Le opzioni sono ciò che, secondo me, fa sì che un gioco continui a essere nella propria testa. Quando lo metti giù inizi a pensare “Quando potrò continuare? Cosa farò dopo?”. […] Sai che le cose stanno iniziando a prendere forma quando devi testare qualcosa, è tardi e devi finire presto. Inizi a giocare e subito dopo sono passate tre ore, e ti ritrovi a dire: “Oh, mio Dio, non me ne ero nemmeno accorto!” È allora che inizio a vedere la luce alla fine del tunnel e so che siamo sulla buona strada.”
Insomma, un gioco lungo senza possibilità di personalizzazione probabilmente non riuscirebbe a catturare il player allo stesso modo, secondo Howard. Chissà se anche i giocatori possono concordare con lui!