Dopo le nostre prime impressioni su Steel Seed a fine dello scorso maggio, gli sviluppatori romani Storm in a Teacup ci hanno offerto la possibilità di provare nuovamente il loro ultimo titolo con una seconda anteprima, alla quale ho recentemente partecipato. Saranno riusciti, attraverso questi minuti di gameplay, a catturare il mio interesse? Scopriamolo insieme.
Le (poche) informazioni sulla trama
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, Steel Seed è un videogioco action-stealth sviluppato dall’italianissima Storm in a Teacup e pubblicato da ES Digital. Il titolo è ambientato in un futuro molto prossimo dove la corsa alle innovazioni tecnologiche è sfuggita di mano: la nostra specie infatti è entrata in guerra contro dei feroci robot, i quali stanno velocemente portando all’estinzione il genere umano.
É vero, tutto ciò può sembrare qualcosa di visto e rivisto in mille forme e salse diverse, ma aspetterei un attimo prima di dare un giudizio: ciò che ho raccontato è solo la sinossi del titolo, che vuole descrivere a tratti il mondo con cui interagiremo. Questo significa che sto difendendo il gioco a mani basse? Assolutamente no, ma nell’anteprima ho potuto giocare solo l’introduzione senza poter approfondire in alcun modo la storia generale, perciò vorrei dare a Steel Seed il beneficio del dubbio e aspettare il giorno del suo rilascio.

In Steel Seed vestiremo i panni di Zoe, la figlia di uno scienziato che dopo un esperimento si risveglia in un corpo quasi totalmente meccanico. Il nostro scopo sarà quello di addentrarci in un mondo fatto di metallo e cavi pendolanti alla ricerca del nostro genitore, il quale sembra essere scomparso senza aver lasciato alcuna traccia.
Un sci-fi dalle ambientazioni niente male
Come accade anche per tanti altri generi, la scelta dell’ ambientazione è di fondamentale importanza e credo sia un pensiero condiviso da tutti. Lo sanno bene anche i ragazzi di Stom in a Teacup che per questo Steel Seed sono riusciti a confezionare, seppur prendendo forte ispirazione da vari film e manga, degli scenari che in qualche modo riescono a mantenere una propria identità: certo, molti elementi richiamano fortemente titoli come Stellar Blade o Matrix, ma comunque nel corso della mia partita esplorare quelle aree non mi ha stufato per nulla e mi è capitato più volte di fermarmi qualche secondo in più per osservare con piacere il lavoro svolto dagli sviluppatori.
Inoltre il colpo d’occhio è veramente bello, merito del buon lavoro svolto con Unreal Engine 5 che riesce a regalare una buona illuminazione ambientale. Anche i modelli dei personaggi fanno il loro lavoro, ma devo ammettere che avrei preferito una Zoe un po’ meno “luminosa” e più umana (stilisticamente parlando) così come una maggiore varietà nel design dei nemici robot, un po’ troppo simili tra loro.

Purtroppo l’anteprima che hanno proposto ruotava attorno ad un’unica tipologia di scenario: infatti per tutto il tempo ho giocato all’interno di stanze chiuse, ma mi sarebbe piaciuto esplorare anche spazi più aperti come visto nei vari trailer.
Fortunatamente nella pagina Steam del titolo ho trovato una demo aperta a tutti dove questa mia volontà è stata in parte esaudita: la prova è ambientata in una mappa all’esterno, con un terreno più accidentato così come più elementi visibili a schermo (soprattutto in profondità), tutto a supporto del buon colpo d’occhio che come prima rimane positivo. Ovviamente non è esente da difetti: alcune texture viste da vicino non sono pulitissime, ma è pur vero che di titoli indie del calibro di Steel Seed se ne vedono ben pochi.
Steel Seed, un cocktail di approcci differenti
All’interno dell’industria videoludica Steel Seed si pone principalmente come uno stealth game e, facendo qualche partita, il messaggio che arriva è abbastanza chiaro: Storm in a Teacup non vuole rivoluzionare il genere, ma preferisce creare qualcosa di divertente da giocare e che sappia fare il suo lavoro pur aggiungendo alcune meccaniche interessanti.
La nostra protagonista verrà costantemente affiancata da KOBY, un drone volante dotato di intelligenza propria che sarà di grande aiuto per tutta la durata del gioco. La sua presenza è fondamentale per il gameplay, poiché la maggior parte delle abilità e dei gadget lanciabili verranno attivati proprio da lui su nostra richiesta.
Una tra le molteplici funzioni del nostro compagno sarà quella di darci un supporto durante la fase di ricognizione: infatti, con la pressione di un tasto specifico, potremo assumere il comando del drone e una volta in volo riusciremo a marcare i nemici di quell’area. Questa fase, molto importante, ricorda parecchio Farcry 3 dove, una volta posizionati su un punto situato in alto per osservare un avamposto, attraverso l’utilizzo della fotocamera era possibile marcare i nemici per conoscerne la posizione e rimanere costantemente aggiornati sui loro movimenti.

