Superhot è un FPS particolarissimo, che ha attirato fin da subito l’attenzione del pubblico grazie al suo stile particolare e al suo gameplay unico e originale, dove il tempo scorre solo insieme al movimento del giocatore, dando modo di riflettere su ogni singolo proiettile sparato e su ogni azione. Ecco quindi che Superhot ci mette nei panni di una serie di situazioni proprie dei migliori film action, ma con tutta la calma data dal particolare scorrere del tempo.
Un complotto digitale
La storia di Superhot viene narrata attraverso un’interfaccia DOS composta da diverse opzioni. Questa simula un PC virtuale, appartenente al protagonista della vicenda. Poco dopo aver avviato il titolo, la notifica di un messaggio ci trasporta subito nell’intreccio di fatti, attraverso una chat virtuale. Un nostro amico ha provato uno strano e appassionante gioco (lo stesso Superhot, appunto) e ci consiglia di provarlo passandoci la sua versione crackata. Dopo averlo avviato, ci troviamo di fronte a una manciata di livelli che ci introducono alle meccaniche del gioco e al particolare scorrere del tempo (su cui torneremo a breve).
Dopo la conclusione dei primi stage veniamo riportati nel menù DOS iniziale e attraverso una nuova chat tra i due amici veniamo informati sul nuovo aggiornamento del file di Superhot. Il completamento di qualche altro livello porta a una situazione inaspettata: il gioco “prende vita” e una breve visione ci fa capire che il nostro protagonista (ovvero, il ragazzo in carne e ossa che sta giocando il titolo) viene spiato per scopi ignoti, probabilmente dagli sviluppatori del titolo.
Da qui in poi la trama prosegue attraverso questa narrazione basata interamente sul falso sistema DOS e sui diversi livelli. La storia è ricca di mistero e piena di elementi geniali in grado di coinvolgere il giocatore. Nulla di particolarmente originale, ma sicuramente interessante fino alla fine.
“Stai dicendo che posso schivare i proiettili?”
Il primo impatto con la parte puramente ludica di Superhot è molto esplicativo. Una volta entrati nel primo livello, ci troviamo di fronte a una sagoma rossa che si sta sgretolando molto lentamente, mentre in mano abbiamo una pistola. Chiaramente abbiamo sparato noi, ma tutto sembra fermo nel vuoto, incredibilmente rallentato. Mentre muoviamo i primi passi, quella silouette si frantuma completamente e poco dopo vediamo su schermo la scritta “TIME MOVES ONLY WHEN YOU MOVE”.
Questa è la base del gameplay di Superhot. Il tempo si muove solo quando ci muoviamo noi, mentre quando siamo fermi, tutto si blocca. Questo vale per qualsiasi cosa presente nello scenario, dai nemici, fino a i proiettili. A ogni nostra azione, quindi, corrisponde un movimento nemico (o dei colpi di arma da fuoco). A questo si aggiunge un principio fondamentale: il nostro personaggio viene ucciso con un solo colpo e lo stesso vale per i nemici (a parte rare eccezioni).
Data l’estrema fragilità del nostro avatar ogni mossa deve essere ponderata e ogni scelta deve prendere in considerazione i movimenti dei nostri avversari e dei proiettili in volo. Ad esempio, sparare direttamente a un nemico che corre verso destra è inutile, dato che quando il tempo partirà (in conseguenza dei nostri movimenti) non sarà più nella stessa posizione. Bisogna quindi anticipare la traiettoria dei nostri proiettili e di quelli nemici, in modo da colpire senza essere colpiti.
A questo semplice concetto si aggiungono tante piccole chicche che rendono il gameplay dinamico e divertente. Oltre alle armi da fuoco, è possibile utilizzare altri strumenti di morte, convenzionali o improvvisati. Queste meccaniche vengono introdotte nei livelli poco alla volta, donando maggiore profondità alla struttura di gioco.
Come nei migliori action movie
Abbiamo quindi la possibilità di raccogliere oggetti e lanciarli contro i nemici, stordendoli brevemente. Allo stesso modo possiamo lanciare la nostra arma da fuoco per ottenere lo stesso effetto. In entrambi i casi la povera sagoma rossa lascia cadere la sua arma, che può essere letteralmente raccolta al volo e utilizzata (sempre seguendo i classici principi temporali esposti poc’anzi). Di conseguenza gli scontri sono sempre dinamici e divertenti, dato che possiamo raccogliere e lanciare oggetti, prendere armi al volo e combinare tutto questo come più ci aggrada.
Ogni scenario è un trial and error in cui il posizionamento è fondamentale per non essere uccisi. Da questo punto di vista Superhot sembra quasi un puzzle game, dato che richiede al giocatore di capire come muoversi e cosa usare. Ci sono comunque diversi modi di completare un livello, ma in generale bisogna continuamente fermarsi ad osservare i dintorni prima di fare la prossima mossa.
Alla fine di ogni stage, poi, Superhot ci dona un replay in tempo reale di tutto ciò che abbiamo fatto, creando delle vere e proprie scene d’azione degne dell’ultimo film di John Wick.
Dopo aver finito la campagna, inoltre, Superhot mette a disposizione diverse modalità sfida che donano molta longevità al prodotto. Tra queste possiamo trovarne alcune davvero impegnative, che richiedono di completare gli stage in un certo modo, per esempio. In aggiunta, vediamo una modalità endless che si adatta perfettamente alla natura portatile di Nintendo Switch, dandoci modo di giocare il titolo anche per brevissime sessioni.
Un difetto potrebbe essere dato dalla ripetitività generale del titolo. Per quando gli scenari siano differenziati, in Superhot non si fa altro. Il gameplay originalissimo rende tutto sempre divertente, ma alcuni giocatori potrebbero non apprezzarlo comunque.
Un difetto grave, invece, è dato dalle hitbox dei nemici, non sempre precise. Ogni tanto capita di sparare una sagoma ferma nel mirino, solo per vedere il proiettile passare allegramente al suo interno, per poi uscire dall’altro lato senza conseguenze. Quando spariamo dritti in testa o al torace questo non accade, ma quando ci avviciniamo ai bordi dei nemici, potremmo avere qualche sorpresa di questo tipo.
Grafica minimalista
Il comparto tecnico di Superhot non fa di certo gridare al miracolo, dato che tutti i modelli e i nemici sono delle sagome astratte senza nessun tipo di dettaglio. Tuttavia, questo particolare stile è voluto dagli sviluppatori, dato che l’eccellente comparto artistico minimalista basa tutto il suo fascino proprio sugli scenari surreali creati dal forte contrasto di colori e dai pochi dettagli presenti.
Il comparto sonoro completa il tutto con degli effetti che richiamano alla mente particolari luoghi, donando profondità alle ambientazioni. Per esempio, un livello in cima a un grattacielo avrà come rumore di sottofondo il vento, che aiuta tantissimo a creare la giusta atmosfera e a far capire immediatamente dove ci troviamo, nonostante l’astrazione che permea gli ambienti. In pratica, Superhot eccelle anche qui.