Se ami il videogioco a 360° e come me sei sempre interessato/a a ciò che di nuovo il medium ha da offrire, l’ipotesi che tu non conosca SUPERHOT o che non l’abbia mai sentito nominare, è probabilmente inconcepibile. Parliamo infatti di uno dei giochi indipendenti più riusciti degli ultimi anni che, dopo essere nato come semplice prototipo in occasione della 7 Days FPS Game Jam Challenge del 2013, ha riscosso un successo strepitoso venendo apprezzato in gran parte del mondo.
Grazie al riscontro positivo suggellato tre anni più tardi in seguito all’uscita del gioco, il team di sviluppo che in gran parte si trovava alla sua prima vera esperienza, ottenne tutto ciò di cui aveva bisogno per continuare ad ampliare quell’idea di base. Il primo passo, considerato da molti ciò che diede vita a una vera e propria esperienza definitiva, fu quello di abbracciare la realtà virtuale creando una versione del titolo che sfruttasse tale tecnologia.
La terza e ultima fatica ad oggi concepita dal team SUPERHOT, la stessa di cui ti parlerò all’interno di questa mia recensione, non è altro che un DLC stand-alone del già citato gioco base, che non si limita tuttavia a essere un semplice more of the same. Questo MIND CONTROL DELETE rappresenta infatti un ulteriore ampliamento del franchise di appartenenza, ricercato attraverso la coraggiosa scelta di puntare a qualcosa di diverso. Ne sarà valsa la pena? Scopriamolo insieme.
Immersione immediata
Per quanto il cuore di questa espansione, esattamente come accadeva nel titolo originale, non sia certamente il comparto narrativo, la tipica atmosfera asettica e digitale che si respira al suo interno svolge ancora una volta un ruolo fondamentale in quella che è l’esperienza di gioco.
Una volta avviato, MIND CONTROL DELETE ci catapulta immediatamente nella stessa realtà cibernetica che contraddistinse il primo esponente del franchise, fatta di poligoni netti e scenari tricromatici perfettamente funzionali a un gameplay così immediato.
Dopo essere sprofondato in una realtà tra il fittizio e il disturbante, chi gioca non può far altro che difendersi con ogni mezzo da quelli che sembrano essere gli attacchi di un’entità informatica. Le regole del “gioco” sono molto semplici: il tempo avanza solamente quando tu decidi di farlo e lo scopo è quello di eliminare un sufficiente numero di minacce. Uccidi o sarai ucciso; solamente così ti sarà concesso di progredire all’interno del titolo.
Fino a qui niente di nuovo per chiunque abbia già giocato SUPERHOT, ma ad arricchire queste costanti all’interno di MIND CONTROL DELETE troviamo un sistema di progressione basato su abilità e potenziamenti vari (Hack), inserito in una struttura dai caratteri procedurali.
DLC stand-alone? Una scelta vincente
Il prezzo da pagare per un cambio di rotta come questo, all’insegna della casualità per quanto riguarda la posizione di nemici e risorse, è senza dubbio un allontanamento dalla natura strategica del gioco originale. Mentre vivendo SUPERHOT si aveva infatti la sensazione di dover attuare delle soluzioni, quasi fosse un gioco a enigmi, in questa espansione il giocatore gode di una più ampia libertà, che premia più di ogni altra cosa la capacità d’improvvisazione. Trattandosi tuttavia di un ampliamento del gioco base, trovo che parlare di difetto sia un errore da non commettere.
SUPERHOT: MIND CONTROL DELETE sa divertire, non stanca e si presta bene sia a lunghe sessioni di gioco ininterrotto, sia a brevi attimi di spensieratezza. Questo, data la natura stessa del titolo che ovviamente punta moltissimo sul fattore rigiocabilità, è un dettaglio tutt’altro che trascurabile e capace di fare la differenza. Sbloccare nuove abilità e di conseguenza dare vita a possibili build sfruttabili nei livelli più impegnativi, rappresenta il fulcro dell’intera esperienza.
Va poi detto che l’aver già giocato o meno a una delle due precedenti interazioni del franchise, grazie anche a una curva della difficoltà studiata alla perfezione, non risulta assolutamente indispensabile per poter godere a pieno di questo DLC. Il tutto inizia infatti lento, calmo, quasi innocuo, facendoti sentire accompagnato per mano e mostrandoti ogni nuova meccanica introdotta. Poi, senza che tu possa evitarlo, si trasforma gradualmente in un inferno di proiettili ed esplosioni varie, proprio come se un’intelligenza artificiale stesse davvero cercando di ucciderti.
Un comparto tecnico migliorabile
Eccoci arrivati al pezzo conclusivo di questo mio puzzle costruito dopo aver giocato SUPERHOT: MIND CONTROL DELETE. Esattamente come accade per il titolo originale, il comparto tecnico di questa espansione si potrebbe tranquillamente riassumere con un paio di aggettivi: essenziale e funzionale.
Il gioco deve infatti parte della sua immediatezza proprio al registro stilistico impiegato nel comparto grafico, capace di trasformare eventuali limiti in indiscutibili punti di forza. La scelta di puntare al minimalismo formale e tricromatico (oltre che sonoro), ripudiando così ogni forma di texture e dettagli, risulta azzeccata sotto ogni punto di vista.
Purtroppo però, qualche difetto doveva pur esserci e nonostante la maggior parte di essi non vada assolutamente a minare l’intera esperienza di gioco, non tenerne conto in fase di recensione sarebbe davvero superficiale. Giocando a questo add-on di SUPERHOT mi è infatti capitato di imbattermi sia in un bug fastidioso, sia in alcuni cali di frame rate. Per quanto riguarda l’entità di questi ultimi mi sento quasi di chiudere un occhio ma ignorare il fatto di essermi trovato più volte di fronte a un esercito di nemici invisibili, lo ammetto, mi risulta un po’ più complicato.