Quando alla fine del 2021 Vampire Survivors approdava su Steam in accesso anticipato, in pochi immaginavano il successo planetario che avrebbe investito il gioco. Il titolo dello sviluppatore italiano Poncle, recentemente aggiornato, è infatti diventato un vero e proprio fenomeno, dando vita a un nuovo genere chiamato “Survivors-like”.
Tra le varie creature nate dal fenomeno Vampire Survivors troviamo anche Stickman’s Arena. Il gioco, realizzato da Afil Games, mette infatti il giocatore nei panni di un omino stilizzato impegnato a combattere ondate di nemici su un ring. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche del gioco.
Vita da knock out
Stickman’s Arena non utilizza espedienti narrativi. Una volta avviato il gioco e scelto il personaggio, il giocatore si ritrova direttamente all’interno del livello ed è pronto a combattere. Lo scopo del gioco è quello di sopravvivere alle ondate di nemici, che diventeranno sempre più numerosi e impegnativi da affrontare.
Non è ben chiaro perché il nostro protagonista si ritrovi su un ring a combattere contro lottatori mascherati, agenti segreti e altri nemici ancora. Sembra, infatti, mancare un “fil rouge” che amalgami tutti gli elementi presenti nel gioco e che fornisca al giocatore un minimo di contestualizzazione.
Stickman’s Arena: l’ennesimo Survivors-like su Nintendo Switch?
Stickman’s Arena è un survivors Like che, come anticipato in precedenza, è profondamente ispirato a Vampire Survivors. Prima di cominciare la partita il giocatore può scegliere uno dei cinque personaggi selezionabili. Ognuno di questi omini stilizzati, infatti, ha caratteristiche differenti: uno, ad esempio, ha maggiore velocità di movimento ma infligge meno danni, un altro sarà specializzato in armi a distanza o a corto raggio e così via.
La partita è divisa in venti ondate a cui dover sopravvivere. Ognuna di esse si protrae sempre più a lungo: il primo turno ha una durata di una decina di secondi, mentre per quelli successivi il tempo a disposizione aumenta sempre più, raggiungendo il tempo limite che è di un minuto. Una volta scaduto il tempo, il livello sarà completato.
Proprio come accade nel gioco di Poncle, una volta avviata la partita si viene catapultati direttamente al centro dell’arena di combattimento. Il giocatore deve solamente spostare il proprio personaggio, perché le armi si attivano in automatico. Come anticipato in precedenza, sarà quindi il tipo di personaggio e il livello del proprio equipaggiamento a determinare la velocità di fuoco delle armi.
Cominciando la partita si ha a disposizione una sola arma. Eliminando nemici e guadagnando soldi ed esperienza è possibile acquisire nuovi armamenti ed equipaggiamenti nelle schermate che compaiono tra un’ondata e l’altra. Con il denaro lasciato dai nemici, infatti, è possibile comprare nuova dotazione, mentre ogni volta che si sale di livello si ha diritto a un oggetto extra gratuito. Si possono equipaggiare fino a sei armi e otto accessori.
Ogni arma e accessorio è poi caratterizzato da un grado di rarità. Se l’icona dell’arma ha, infatti, una cornice verde, significa che il suo livello è quello più comune. Troviamo poi le icone azzurre, blu e arancioni, quelle più rare. A un maggior grado corrisponde una maggior efficienza dell’arma, che sparerà dunque più veloce ed effettuerà maggiori danni. Lo stesso vale per l’equipaggiamento: maggiore è la sua rarità, maggiore sarà la sua efficacia.
Gli oggetti di grado più elevato possono essere acquistati nelle schermate tra un’ondata e l’altra, oppure, acquistando due parti di equipaggiamento identici e dello stesso grado, esse possono essere combinate per ottenere lo stesso oggetto di livello superiore. Ad esempio, acquistando due spade del livello più basso, è possibile combinarle per ottenere una nuova spada, stavolta contornata da una cornice azzurra.
