Nel 2015 l’organizzazione di consumatori francese UFC – Que Choisir ha denunciato Steam. In realtà ci sono stati vari motivi sotto la denuncia dell’organizzazione all’amministratore della piattaforma, ma qui parleremo di uno di questi, che potrebbe essere persino una vittoria per molti videogiocatori.
Infatti Que Choisir ha rivendicato il diritto dei videogiocatori di rivendere i loro giochi dato che per adesso, per l’appunto, non è possibile farlo.
Così, quattro anni dopo, un tribunale francese ha deciso a favore di UFC-Que Choisir. Valve prevede di fare appello.
Tutte le parti, sembrano a favore di UFC: così come il sito francese Numerama, si schiera da parte di UFC-Que Choisir anche l’Alta Corte Francese, e se l’appello di Valve fallisce questa sentenza non avrà conseguenze solo in Francia, ma in tutta l’Unione Europea.
E, per altro, il tribunale non ha trovato la difesa di Valve, secondo cui Steam è un servizio di abbonamento, convincente; anche perché nella versione originale della denuncia, Que Choisir prese di mira l’impossibilità di riavere il denaro speso su Steam se eventualmente l’account venisse cancellato.
Così la sentenza affermata nel tribunale di Parigi enuncia che la società dovrà invece rimborsare gli utenti che lo richiedono: Valve dovrà assumersi la responsabilità di ridare i soldi spesi agli utenti se un prodotto non li ha soddisfatti, anche nel caso di una beta. Anche i diritti di Valve sulle mod degli utenti e sui contenuti della community verranno ridotti e la società dovrà chiarire le condizioni in base alle quali gli utenti possono perdere l’accesso a Steam a causa di comportamenti scorretti. Se Valve rifiuta di modificare le sue regole e di pubblicare la decisione del tribunale su Steam entro un mese, dovrà pagare una multa fino a 3.000 euro al giorno per un massimo di sei mesi.
Valve però non si arrende, e un rappresentante scrive ciò in una mail al sito Kotaku:
“Non siamo d’accordo con la decisione del tribunale di primo grado di Parigi e la faremo appello. La decisione non avrà alcun effetto su Steam mentre il caso è in corso.”
Quindi, per adesso, non è ancora possibile avere dei cambiamenti effettivi nella piattaforma, ma è notevole lo sforzo fatto da UFC- Que Choisir per far avere questo diritto ai videogiocatori, anche perché ci hanno provato anche altri tribunali: una sentenza del tribunale australiano del 2014, ad esempio, ha portato all’attuale politica di rimborso di Steam. Per ora, tuttavia, il caso è ancora in corso e quindi non si ha ancora una conclusione certa.