Super Meat Boy nasce nel 2010, esattamente 10 anni fa, e si tratta di un platform sviluppato da Edmund McMillen (la folle quanto brillante mente dietro The Binding of Isaac) e Tommy Refenes. Il duo prese il nome di Team Meat e inizialmente lanciò Super Meat Boy soltanto per Xbox Live Arcade, per poi pubblicarlo anche per i PC Microsoft.
Super Meat Boy è diventato velocemente un must per ogni videogiocatore che adora il genere platform, visto che si tratta di un prodotto che rasenta quasi la perfezione. Come scopriamo dalla lettera aperta dello sviluppatore sulla pagina del gioco di Super Meat Boy Forever, quest’ultimo sarebbe dovuto essere un vero e proprio spin-off, una produzione minore e di breve durata, una piccola parentesi fra progetti più grandi.
Le cose non sono andate come previsto, tanto che lo sviluppatore racconta di aver avuto un vero e proprio blocco e di aver poi ripreso in mano il progetto, rendendosi conto di voler creare un sequel e non più uno spin-off. Questa scelta, benché ci abbia regalato un titolo molto valido, probabilmente si è rivelato un errore fatale per un prodotto che siamo sicuri deluderà le aspettative di chi desiderava un vero e proprio sequel del primo titolo.
Super Meat Boy Forever infatti fa due passi indietro e uno in avanti, non riuscendo a sostenere il peso di un prequel impostosi negli anni come uno dei cardini del genere platform.
Corri, corri, CORRI!
Super Meat Boy Forever non è un platform classico come il primo capitolo, visto che si tratta a tutti gli effetti di un autorunner. Nei panni di Meat Boy e Bandage Girl, dovremo recuperare la creaturina nata dalla loro unione, chiamata Nugget. Questo piccolo esserino è stato rapito dal già ben noto Dr. Fetus. Lo stile di McMillen si percepisce fin dall’introduzione e perdura per tutte le cinematiche di gioco, stavolta estremamente preponderanti rispetto a Super Meat Boy.
Si tratta di spezzoni divertenti ed estremamente caricaturali, in cui gli sviluppatori non hanno risparmiato citazionismo, violenza, humor nero e grandissime esagerazioni. In questo, Super Meat Boy Forever risulta particolarmente curato ed affinato rispetto al suo predecessore, un elemento che abbiamo apprezzato moltissimo, seppur secondario rispetto al gameplay.
Sull’aspetto prettamente ludico Super Meat Boy Forever risulta un titolo estremamente valido, ma che presenta dei difetti che il primo capitolo non possedeva. Una volta abituatisi alla nuova formula questi difetti non gravano più di tanto sulle esperienza, ma se si considera che si sta comunque trattando di un sequel viene da domandarsi il perché di questa involuzione.
Super Meat Boy Forever genera i suoi livelli in modo procedurale, per cui i livelli saranno sempre diversi, ad eccezione delle boss fight di fine mondo. I mondi di gioco risultano incredibili, con il design di ognuno di essi sempre colorato e particolare. Un aspetto estremamente riuscito di Super Meat Boy Forever riguarda proprio la continua introduzione di interazioni con l’ambiente; il gioco aumenta di mondo in mondo le azioni disponibili, ampliando quello che altrimenti sarebbe un gameplay composto da pochissime azioni.
Se essere procedurale rende il gioco fresco e dinamico in alcuni segmenti genera qualche piccola stortura, creando dei ritmi piuttosto irregolari. Ti capiterà sicuramente di riuscire a superare quasi tutto un livello senza incontrare particolari problemi, per poi trovarti davanti a una sezione dal livello di difficoltà completamente anomala rispetto a quella del resto del livello. Questo spezza il ritmo di corse molto dinamiche e entusiasmanti che sapranno, nonostante qualche morte di troppo, regalarti dei bei momenti.
Il fattore autorun è probabilmente gioia e dolore più grande del gioco; nonostante vada a donare dinamicità al gameplay, esaspera la componente trial & error già congenita nel genere platform, fino a farla però sfociare in vera e propria frustrazione. Grazie allo svantaggio di non potersi fermare per analizzare la situazione, in scenari molto complessi o che richiedono interazioni con elementi offscreen non si potrà fare altro che morire e riprovare.
Anche i boss, benché ispiratissimi e memorabili, possono essere annichiliti semplicemente imparando a memoria i pattern di attacco, i quali spesso tendono a ripetersi in maniera fin troppo prevedibile.
La difficoltà risulta crescente, a parte i fastidiosi picchi creati dalla randomicità dei livelli procedurali. Il gioco ti consente di sviluppare al meglio la memoria muscolare, così da prepararti a un’ardua hardcore mode una volta che avrai raggiunto per la prima volta i titoli di coda. Per quanto riguarda la difficoltà, si, siamo di fronte al degno successore del primo Super Meat Boy.
Lo stile McMillen non fallisce mai
Dal punto di vista della cura per i dettagli, Super Meat Boy Forever si rivela essere un gioco ben più maturo del prequel. Già dal menù di gioco potrai intuire che le musiche e gli effetti sonori di gioco sono fantastici, così come lo sono i modelli dei boss, dei nemici e dei 18 personaggi giocabili. Quest’ultimi si potranno sbloccare in diversi modi, con la più comune che richiede l’ottenimento dei ciucci nascosti in ogni livello di gioco; un elemento che insieme alla modalità difficile e alla proceduralità ti potrebbe donare tantissime ore di gioco.
Le cinematiche sono curatissime e caratterizzate da un’animazione di altissimo livello, con personaggi fuori dagli schemi; il particolare “stile McMillen” si sente. Se adori l’autore, fra viaggi in dimensioni alternative, scoiattoli in cerca da vendetta che assomigliano a Big Boss di MGS e tanto, tanto sangue, ti sentirai a casa.
Le ambientazioni dei diversi mondi di gioco sono molto differenti fra loro, ma per ovvie ragioni la proceduralità li rende visivamente ripetitivi. Un problema questo che però grazie al continuo evolversi del gameplay si sente davvero poco. In sintesi, se il gameplay tradisce la qualità del primo capitolo, dal punto di vista della cura dell’aspetto visivo e sonoro possiamo affermare con una certa sicurezza che i 4 anni effettivi di sviluppo di Super Meat Boy Forever si sentono eccome!