Il giocatore può muoversi liberamente all’interno dell’arena, seppur questa sia di dimensioni molto contenute e non vari mai da un’ondata all’altra. I nemici che il giocatore dovrà affrontare sono di cinque tipi, che appaiono progressivamente nell’avanzare della partita: troviamo i lottatori mascherati (simili ai luchadores messicani), un’altra tipologia di lottatori travestiti da quelle che sembrano essere lucertole umanoidi, delle streghe, degli agenti segreti che utilizzano armi da fuoco e, infine, dei bellimbusti palestrati che se ne vanno in giro per l’arena a petto nudo.
Il gioco è ben bilanciato. Le differenziazioni tra i personaggi e la necessità di migliorare il proprio equipaggiamento restituiscono un discreto senso di progressione nel corso della partita, dando anche la possibilità di sperimentare strategie diverse. Alcuni dei protagonisti selezionabili permettono, infatti, di affrontare le prime ondate in maniera molto agevole, incontrando poi maggiori difficoltà nell’avanzare della partita. Utilizzandone altri, proprio per le caratteristiche che presentano, il giocatore si ritroverà ad affrontare una prima parte più impegnativa, mentre con lo scorrere delle ondate la sua forza sarà sempre maggiore.
Questa varietà legata ai personaggi, alle armi e agli accessori garantisce una buona variabilità tra una partita e l’altra. Chi gioca non dovrà semplicemente accumulare armi, ma dovrà anche tenere conto delle diverse tipologie presenti per assicurarsi un arsenale davvero efficace. Proprio per la differenziazione proposta sotto questi punti di vista, è un peccato vedere che lo stesso impegno non sia stato dedicato per garantire una maggiore varietà dei nemici da affrontare e per ciò che riguarda lo scenario. Il ring sul quale si svolgono le partite, infatti, è davvero anonimo, e non trasmette niente al giocatore.
Non solo. Aggiungere dei modificatori per le partite avrebbe dato al gioco una maggiore completezza, soprattutto per ciò che concerne la rigiocabilità e la variabilità. Ad esempio, uno dei problemi maggiori del gioco è legato al ritmo della partita, che appare eccessivamente lento. Inserire delle modalità aggiuntive che permettano di modificare la velocità dei nemici e del personaggio avrebbe probabilmente giovato all’esperienza.
Ma ciò che manca è soprattutto un elemento di spicco che differenzi Stickman’s Arena da tutti gli altri giochi appartenenti a questo genere. Se si sono giocati titoli come Vampire Survivors o Brotato, infatti, avremo la sensazione costante di trovarci di fronte a poco più di un loro emulo, che non raggiunge però le vette di eccellenza toccate dai due giochi citati.
La difficoltà, invece, presenta sempre un buon grado di sfida. Anche quando il giocatore è in pieno controllo della situazione, è necessario mantenere alta l’attenzione. Il personaggio, infatti, potrebbe ritrovarsi improvvisamente circondato da nemici, rischiando di terminare la partita di colpo. È quindi necessario continuare a muovere l’omino stilizzato, perché stazionando in uno stesso punto il giocatore finirà per essere sconfitto, a prescindere dalla propria forza.
Uno stile fin troppo essenziale
La grafica di Stickman’s Arena è estremamente essenziale ma ben realizzata, e lo stile cartoonesco dona vivacità ai personaggi. I modelli realizzati sono, sostanzialmente, solo lo spoglio e grigio ring e i modelli dei protagonisti, dei nemici e delle armi. Per quanto dettagliati, il colpo d’occhio dell’ambientazione di gioco rimane quindi povero e abbastanza desolante.
La colonna sonora è frenetica e variegata quanto basta per coinvolgere il giocatore durante i combattimenti, mentre gli effetti sonori legati alle armi e ai nemici sono estremamente minimalisti. I comandi di gioco, invece, sono essenziali e semplici, visto che il giocatore deve utilizzare solamente la levetta sinistra per muoversi e i pulsanti servono solamente a confermare o annullare gli acquisti nel menù che compare tra un’ondata e l’altra.