Questo 2021 vede grandi anniversari di alcuni tra i giochi che hanno fatto la storia di questo settore, su tutti Super Mario e Zelda, le due perle di casa Nintendo che festeggiano il 35esimo anno di vita.
Nel mese di febbraio appena passato abbiamo celebrato il trentennale dall’uscita di un altro gioco storico, che fu un vero spartiacque tra prima e dopo, che fu ispirazione per molti titolo che vennero in seguito e che ancora oggi, a trent’anni dal suo rilascio, mantiene inalterato il suo fascino: stiamo parlando del numero uno dei picchiaduro a incontri, ovvero Street Fighter 2.
Correva l’anno 1991 ed in sala giochi faceva capolino sotto l’egida di Capcom un gioco che avrebbe rivoluzionato non solo il genere ma buona parte del mondo dei videogiochi in quel periodo; si trattava del seguito di un gioco per la verità tutt’altro che indimenticabile uscito sempre per coin op quattro anni prima, quindi quando Street Fighter 2 vide la luce diciamo che le aspettative non erano così alte.
Tutto svanì all’improvviso una volta messe le mani sopra, rivelando un titolo dalla giocabilità e dalla profondità a quei tempi assolutamente sconosciuta, che lo rende godibile ancora adesso dopo tutti questi anni.
Come detto, il gioco nacque per le sale giochi ma da subito si iniziò a pensare alle prime conversioni sul mercato delle console casalinghe, in quegli anni dominato soprattutto da Super Nintendo e Mega Drive nelle versioni europee.
Fu proprio la prima delle due ad ospitare una straordinaria versione del picchiaduro Capcom, che si rivelò un miracolo di programmazione considerata la differenza di potenziale tecnico tra un coin op da sala giochi e una console a 16 bit.
A quel tempo ero un grassoccio 12enne molto appassionato di videogiochi (cosa che sono tutt’ora, con la differenza che non sono più 12enne e per fortuna non sono più grassoccio) e bramavo l’arrivo del mese successivo per correre in edicola ad accaparrarmi l’unico strumento in mio possesso per ottenere qualsiasi tipo di informazione inerente il mondo dei videogiochi: tale strumento era Consolemania, gloriosa rivista nata proprio all’inizio degli anni ’90 e di cui sono stato per lungo tempo un accanito lettore.
Street Fighter 2 e l’età dell’oro dei 16 bit
Il mese di settembre del 1992 proprio Consolemania mi regalò uno dei primi veri grandi amori della mia carriera di appassionato, ovvero la recensione per Super Famicom, la versione giapponese del Super Nintendo, di Street Fighter 2; ben sei pagine in cui si tessevano le lodi di un gioco incredibile, con il dettaglio dei suoi tantissimi pregi e il racconto di come tale titolo fosse superbo e longevo al punto da rischiare di “mettere in pericolo” le proprie relazioni sociali.
Insomma, fino a quel momento nella mia vita di 12 enne non avevo ancora mai assistito a nulla di tutto ciò: un autentico capolavoro, raccontato con grande cura e passione, tanto da farmene innamorare se possibile ancora di più.
L’autore dietro a quella storica recensione era Piermarco Rosa, una delle mie “penne” preferite di Consolemania per la capacità ogni volta di saper raccontare in maniera accessibile ma completa un videogioco, facendo trasparire pregi e difetti e, nel caso di grandi giochi come Street Fighter 2, rendergli il giusto omaggio.
Da redattore di un sito di videogiochi, che ha vissuto l’epoca magica dei 16 bit, che ha assistito all’epoca d’oro (e relativo declino) delle riviste cartacee e da grande appassionato di Street Fighter 2 ho pensato che fosse un buon modo per omaggiare il gioco e quegli anni intervistando personalmente proprio Piermarco Rosa, redattore della rivista e autore della recensione del picchiaduro Capcom a cui assegnò un indiscutibile 99/100 nel mese di settembre 1992.
Nel corso della lunga chiacchierata abbiamo spaziato dal tema delle riviste cartacee e cosa volesse dire raccontare il videogioco con tali strumenti; ci siamo lasciati andare ai ricordi con il magico periodo delle console a 16 bit, in cui da noi Super Nintendo e Mega Drive si davano battaglia per la supremazia del mercato casalingo; abbiamo parlato anche dei giochi che ci sono entrati nel cuore e che porteremmo con noi in un’ipotetica isola deserta.
Trovi appena sotto il video completo con l’intervista: se hai vissuto quegli anni sono sicuro che non potrai non essere travolto dai ricordi, mentre se per questione di età non ti è stato possibile hai l’opportunità di scoprire che tipo di affascinante mondo fosse quello del videogioco degli anni ’90.
Buona visione.
https://youtu.be/EZdBSePsPm0