Sviluppato e pubblicato da SOFTSTAR in sinergia con Cube Game ed EastAsiaSoft, Sword and Fairy Inn 2 è il sequel diretto dell’omonimo Sword and Fairy Inn e spin-off della serie principale di gioco di ruolo Sword and Fairy. Si tratta essenzialmente di un gestionale di locanda e, dopo la recensione della versione per Nintendo Switch (che puoi recuperare comodamente qui), siamo tornati a servire ondate di clienti su PlayStation 5. Pronto a scoprire la nostra nuova recensione?
Sword and Fairy Inn 2 e la locanda magica e rumorosa
Sword and Fairy Inn 2 è uno spin-off e in quanto tale, seppur recuperando personaggi, anche di un certo livello per carisma e fama, dai capitoli principali della saga, si limita a proporre una narrazione fumosa, leggera, incentrata più su scenette umoristiche in bilico tra Disgaea e Tales of (con notevoli differenze sia per follia che per originalità). Sì, c’è una macro trama di sfondo ma è una scusante che ammanta un titolo incentrato prevalentemente nel gestire una locanda sfruttando facce note.
Sarebbe come un ipotetico e immaginario crossover di personaggi di Final Fantasy che decidono di aprire una locanda e gestirla insieme ed ecco quindi Cloud che cucina, Auron che si occupa di servire ai clienti e Lightning che viene mandata ad esplorare luoghi in cerca di materiali e quant’altro. E qui nasce il primo problema di Sword and Fairy Inn 2: la serie da cui trae origine è poco conosciuta, almeno in Italia.
Chiedere quindi di riconoscere i personaggi, collegandoli al loro rispettivo background con trame, amicizie e avventure, è un azzardo non di poco conto. Per fortuna, c’è da dire che non è necessario ai fini della narrazione la cui natura prettamente umoristica viene in soccorso, offrendo un’esperienza godibile e comprensibile potenzialmente a chiunque. Inutile rimarcare che chi conosce Sword and Fairy potrà godersi le vicende con ancora più divertimento e coinvolgimento.
Una locanda che si gestisce da sola
Appurato che la trama di Sword and Fairy Inn 2 è un susseguirsi di battute ed eventi che faticano a lasciare il segno, è bene approfondirne il gameplay. Tra le mani abbiamo un gestionale a menù che trova la sua forza nell’immediatezza e nel suo essere fortemente accessibile. Di contro, il gioco soffre di diverse critiche, prima tra tutti l’eccessiva automatizzazione ludica che relega il ruolo del videogiocatore a quello di spettatore o quasi.
Nell’ordine, il gioco è suddiviso in diversi momenti tutti ciclici e quindi ripetitivi fin da subito. Una formula a cui Sword and Fairy Inn 2 si aggrappa con ostinazione mutando molto poco la sua formula e rischiando di stancare abbastanza presto. La prima attività, la principale, riguarda la fase “diurna” che comprende la sistemazione del menù, il posizionamento dello staff, eventuali gite fuori porta, la gestione dell’orto, le spedizioni per la mappa e infine l’apertura della locanda.
Nell’ordine, la preparazione del menù, i cui piatti saranno sbloccabili gradualmente, riguarda la selezione di piatti che possiamo rendere disponibili all’utenza. Ovviamente, ogni piatto richiede un determinato numero e tipologie di materiali senza i quali, non potremo prepararlo. Inoltre, ogni piatto ha un livello potenziabile nella fase “serale” e che approfondiremo nei paragrafi successivi. Oltre al menù, dobbiamo gestire anche il nostro staff, anche questo ampliabile man mano che andremo avanti nell’avventura o acquistando personaggi in città.
Ogni membro dello staff ha determinate statistiche che lo possono rendere più o meno adatto a svolgere determinati ruoli come: cuoco, cameriere, manager e addetto alle pulizie. Tra tutti, spicca il ruolo di manager che rende il titolo praticamente automatizzato. In pratica è come se un personaggio giocasse al posto nostro durante la fase di apertura della locanda.
Le “gite fuori porta” sono mini spedizioni che ci portano ad esplorare una piccola frazione di città in momenti ludici in terza persona con visuale a semi volo d’uccello in cui potremo interagire coi cittadini per reclutare nuovo staff, acquistare materiali o effettuare die baratti. Il tutto in vista di potenziare il menù e il nostro team di lavoro. Discorso diverso per le spedizioni, queste impegnano un membro dello staff escludendolo dal lavoro in locanda e tenendolo fuori dai giochi fino alla fase serale. Il compenso per tale scelta è un oggetto casuale tra i tanti proposti nel menù d’esplorazione.
La gestione dell’orto, invece, è una sorta di rudimentale Harvest Moon dove potremo occuparci di alcune zolle di terra per piantare e ricevere materiali in autonomia. Potenziando l’orto potremo anche allevare animali e pescare, il tutto con la speranza di avere un inventario sempre pieno. Infine, abbiamo l’apertura della locanda. Su carta sarebbe il momento clou di Sword and Fairy Inn 2 ma ludicamente è tra i più noiosi.
Se non scegliamo di affidare tutto a un manager, il nostro intervento sarà limitato al selezionare i vari clienti, vedere le loro richieste e decidere quando e se farli procedere a sedere per poi tenere d’occhio il loro umore e incentivare l’intervento del nostro staff in caso di problemi, sporcizia o altro. Tutto qui. Un’attività semi-automatica ancorata a menù che stanca praticamente subito, non riuscendo a offrire grandi soddisfazioni. Anche perché, il successo della serata è legato ai valori dello staff e alla quantità di cibo a nostra disposizione.
Di sera ci si potenzia
La fase “serale”, anche questa perennemente ciclica, è dedicata al potenziamento in varie forme. Nella palestra potremo decidere di potenziare la forza o la velocità dei nostri personaggi (spendendo soldi ed energia) mentre in cucina, potremo addestrare i nostri cuochi nel migliorare i piatti a disposizione. Volendo, potremo anche dar vita a incontri tra due membri dello staff in modo da fortificare il loro legame e velocizzare e far nascere sinergie lavorative di vario genere.
Sempre di sera, potremo interagire con le stanze degli ospiti i quali potrebbero affidarci quest secondarie a tempo con cui ottenere bonus e premi di vario genere. Tutto qui. Sword and Fairy Inn 2 è un continuo ripetersi di automatismi che fatica ad appassionare nonostante una generosa struttura che solo a primo impatto può sembrare spaccata ma che, in realtà, comunica tra le varie attività in modo esigente (se curi poco l’orto e non hai materiali, rischi di presentare un menù vuoto, guadagnare poco e ritrovarti senza soldi).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Sword and Fairy Inn 2 fa il minimo. Siamo dinanzi a personaggi in stile cartoon-chibi che se non li si conosce per i titoli principali di Sword and Fairy, rischiano pericolosamente di smarrirsi nell’oceano di titoli simili. Analogo discorso per il sonoro, poco ispirato e poco coinvolgente. Da segnalare alcuni problemi tecnici abbastanza inspiegabili e riscontrati nelle fasi di esplorazione cittadine. Qui per interagire con alcuni cittadini si viene incastrati in un immaginario cammino a vuoto che vede l’attivarsi dei dialoghi in ritardo di quasi un minuto.
Infine, il titolo è orfano della lingua italiana, neanche i sottotitoli. Questo, unito al fatto che il doppiaggio (recitato bene) è unicamente in cinese (non in inglese) può allontanare ancor di più gli utenti, portandoli a ignorare le battute e a skippare velocemente le fasi simil visual novel.