Sviluppato e pubblicato da 2Awesome Studio e Hovgaard Games, Startup Company è un singolare videogioco che va a simulare la costruzione e gestione di una startup, focalizzandosi soprattutto sul lancio nel mercato e nella gestione di struttura e team. Noi abbiamo provato a fondare la nostra startup su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Startup Company – più complesso di quel che sembra
Tecnicamente parlando, Startup Company è un gioco di simulazione aziendale con una struttura da sandbox (quindi potenzialmente infinito). Il nostro ruolo sarà molteplice e, oltre a essere fondatore della startup, avremo voce in diverse decisioni dalla gestione del personale fino al marketing, passando per la struttura dell’ufficio.
L’universo di Startup Company richiama in parte quello reale senza però citare direttamente i colossi digitali contro cui andremo a scontrarci. Un esempio? Un tale Gugle. Comunque, venendo a noi, in quanto imprenditori novelli, il nostro scopo sarà dare un nome all’azienda, un logo e iniziare la nostra avventura imprenditoriale.
Lo scopo del titolo, ovviamente, è quello di scalare la vetta e diventare i migliori nel mondo ma, volendo approfondire meglio le tematiche e la struttura ludica stessa del titolo, da buon simulatore, prova a farci vivere, virtualmente, l’esperienza e le difficoltà di una startup nascente. E in questo Startup Company riesce abbastanza bene. I momenti di difficoltà non mancheranno così come uno spaesamento iniziale non indifferente. Purtroppo però il titolo non è esente da difetti e la conversione su Nintendo Switch non è indolore. Scopriamo insieme perché.
Quante cose da fare per una startup
In Startup Company, come accennato, potremo gestire e personalizzare diversi elementi. Oltre al prodotto principale del nostro successo, identificato nel sito internet, potremo metter voce e mano all’ufficio, al personale e alle campagne di marketing.
Il sito internet, il nostro gioiello, fonte di guadagno e successo, è quello che dovremo curare di più. Più saliremo di livello, più sbloccheremo nuove funzionalità che riguarderanno tanto il lato software quanto quello hardware (proprio in termini di server, materialmente parlando). Quindi la potenza, il traffico che può sostenere, la tipologia di utenza che cattura e quant’altro.
Per valutare i progressi, avremo a disposizione una serie di statistiche (un mucchio di grafici, numeri e schemi). Questo può appassionare chi è avvezzo a questa particolare tipologia di simulatore, mentre non farà nulla per avvicinare tutti gli altri, anzi. Il gioco non è molto accessibile a chi non mastica il genere, nonostante un tutorial abbastanza esaustivo e corposo.
Il problema principale risiede nel vasto e dispersivo menù e nell’animo tanto da simulatore quanto da gestionale. E no, non gestiremo solo il sito web con la relativa struttura tecnica. L’azienda, per funzionare, ha bisogno di gente capace, che ha voglia di lavorare e che, soprattutto, si trova bene nell’azienda.
Per fare ciò, bisognerà tenere d’occhio lo status dei nostri dipendenti, i loro desideri, le loro mansioni e abilità. Tenere quindi cura dell’ambiente di lavoro è essenziale. Ecco quindi che la gestione dei soldi, tra acquisti, stipendi e quant’altro, è un’operazione da effettuare con attenzione e una buona strategia. Inoltre, in Startup Company non è facilissimo intraprendere la giusta strada verso un guadagno costante e sicuro ma, una volta scovata la via del successo, il titolo passa da una difficoltà medio/alta a una discesa vertiginosa e fin troppo rilassante e permissiva.
Per quanto riguarda le campagne di marketing, queste sono varie, ben implementate e sorprendentemente simili a quelle reali (con le dovute differenze, ovvio). Localizzare il giusto pubblico, pianificare una campagna e studiare i risultati è un’operazione che rispecchia in parte il nostro mondo.
Da evidenziare, inoltre, come nonostante diverse attività e parametri da tenere sotto controllo, Startup Company tenda ad annoiare abbastanza presto (specialmente i meno avvezzi al genere). Questo perché ci destreggeremo principalmente tra i menù e agendo direttamente principalmente sulla composizione dell’ufficio (che potremo anche cambiare e ampliare procedendo nell’esperienza).
Il gioco dispone anche di un pratico sistema della gestione del tempo (che puoi velocizzare o mettere in pausa) in quanto l’esperienza scorrerà in tempo reale (inclusi gli eventuali profitti e insuccessi). Mettere pausa per tirar fiato e ponderare sui prossimi passi da effettuare onde evitare un possibile tracollo o riflettere su un investimento esoso e/o rischioso o quant’altro, è un consiglio da non sottovalutare e che no, non puoi fare nella vita reale.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Startup Company non esalta, anzi. Ha una struttura estetica abbastanza minimal e terribilmente ripetitiva, soprattutto per quanto riguarda i personaggi a schermo che risultano anonimi e tutti simili tra loro.
Nonostante la possibilità di poter personalizzare gli ambienti interni dell’azienda, non c’è granché che riesca a stupire e il gioco non si concentra neanche tanto su questo (non siamo mica in The Sims).
Anche il sonoro svolge il suo ruolo in modo timido e fin troppo discreto, fungendo da accompagnamento senza mai risultare troppo invadente né memorabile.
Nota amara per quanto riguarda la conversione per Nintendo Switch. Se la modalità in dock si difende abbastanza bene, quella portatile è afflitta da una dimensione dei caratteri un po’ troppo piccola. A differenza di altri titolo, sono leggibili ma per alcuni potrebbe risultare un ostacolo.
Inoltre, la tipologia di gioco, nato su computer, non trova nei controlli dell’ibrida Nintendo una pari comodità. Anzi, per gestirsi tra i menù e le varie attività, dovrai spendere un po’ di tempo e abituarti. Niente di proibitivo ma che va a unirsi alla già complessa accessibilità del titolo.
Infine una nota positiva per la presenza dei sottotitoli in italiano, considerando la mole dei contenuti e la complessità di alcune attività, non può che far la gioia soprattutto degli appassionati.