Dopo aver recensito approfonditamente l’ultimo capitolo della storica saga di picchiaduro targata Capcom, Street Fighter 6 (qui trovi la nostra recensione completa per PlayStation 5) è bene approfondire nel dettaglio la portata principale del gioco che cela più sorprese di quelle che mostra in apparenza. Esatto, stiamo parlando del World tour, la vera novità di tutto il pacchetto oltre a essere quella con più contenuti nascosti e richiami, più o meno diretti, all’universo della stessa Capcom. Pronto a viaggiare insieme a noi per il mondo? Si parte!
Il World Tour di Street Fighter 6 è puro divertimento
Prima di approfondire alcuni dettagli, è bene ricordare che cos’è il World tour di Street Fighter 6: si tratta, letteralmente, di Street Fighter che incontra i rudimentali di un classico gioco di ruolo, con combattimenti da picchiaduro semplificato e con una serie di open map piene di missioni (principali e secondarie), attività secondarie di vario genere, negozi e collezionabili. Parliamo di un vero e proprio azzardo che poteva snaturare brutalmente la saga ma che invece le ha offerto una ventata di freschezza che cattura e coinvolge in modo crescente e con risultati più che soddisfacente.
Mentre nella recensione abbiamo affrontato i dettagli del gameplay, con questo approfondimento vogliamo analizzare e mostrare la cura e la mole di contenuti che questa modalità porta con sé. Oltre ad avere una mappa aperta in cui girovagare, con limiti che verranno gradualmente abbattuti man mano che si procede nell’avventura, il gioco dispone anche di diversi “spostamenti rapidi”. Parliamo sia della possibilità di spostarsi da un punto all’altra della macro area principale ma anche, e sorprendentemente, della possibilità di viaggiare in giro per il mondo.
Sì, le aree fuori da quella “principale” sono estremamente ridotte, spesso con schermata fissa o con l’esplorazione ridotta veramente all’osso ma la varietà di queste piccole location è spiazzante. Come è spiazzante la cura con cui sono state raccolte e sparpagliate le trame e le esistenze dei personaggi principali del roster. Perché sì, nel World tour di Street fighter 6 non impersonerai un lottatore del roster principale ma dovrai creare un tuo avatar che potrai poi personalizzare e potenziare con innumerevoli oggetti estetici.
Tornando però ai “mondi di gioco” e in particolare ai maestri, l’idea di raccontare le nuove storie dei vari personaggi, facendoci scoprire che fine hanno fatto, come e se sono maturati, è intrigante e funziona. D’altronde gli anni sono passati e tutti, più o meno, hanno deciso di passare “oltre” la sequela di eventi che li hanno portato fino a oggi. E se i nuovi personaggi sono tutti da scoprire e apprezzare, come la mastodontica Marisa che, col taglio che ricorda un elmo Romano, si trova proprio nel colosseo, impegnata a fare a pugni, o a zampate, con dei colossali e, allo stesso tempo coccolosi, leoni.
L’idea quindi di farci vivere un percorso di crescita, del nostro avatar, immischiato con altri personaggi inediti che, in qualche modo, si ritroveranno impigliati in qualcosa di più grande di loro e che ha radici che richiamano proprio il passato di Street Fighter, per la gioia dei fan, funziona egregiamente. E funziona perché non dimentica i membri del roster principale che, comunque, hanno il loro classico spazio nella modalità Arcade. Inoltre, Street Fighter 6 non dimentica chi è e soprattutto, non dimentica il fascino che hanno i tornei.
Non sorprende, quindi, ritrovarsi ben presto a dover affrontare sfidanti in giro per il mondo per scalare innumerevoli classifiche nel tentativo di maturare anche come guerriero. Ma oltre ai tornei, ancora, torniamo ai maestri perché, a seconda dello stile che deciderai di adottare (e che potrai sempre cambiare) i rispettivi maestri ti regaleranno spiragli inediti della loro storia, ora utile e interessante, ora meno e prevalentemente ironica. E parlando d’ironia, il World Tour mescola decisamente bene i toni narrativi sorprendendo comunque per trovate al limite del trash che strappano più di una risata e che si ritrovano a essere perfettamente in linea con la saga stessa.
Un divertimento a 360°
World tour di Street Fighter 6 è un enorme contenitore di puro divertimento, ora caciarone, ora più competitivo e impegnativo, ora più rilassante e dispersivo. Pieno zeppo di robe da fare, se ti cattura… non ne uscirai facilmente. Tra minigiochi vari e decisamente impegnativi man mano che si sale di livello e missioni secondarie di ogni genere (anche se alla lunga, inevitabilmente ripetitive), le attività non mancano e il ritmo non ne risente praticamente mai.
Da ricordare, inoltre, che potrai sfidare chiunque per strada ed essere sfidato a tua volta. Ci sono anche sfide di gruppo dove potrai avere un alleato o trovarti a essere solo contro un gruppo. E anche in questo caso, ti garantiamo che è terribilmente divertente. Passare dallo sfidare un colosso al menare una vecchietta, che magari si dimostra anche più forte dello stesso colosso, spiazza, sorprende, regala una certa varietà e funziona. E vogliamo parlare dell’estetica? Sì, la gran parte dei png che vedrai in giro esce palesemente dall’editor con cui hai creato il tuo avatar ma ecco, quell’editor è immenso.
E che dire degli accessori? Questi hanno una funzione simile all’equipaggiamento di un qualsiasi gioco di ruolo, aumentando le caratteristiche del nostro eroe oltre a mutarne l’aspetto esteriore. Ma anche i nemici sono equipaggiati ed è bizzarro trovarci tra le prime gang da affrontare un esercito di gente munita di elmi di cartone o con la fronte avvolta da cravatte in stile Rambo. E parliamo di gang anche organizzate eh, con un bizzarro stile di combattimento e perfino un “credo”.
La chiave vincente dell’intera esperienza è varietà. Una varietà che si mescola al divertimento, una varietà estetica e ludica. Un mix di generi che in equilibrio tra rispetto del passato e un occhio al futuro, grazie anche ai molteplici sistemi di combattimento di cui è dotato il titolo (e che potrai adeguatamente approfondire nella nostra recensione) offre a Street Fighter 6 una posizione di spicco nel panorama del genere dei picchiaduro. Ancora una volta, noi ne premiamo il coraggio e confidiamo che anche i competitor, tra cui Tekken, possano trovare il medesimo coraggio di allontanarsi dai propri binari, rispettando le proprie radici e continuando a crescere.
Perché, ricordiamolo, il mercato videoludico sta mutando profondamente le sue regole. Sopravvivere, oggi, significa offrire qualcosa di appagante, unico ma allo stesso tempo identitario e solido. Street Fighter 6 ha deciso, col suo sistema di modalità di gioco, di parlare a tutti i giocatori, dai fan storici a chi non ha mai tirato neanche un pugno virtuale. E lo fa in modo egregio. Direi che il nostro viaggio, per ora, è giunto alla fine… è tempo di tornare ad allenarsi. La strada non aspetta nessuno.