Ma non è tutto oro ciò che luccica: pur riuscendo a muoversi rapidamente, anche al comando di KOBY dovremo stare attenti a non farci individuare dai nemici. Nel caso dovesse succedere non avremo molte alternative, se non quella di tornare dalla protagonista per riassumerne il comando e cominciare uno scontro corpo a corpo mandando all’aria tutto il piano studiato a monte. Se non dovessimo riuscire a riportare KOBY indietro, questo verrà attaccato fino a quando la sua barra della vita non scenderà a zero: in questo caso, il nostro drone deciderà di fuggire e per un po’ di tempo non sarà possibile in nessun modo richiamarlo, impedendoci di poter usare i nostri gadget durante questo lasso di tempo.
Gli elementi che arricchiscono lo stealth
La fase della ricognizione di Steel Seed sarà molto importante per capire le ronde degli avversari durante la loro normale attività: nei panni di KOBY infatti potremmo vedere, grazie a delle linee disegnate per terra, il percorso che i nostri bersagli intraprenderanno e dovremo pensare bene ad ogni nostra mossa per rimanere nascosti. Così come il design delle mappe persino la posizione dei nemici è stata ben studiata e, seppur l’intelligenza artificiale delle volte non brilla particolarmente, liberare una zona non è una cosa sicuramente immediata da fare.

Tra i vari gadget disponibili ne è presente qualcuno in particolare che merita la nostra attenzione e che arricchisce ulteriormente il nostro gameplay. Oltre ai classici lanciabili che stordiscono l’avversario o lo attirano verso la direzione da noi desiderata, avremo modo di posizionare dove vogliamo una piccola area in grado di nasconderci agli occhi dei nostri avversari, agendo indisturbati finché terremo una distanza adeguata (come l’erba alta di Horizon: Zero Dawn che permetteva ad Aloy di mimetizzarsi agli occhi delle sentinelle, solo che non era posizionabile).
Inoltre è interessante citare l’abilità di hacking di KOBY: se al posto di abbattere il nostro bersaglio decidessimo di hackerarlo (spendendo però qualche secondo in più), questo diventerà un nostro alleato per un breve periodo e non si scoraggerà ad attaccare i suoi simili, che risponderanno al fuoco regalandoci così molteplici opportunità di azione.
Un combat system troppo semplificato
Per quanto Steel Seed sia un gioco stealth, ci viene offerta la possibilità di affrontare i nostri nemici a viso aperto prediligendo così un approccio più action. Tuttavia, per quanto KOBY sia ben fornito sia di lanciabili che di armi da fuoco, durante i combattimenti i movimenti della nostra Zoe non convincono particolarmente così come la profondità del sistema di combattimento.

Una volta cominciato uno scontro si nota subito come le animazioni che la protagonista usa per attaccare siano sempre le stesse, contribuendo a rendere questa fase poco interessante e obbligando chi gioca a cercare di evitarla quando possibile. Al di là dei movimenti, va fatta una critica proprio alla meccanica generale del corpo a corpo, che sembra snellita fino all’osso: oltre che attaccare, l’unica altra cosa che è concessa fare è la schivata la quale se fatta al tempo giusto rallenterà il tempo per qualche secondo così da poter rispondere al nemico.
Da queste considerazioni è facile intuire come le poche animazioni unite ad un sistema di combattimento troppo asciutto rendano questa parte di Steel Seed veramente macchinosa che personalmente ho preferito evitare il più possibile. Certo, è possibile migliorare le nostre caratteristiche attraverso l’ albero delle abilità ma ciò non va a migliorare il combat system in sè: da quanto visto nella demo, attraverso l’albero potremo potenziare alcuni parametri come l’attacco e la difesa ma tutto ciò non va ad aggiungere nulla di così particolare.
Le animazioni e il parkour
Infine è importante spendere due parole per il sistema di parkour e le animazioni del gioco di Steel Seed: le fasi di arrampicata, che nei vari trailer sembra essere interessante, purtroppo sia nell’anteprima che nella demo pubblica vengono solo accennate per cui non è possibile provare molto. Da quel poco che sono riuscito ad osservare sembra essere un incrocio tra un Uncharted e un Prince of Persia per PS2, dove sono presenti appigli vari su cui appendersi piuttosto che vari muri su cui poter correre.

Per concludere, le animazioni dei vari personaggi a schermo non urlano al miracolo: non sono sicuramente da buttare sia chiaro, ma in alcune circostanze avrei preferito qualcosa di più elaborato. Mentre si cammina o ci si arrampica con la protagonista il tutto è ancora accettabile, ma in altri casi (come per esempio quando si salta da un punto più alto) Zoe diventa molto più legnosa e rigida, purtroppo minando un po’ l’esperienza immersiva di chi gioca.
Conclusioni
Beh che dire, a conti fatti Steel Seed potrebbe essere davvero una piccola sorpresa inaspettata: presenta sicuramente dei difetti visibili come la pulizia delle texture e alcune animazioni non proprio azzeccate, ma dall’altra parte quello che mi ha piacevolmente sorpreso sono la componente stealth e il design del mondo di gioco il quale, seppur prende spunto da altre opere, riesce a rimescolare il tutto offrendo al giocatore un qualcosa diverso da un semplice copia e incolla.
Ho trovato particolarmente interessante la meccanica di KOBY per la quale, una volta sconfitto, per un po’ non sarà possibile usare alcun gadget a nostra normale disposizione, dovendo così gestire la situazione in un altro modo. Qualunque passo falso che faremo sarà solo a nostro svantaggio, soprattutto grazie al buon posizionamento dei nemici e dei loro percorsi.
L’unica cosa che ho trovato veramente meno ispirato però è il sistema di combattimento, che risulta essere troppo scarno per un gioco che vuole proporre diverse metodologie d’approccio oltre allo stealth.
E tu cosa ne pensi? Potrebbe essere un gioco interessante e che promette bene o semplicemente per te sarà un flop totale? Cogliendo l’occasione per ricordarti che Steel Seed uscirà nel corso del 2025 su PC, PlayStation 5 ed Xbox Series X/S, facci sapere la tua opinione nei commenti e ricordati di continuare a seguirci (anche su Instagram) per rimanere sempre aggiornato sulle anteprime e novità del mondo videoludico!