Nell’antica Roma, i gladiatori rischiavano la propria vita al fine di intrattenere sia la plebe che i patrizi: ogni giorno, gli spettacoli offerti nelle arene sfociavano in un mare di sangue, che mettevano i lottatori l’uno contro l’altro, o peggio ancora, contro animali esotici come leoni e tigri.
I massacri e la vita di un lottatore sono stati più volte trasposti nei vari medium d’intrattenimento: uno su tutti è quello cinematografico, grazie a “Il Gladiatore” di Ridley Scott, dove Russell Crowe interpretava la storia di Massimo Decimo Meridio in quello che, ancora oggi, è uno dei film più amati del cinema moderno.
Lo sviluppatore indipendente Brain Seal ha rilasciato Story of a Gladiator, videogioco a basso budget di genere brawler (o beat’em up, che dir si voglia) ad arena, che prova a ricreare le medesime battaglie in chiave videoludica.
Ma come si comporta il titolo? Sarà riuscito nell’impresa?
Imbraccia il gladio e scoprilo, grazie alla nostra recensione di Story of a Gladiator!
Conquista la folla…
Il nostro lottatore è diventato tale a causa di una guerra persa contro l’Impero Romano: il protagonista, caduto in disgrazia dopo aver perso la propria libertà, sceglie di diventare un gladiatore dell’arena piuttosto che uno schiavo, sacrificando la vita in cambio di un barlume di speranza, per quanto questo possa essere effimero.
Il nostro compito infatti, sarà quello di farci strada a colpi di fendenti verso la vittoria finale, per raggiungere la tanta agognata libertà: con questa premessa narrativa, veniamo catapultati nel mondo di gioco, senza incontrare nessun altro tipo di dialogo o didascalia che ci permetta di approfondire la trama. Nonostante Story of a Gladiator sia un titolo che punta fortemente verso il gameplay, un approfondimento maggiore avrebbe soltanto giovato ad un titolo ambientato durante un’epoca cosi complicata.
…e conquisterai la libertà
Come accennato in prefazione, Story of a Gladiator è un brawler arena, e come tale fa dei combattimenti a scorrimento orizzontale il proprio punto cardine: nei trenta livelli che ci separeranno dall’essere un uomo libero, i combattimenti all’arma bianca la fanno da padrone. Ad ogni stage, orde di combattenti cercheranno di ucciderci: per proseguire, dobbiamo necessariamente essere più cinici dei nostri avversari, ed eliminare le orde fino a quando saremo gli unici a restare in piedi. Al termine della battaglia, ci verrà assegnato un voto in stelle sulla base di quanta salute avremmo perso durante lo scontro.
Nonostante nel gioco sia presente una moltitudine di equipaggiamenti, come armature, scudi e armi, queste ultime colpiranno sempre allo stesso modo e con lo stesso range d’attacco: che tu stia usando una spada o un’ascia pesante, l’unica modifica che otterrai sarà prettamente parametrica, in base al livello dell’arma. Osare maggiormente sarebbe stato imperativo nella varietà delle armi, poiché avrebbe dato al giocatore una scelta ruolistica e una fase gestionale nella preparazione della battaglia che si sta andando a intraprendere.
Story of a Gladiator è dotato anche di un sistema di level up, che ci consegnerà un punto abilità qualora salissimo d’esperienza: parlando con l’allenatore, sarà possibile impegnare i punti guadagnati in nuove skills, ma attenzione: il level cap di gioco è molto basso, pertanto non sarà possibile acquisire tutte le abilità dello skill tree. Ciononostante, queste saranno removibili a piacimento, aggiungendo l’opportunità di creare svariate build prima degli scontri e incentivare il giocatore alla scoperta delle skills migliori. Stiamo parlando sicuramente di uno dei punti più alti del titolo.
Nell’hub di gioco, saranno disponibili svariati mercanti che venderanno items utili per i nostri scontri: dalle armi da lancio agli amuleti (che ci forniranno alcuni bonus), fino ad arrivare alle offerte per gli dei, ognuna di queste migliorie rappresenta un prezioso aiuto nei nostri combattimenti. Si potrà perfino addestrare un animale da portare nell’arena.
Tutte le strade portano a Roma
Nel gioco sono presenti nemici di tre differenti etnie: i greci, gli africani e i romani. Dovremo affrontare 10 livelli cadauno per sconfiggere i boss di ogni zona, per poi poter passare alla successiva. Le ambientazioni di gioco realizzate però sono davvero poche: nonostante Story of a Gladiator sia ambientato in 3 città diverse, l’hub di gioco è sempre la stessa, e pure la varietà delle arene non raggiunge grandi livelli, risultando tutte molto simili fra loro se non per il cambio di colori o di alcuni oggetti di scena.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, Brain Seal ha optato per della musica prettamente ambientale, costituita per la maggiore da tamburi e trombe: nonostante questo possa comunque essere un richiamo all’epoca, le poche musiche di gioco non rimarranno impresse a lungo nella memoria del giocatore.
Sei un uomo libero, ora
In conclusione, Story of a Gladiator è un titolo onesto per il prezzo a cui si vende, e permette al giocatore di passare qualche ora in un gioco che riesce a divertire nella sua semplicità, nonostante qualche nota stonata proveniente da alcune negligenze tecniche e dai moveset delle armi praticamente nullo. Consiglio il titolo a chiunque abbia voglia di giocare senza pretendere troppo, o per passare un paio d’ore a decimare ondate di nemici per il puro gusto di farlo. Nonostante nel complesso il gioco sia sufficiente, per i prossimi titoli di Brain Seal mi aspetto una sana iniezione di coraggio, in modo tale da creare dei giochi maggiormente caratterizzati e convincenti.