Super 56 è un titolo che richiama molto da vicino giochi come WarioWare o Frobisher Says, dove l’utente si ritrova ad affrontare una serie di minigiochi uno dopo l’altro, cercando di ottenere un punteggio più o meno alto. Vediamo se vale la pena buttarsi in questa mischia nella nostra recensione.
Una storia sopra le righe
Super 56 non propone una vera e propria trama, ma fornisce comunque al giocatore un simpatico contesto narrativo: impersonerai una sorta di studente Erasmus di un mondo parallelo, che si ritrova a condividere l’appartamento con due strani coinquilini. Un alieno a forma di medusa volante e uno zombie.
I due non perderanno tempo e, dopo una velocissima presentazione, mostreranno al protagonista Super 56, una fantastica cartuccia che vanta ben 56 giochi in un unico, glorioso, pacchetto! L’assurdità della scena è subito evidente e viene ulteriormente arricchita dalla presenza di vari easter egg e citazioni sparse qua e là.
Questo pretesto torna di tanto in tanto con piccole scenette tra le varie partite e l’atmosfera sopra le righe permea tutta la produzione ed è visibile in ogni minigioco e con piccoli filmatini assurdi a ogni avvio.
Super 56: 56 giochi in uno!
Il gameplay di Super 56 è quello di una qualsiasi raccolta di minigiochi: si inizia una partita, si affrontano vari minigiochi e si arriva a un punteggio finale. I giochi variano di volta in volta, ma vengono sempre pescati da un pool predefinito, di 56 appunto.
In ogni partita si alternano quindi varie sfide, in qualche modo diverse tra loro, fino alla conclusione della partita stessa, che può avvenire per vari elementi, in base alla modalità o ai modificatori: può scadere il tempo (con il conseguente punteggio finale), si possono perdere le vite e così via.
Ma come sono fatti questi minigiochi? Potremmo dire che appartengono ai generi più disparati, dato che ognuno chiede di fare qualcosa di diverso (guidare un go kart, lanciare una freccia, prendere un salmone e cosi via). Tutte queste differenze, però, si riducono sempre alla pressione di un singolo tasto. Qualunque sia la sfida, bisogna sempre e soltanto premere A.
Il modo in cui si preme, però, cambia tutto: alcune volte va spammato, altre si tiene premuto per sparare, altre ancora si preme una volta al momento giusto. Nonostante alcuni minigiochi siano relativamente complessi, altri risultano fin troppo simili. Per esempio, per scrivere a macchina bisogna spammare A un certo numero di volte prima dello scadere del tempo. Allo stesso modo, per distruggere a calci un’auto, va spammato A prima dello scadere del tempo.
C’è da dire che solitamente i minigiochi hanno una discreta varietà, ma la scelta di ridurre tutto alla pressione di un tasto ha i suoi contro. A differenza di capolavori come WarioWare (dove nella versione 3D si utilizzava touch, giroscopio e tasti), per esempio, c’è meno varietà e complessità.
Allo stesso modo, il ritmo dei singoli minigiochi è fin troppo lento, dato che molti di essi possono durare anche un intero minuto o più. Solitamente in altri titoli del genere si tende a incalzare di più il giocatore cambiando continuamente la sfida in questione.
Ciò che rende Super 56 così divertente, però, è anche l’assurdità di molte situazioni. Molte sfide sono infatti caratterizzate da una forte vena umoristica o da situazioni semplicemente assurde. Potremmo dover lanciare una freccia sopra il fondoschiena di una statua, pescare pesci dal volto umano, o fotografare un polito che regge la scritta “onion”. E molto di più.
Va detto, a onor del vero, che molte sfide di Super 56 sono parecchio divertenti, anche dopo diverse partite. Questo rende ogni sessione a suo modo piacevole, anche solo per il tentativo di battere un record personale. Tentativo aiutato, peraltro, dalla presenza di una modalità per esercitarsi solo nei singoli minigiochi.
Infine, va detto che alcuni minigiochi che compongono il titolo sono sbilanciate, per via di elementi casuali che a volte delineano sfide che sfiorano l’impossibile o, in generale, che sono poco comprensibili. Super 56 resta comunque molto divertente, ma si piazza qualche gradino sotto i congeneri.
Tecnicamente assurdo
Il comparto tecnico di Super 56 è ottimo. Il titolo riesce a richiamare un’atmosfera retrò tramite effetti visivi e sonori. Ogni minigioco, però, propone uno stile grafico diverso, che varia dal 2D al 3D, con ambienti e personaggi più o meno. In tutti i casi, però, il risultato è ottimo.
Proprio lo stile così eclettico diventa ciò che caratterizza la produzione, che quindi vanta un comparto artistico davvero degno di nota.
Infine, il comparto sonoro è ottimo, con effetti e musiche che contribuiscono all’estetica sopra le righe.