H.P. Lovecraft è sicuramente uno degli scrittori che ha influenzato il panorama videoludico. Stygian: Reign of the Old Ones, dopo Call of Cthulhu e Sinking City è il terzo titolo che si ispira ai libri dello scrittore.
Il gioco è ambientato durante gli anni venti del 1900, in cui la popolazione della dimenticata e distopica città di Arkam cerca di sopravvivere tra morte e pura follia. Cultic Games presenta il titolo come un vero e proprio RPG fin dalle primissime fasi di gioco.
Per farti capire meglio, è presente la possibilità di creare il proprio personaggio potendo scegliere sesso, età e aspetto fisico. L’età non rappresenterà un mero dato anagrafico ma anzi, influenzerà positivamente o negativamente le caratteristiche del personaggio. Se ti stai chiedendo in che modo, posso spiegarti semplicemente che scegliendo un’età avanzata il personaggio acquisirà maggiore saggezza a discapito di alcune capacità.
La vera e propria personalizzazione si ha durante la scelta degli archetipi, otto categorie che a loro volta offrono la scelta del proprio background: Accademico (scienziato, ricercatore, psichiatra o fisico), Aristocratico (patrizio, prodigo, linea di sangue maledetta o eredità in bancarotta), Criminale (ganster, ladro, sicario o truffatore), Esploratore (avventuriero, pioniere, montanaro o cacciatore), Investigatore (detective, detective dell’occulto, ex poliziotto o cacciatore di taglie), Occultista (società segreta, mesmerista, occultista immorale o alchimista), Performer (attore, attore cinematografico, prestigiatore o millantatore) e Soldato (capitano, intelligence militare, marina o vigilante).
Una volta scelto archetipo e background del protagonista si andrà a scegliere l’orientamento religioso, il quale non indica la morale o l’inclinazione del personaggio ma la sua percezione del mondo e il modo in cui si pone nei suoi confronti. Questa scelta non può essere modificata durante l’avventura in quanto influenza le risposte nei dialoghi con i vari NPC.
Le scelte disponibili sono: Umanista, Materialista, Nichilista, Religioso, Razionalista ed Esoterico.
Pura follia
La storia è ovviamente il fulcro di Stygian: Reign of the Old Ones, le cui prime fasi si svolgono all’interno di una visione. Il protagonista segue a passo svelto un individuo dall’aspetto inquietante e misterioso, mostrandoci fino a che punto questo mondo dimenticato possa sprofondare nella follia più totale.
Una volta svegli ci troveremo di fronte ad un grande enigma e spinti dalla voglia di arrivare fino in fondo ci metteremo alla ricerca di quest’uomo misterioso.
Ma per quanto ci si possa sforzare, perfino lo scopo della nostra ricerca è incerto e solo uno sembra essere il limite: il Black Day, una sorta di “seconda apocalisse” in cui l’umanità non solo dovrà lottare per la propria vita, ma anche per la propria sanità mentale.
Quest’ultima rappresenta la chiave e l’elemento fondamentale da tenere d’occhio. Più ci si avventura nell’oscurità di Arkam più la follia prende il sopravvento, che può portare, al di sotto di un certo limite, alla morte.
La storia è avvolta dal più totale mistero, elemento che ci spinge a parlare con tutti gli NPC che incontriamo cercando di fare le domande giuste e ricevere le giuste risposte.
Gameplay
Stygian possiede due facce, presentandosi come un classico punta e clicca durante le fasi di esplorazione e di dialogo, per poi trasformarsi in un titolo strategico a turni durante le battaglie con i nemici.
Le battaglie si svolgono all’interno di arene disposte a scacchiera, all’interno delle quali possiamo scegliere tra attacchi fisici e a distanza, difesa, saccheggio e fuga. Ogni azione comporta l’utilizzo degli AP dei personaggi, per cui bisogna scegliere con attenzione la giusta strategia da adottare.
La fuga è un’azione che non comporta obblighi particolari, non è obbligatorio uccidere tutti i nemici e proseguendo per la propria strada non si rischia di incontrarli nuovamente.
Il sistema di crafting resta il punto di forza del titolo, come lo sviluppo delle magie occulte. Queste ultime possono essere usate a patto di ridurre la sanità mentale del protagonista, mentre gli oggetti possono essere recuperati durante l’esplorazione ma anche all’interno di botteghe e antiquari. Le magie occulte offrono la possibilità di avanzare velocemente nelle battaglie facendo fuori orde di nemici in pochi attimi, ma bisogna trovare un equilibrio per usufruirne a nostro piacimento.
Il party può ospitare due personaggi principali dei quali potremmo personalizzare abilità ed equipaggiamento. Altri personaggi possono essere inseriti nel party, che sia attraverso denaro o per scopi specifici; questi potranno essere controllati in battaglia ma non offrono la possibilità di alcuna personalizzazione.
La fase esplorativa come detto in precedenza è caratterizzata da mini quest presenti all’interno della mappa di gioco, che danno la possibilità di scoprire sempre di più su Arkam e i suoi abitanti. Le conversazioni presentano una scelta multipla sia nelle domande che nelle risposte, ovviamente influenzate dall’archetipo e dal credo scelti al momento della creazione.
In base all’atteggiamento che sceglieremo di seguire, ciò influenzerà le risposte che riceveremo, come l’intera storia e il modo in cui si porrà il protagonista nelle situazioni che dovrà affrontare.
Stile caratteristico
Ciò che rende caratteristico Stygian è sicuramente la scelta di colori tono su tono che danno giustizia alle tematiche dark del titolo. La telecamera può essere tenuta fissa sul personaggio, oppure è possibile muoverla nell’area di gioco per una fase più esplorativa.
Lo stile grafico a tratti fumettistico concorda perfettamente con una colonna sonora incalzante e a tratti malinconica, rispecchiando perfettamente le situazioni di gioco.
Se non sei appassionato di H.P. Lovercraft o di questo stile di gioco, Stygian può sembrarti ripetitivo e monotono ma ti consiglio di offrigli una possibilità. E’ un ottimo punta e clicca con un sapore retrò appagante, capace di soddisfare gli amanti degli RPG e della letteratura dark fantasy dei primi anni del ‘900.