Sviluppato e pubblicato da Visual Light Game, Sushi Battle Rambunctiously è un party game a tema sushi, da cui il titolo, incentrato su una serie di goffi scontri in 3D ad arena che richiama, neanche troppo palesemente, opere del calibro di Gang Beasts (qui una nostra analisi). Noi abbiamo fatto botte tra sushi su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Sushi Battle Rambunctiously: mangiare sushi non sarà più la stessa cosa
Sushi Battle Rambunctiously poteva davvero sbizzarrirsi sul piano narrativo. Poteva raccontare una storia fuori di testa o sulla falsa riga di Gudetama, una piccola serie targata Netflix su un tuorlo d’uovo e che include un episodio proprio in un ristorante di sushi. Il potenziale di base c’era tutto eppure…
…eppure, Sushi Battle Rambunctiously decide di non provarci nemmeno. Neanche mezzo cenno narrativo. Assolutamente niente. Il titolo targato Visual Light Game punta unicamente a far da reskin a Gang Beasts, in modo anche abbastanza palese e pigro. Il che, ancora una volta, è un peccato enorme.
Di Sushi Battle Rambunctiously sappiamo due cose: che impersoneremo un “guerrierodi riso” caratterizzato dal proprio colore e da un elemento “sushiesco” a nostra scelta e che ci sono degli zombie di sushi che vogliono divorarci e infettarci. Fine, non c’è altro da sapere e direi quindi di andare a vedere come se la cava sul versante del gameplay.
Botte da sushi
Sushi Battle Rambunctiously è un party game in 3D ad arena fino a quattro giocatori che punta tutto sulla comicità fisica. Il titolo di per sé ha due modalità principali: quella singola e quella multy. Inutile dire che il gioco è pensato essenzialmente per essere giocato insieme a qualcuno e, come andremo a vedere, la modalità singola è di una tristezza disarmante.
Prima ancora di scendere nei dettagli è bene dire che il titolo offre anche un fugace e poco chiaro tutorial fatto solo di immagini e con area che funge da palestra “infinita”. Niente di memorabile, oltre che discretamente poco intuitiva, ma riesce a essere comunque esaustivo considerando che il titolo in sé ha pochissime regole.
Di tutt’altra valutazione è l’editor del personaggio. Creare il proprio eroe sushi prima di scendere sul tavolo di battaglia è tra le migliori cose di Sushi Battle Rambunctiously. L’identità del titolo è principalmente qui e lo si vede dalle varie opzioni con cui “vestire” la palla di riso (a sua volta personalizzabile per colore). In pratica, stai letteralmente preparando il sushi solo che al posto di mangiarlo, lo farai combattere contro altri pezzi di sushi (applausi la vongola-elmo stile Juggernaut).
Purtroppo, pad alla mano, Sushi Battle Rambunctiously è molto meno entusiasmante di quanto ci aspettassimo. Il sistema di gioco è praticamente identico a Gang Beasts, con i personaggi che si aggrappano un po’ a tutto e con hit box molto discutibili a causa di imprecisioni varie e di effetti ragdoll poco credibili ed esagerati. Insomma, lo stesso espediente folle e umoristico che ha fatto la fortuna di Gang Beasts e titoli simili.
Sushi Battle Rambunctiously include anche un’altra cosa non proprio nuova: gli zombie. Per essere eletto come miglior sushi, ossia l’ultimo sopravvissuto (con tanto di piatto d’oro), si dovrà anche evitare la zombificazione. Questo stravagante effetto appare dopo l’eliminazione (scagliato fuori dall’area o morso da un altro zombie) ed è un modo per non escludere gli sconfitti, aggiungendo più pepe e difficoltà ai sopravvissuti.
Banalmente, se ti colpisce un sushi zombie, ti zombificherà. L’effetto è carino, anche se per niente innovativo, ma il divertimento si esaurisce abbastanza velocemente. Il motivo è che, nonostante una buona varietà di oggetti da raccogliere e scagliare addosso agli altri per stordirli per qualche secondo, questi sono in termini ludici tutti uguali.
Scagliare un piatto o una forchetta crea lo stesso effetto. Per fortuna, a rendere più vario anche ludicamente Sushi Battle Rambunctiously intervengono i livelli (comunque in numero risicato) dotati di alcune trappole ambientali gradevoli e che possono anche essere in parte demoliti. Qui bisogna però, ancora una volta, evidenziare quanto il titolo si sia ispirato a Gang Beasts (alcune aree sono quasi identiche).
Come si vince una battaglia tra sushi? Banalmente: sopravvivi. Sopravvivi ai tuoi amici e anzi, sfrutta oggetti e ambiente per eliminarli. E quando questi torneranno in veste di zombie, continua a resistere, ostacola la loro goffa avanzata con ogni mezzo a disposizione finché non sarai l’unico sushi ancora “buono” da mangiare. Allora sì che sarai incoronato vincitore.
Inutile dire che, se le meccaniche di base sono prevalentemente le stesse, il caos delle lotte riesce a rendere ogni rissa potenzialmente unica e fortemente imprevedibile ma non elimina del tutto l’effetto “noia”.
Da soli la noia si triplica
L’abbiamo citata e ora bisogna approfondirla: la modalità single player di Sushi Battle Rambunctiously. Si tratta di una modalità survival: sei solo contro i sushi zombie. Non puoi sconfiggerli (ma puoi rallentarli lanciandogli contro gli oggetti), devi solo sopravvivere il più a lungo possibile. Nessun premio se non un punteggio che ricorda il traguardo raggiunto. Tutto qui. Non c’è altro.
I livelli sono praticamente gli stessi che vivrai insieme agli amici, con gli stessi oggetti e trappole. Gli zombie, invece, saranno dei bot dotati di un’a ‘IA estremamente discutibile ma che possono sorprenderti con balzi inaspettati. Inutile dire che dopo due partite, tale modalità ha già stancato i più pazienti dei giocatori, risultando praticamente un mero extra poco valorizzato e dallo scarso appeal.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Sushi Battle Rambunctiously raggiunge la sufficienza per una buona coerenza visiva surrealista. Tutto è a tema sushi: dall’editor di personaggi ai livelli (non proprio tutti-tutti).
La cura del dettaglio lascia un po’ a desiderare ma troverai comunque più dettagli di altri congeneri e il colpo d’occhio generale migliora in modalità portatile. Senza contare che è proprio ciò che avviene nei livelli, come essere investito da un trenino di piatti per sushi, a far scattare la risata (specialmente in compagnia).
Il sonoro è discreto, timido, quasi assente. Buoni gli effetti ambientali, coerenti con le location condivise ma niente di estremamente curato o elaborato. Da segnalare l’assenza della lingua italiana (neanche i sottotitoli) ma il testo è ridotto a poche descrizioni molto semplici da comprendere.