Sviluppato e pubblicato da Burst2Flame Entertainment, Stolen Realm è un gioco di strategia votato alla cooperazione e con forti elementi da gioco di ruolo, oltre ad avere una modalità che strizza l’occhio al mondo dei roguelike. Il tutto per un’avventura a tema fantasy e con grafica low poly. Noi abbiamo creato il nostro guerriero e abbiamo affrontato innumerevoli battaglie su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Stolen Realm e l’eroe da plasmare
Stolen Realm non punta a raccontare una storia che possa lasciare il segno anzi, la trama è proprio tra i punti negativi dell’intera opera. Il motivo è che il canovaccio narrativo è palesemente stato aggiunto dopo, risultando poco ispirato, privo di mordente e dal cast di personaggi anonimo e poco coinvolgente.
A conti fatti, l’opera targata Burst2Flame Entertainment è incentrata completamente sul suo gameplay, tra l’altro dotato di mappe procedurali, elemento che va a sconvolgere anche il mondo di gioco stesso che risulta, come la narrazione, privo di elementi solidi e che possano rendere il titolo forte di un qualche elemento identitario. Ecco, l’identità è ciò che manca in Stolen Realm ed è un qualcosa che a lungo andare, pesa abbastanza.
Il senso d’avventura, il ricco intreccio di missioni principali e secondarie che tanto abbiamo apprezzato in titoli vagamente simili come Divinity: Original Sin I e II, qui manca. Il senso di fondo che va a giustificare la sequela di battaglie, per chi fosse interessato, è quello di forgiare l’eroe di turno e di salvare il mondo dalle innumerevoli minacce. Tutto qui.
Gli elementi narrativi che vanno a spezzare i vari combattimenti, nella loro sporadicità, non lasciano il segno, ma hanno la godibile funzione di far parte integrante dell’azione ludica stessa, mirando a ottenere fugaci bonus per le battaglie successive. Appurato quindi che la narrazione zoppica vistosamente, è tempo di analizzare il versante puramente ludico di Stolen Realm.
Un gioco di ruolo strategico simultaneo cooperativo
Stolen Realm è uno strategico a turni simultaneo con visuale isometrica e con una prepotente componente da gioco di ruolo e pensato prevalentemente per essere giocato in cooperativa. Il titolo, infatti, dispone della possibilità di ospitare nel team fino a sei giocatori online o, in alternativa, di essere accompagnati da altrettanti bot personalizzabili.
Esatto, il team in single player è discretamente anonimo, privo di anima e carisma come, d’altronde, il nostro stesso main. Il protagonista, infatti, è tra le primissime cose che andremo a personalizzare con un editor grafico in low poly discreto ma sufficientemente anonimo. Ma è nell’editor che scorgiamo il primo barlume di forza dell’opera: le classi.
Le classi di gioco in Stolen Realm sono abbastanza varie e liberamente intrecciabili e personalizzabili. In una parola: flessibili. Puoi mixare le classiche classi e azzardare personalizzazioni varie e articolate con centinaia di abilità e quasi mille oggetti equipaggiabili e/o utilizzabili. Il tutto per un arsenale di gioco sorprendentemente vasto e profondo.
Il problema è che tale profondità è solo per pochi. Stolen Realm, infatti, ha una curva d’apprendimento decisamente ostica e non legata alla difficoltà in battaglia ma all’apprendimento delle regole e alla navigazione nei menù. Il tutorial, purtroppo, non è esaustivo e il titolo presenta una mole di contenuti e statistiche a schermo che è faticoso da gestire.
Faticoso ma non impossibile. Gli amanti dei numeri e i veterani degli strategici, infatti, troveranno in Stolen Realm pane per i loro denti e un sistema ludico che, seppur asciutto, premia notevolmente chi sarà in grado di perfezionare al meglio il proprio eroe, riadattandolo di lotta in lotta e aggiornando costantemente abilità, equipaggiamenti (a loro volta personalizzabili) e oggetti di vario genere (incluse particolari reliquie).
In compagnia è più divertente menar le mani
Inutile dire che Stolen Realm offre il meglio di sé in compagnia ma apprezziamo comunque la possibilità di essere giocato in solitaria con i bot. A tal proposito, il sistema di combattimento è sorprendentemente frenetico, strizzando l’occhio all’azione senza però sacrificare la strategia, fondendo esplorazione e combattimenti su una mappa suddivisa in esagoni.
Il livello di sfida è nella media, alzandosi appena in caso delle boss fight. Inoltre, la difficoltà stessa si adatta in base al numero di personaggi attivi nel team (siano essi giocatori o bot) e questo aiuta non poco in caso di abbandono di uno o più elementi. Inoltre, il sistema simultaneo amputa quasi del tutto i tempi morti e di attesa.
Modalità di gioco per tutti
Se Stolen Realm punta principalmente alla sua esperienza da gioco strategico a turni con fortissima componente da gioco di ruolo con una modalità cooperativa fino a sei, è anche vero che la mole di contenuti non si ferma qui. Il titolo include una variante in stile roguelike con abilità ed equipaggiamenti inediti e che offrono bonus discretamente più corposi ma che, data la natura della modalità, andranno smarriti e resettati a ogni run.
Qui la strategia sull’equipaggiamento muta leggermente dalla modalità principale assumendo una variante da roguelike sinceramente apprezzata seppur priva di mordente e che rischia di stancare già dopo qualche run. Soprattutto se affrontata in solitaria.
Per chi ama invece la difficoltà e non è soddisfatto dei livelli disponibili nell’esperienza principale, può assaporare diversi gradi di difficoltà fino a quella più hardcore con tanto di permadeath. Infine, il titolo ospita anche una modalità streamer offrendo l’occasione agli spettatori di poter indossare le vesti di dungeon master con votazioni sui pericoli ed eventi (andando però a confermare le criticità dell’esperienza principale in termini di coerenza e originalità narrativa).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Stolen Realm si presenta con una veste low poly abbastanza anonima e già vista in tanti altri titoli. L’opera, come accennato nei primi paragrafi, pecca di identità e nonostante un buon bestiario e una discreta varietà di biomi (tutti rigorosamente procedurali) non riesce a risaltare in quasi niente. anche se alcuni effetti di luce non sono male. Manca una cura al dettaglio che possa tener passo al colpo d’occhio generale (che si conferma più che sufficiente).
Anche l’azione su schermo non è male seppur dotata di animazioni non tutte belle da vedere ma comunque funzionali con l’azione a schermo. Il sonoro è discreto, niente di eclatante o particolarmente originale ma è almeno privo di tracce fastidiose o ridondanti. Da segnalare, invece, l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana. Questo elemento pesa non poco non tanto per la trama in sé quanto per la gestione delle innumerevoli statistiche.
Infine, Stolen Realm si difende abbastanza bene in entrambe le modalità di gioco dell’ibrida Nintendo anche se, quella portatile data la mole di scritte e numeri, non sempre ben ottimizzate (troppo piccole), non risulta comodissima come ci aspettavamo e speravamo. Un peccato dato che si sposa particolarmente bene in portabilità.