Sviluppato da Gammara Nest e pubblicato da Selecta Play, Tad the Lost Explorer arriva su Nintendo Switch infilandosi nel genere platform in 2D e rispolverando il proprio umorismo. Noi abbiamo accompagnato Tad (o Taddeo che dir si voglia) in spericolate avventure e questa è la nostra recensione.
Tad the Lost Explorer – non proprio un tie-in
Tad the Lost Explorer, italianizzato in Taddeo l’Esploratore e nato come Tadeo Jones, è conosciuto in Italia principalmente grazie ai suoi diversi film animati. Ma esiste anche un fumetto (e il gioco in oggetto che lo ricorda abilmente) ed ora anche un videogioco. O meglio, il videogame ufficiale già esisteva ma questa è la versione per Nintendo Switch denominata “Craziest and Madness Edition”. I più, potrebbero confonderlo come l’ennesimo tie-in ma l’opera pubblicata da Selecta Play non è completamente identificabile con quella dicitura.
A conti fatti, il titolo si offre più come uno spin-off delle trame raccontate sul grande schermo di cui, tra l’altro, recupera personaggi e soprattutto location. Questo significa che Tad the Lost Explorer inizia già dando per scontato che si conosca chi è Tad e tutto il cast di co-protagonisti (dal cane Jeff, alla fidanzata Sarta e infine alla Mummia stravagante che funge anche da narratore). Saremo onesti, anche se non sapete chi accidenti è Tad, non avrete problemi ad ambientarvi nella narrazione.
Questo perché il canovaccio narrativo di Tad the Lost Explorer non è nulla di complesso e estremamente articolato, tutt’altro. Le vicende, lineari, seguono un filo abbastanza scontato dove si pensa più a far ridere che a emozionare. E parlando di risate, il gioco è abbastanza furbo, sfruttando anche la rottura della quarta parete. non per niente lo stesso Tad, nel riconoscere che si tratta di un’esperienza videoludica composta da un platform in 2D non nasconde che è una conferma di essersi trovato in un luogo (un tempio, in quel caso) decisamente vecchio.
Il gioco ha più di una battutina simile che, seppur non molto originali, spezzano il ritmo e in parte riescono anche piacevolmente a spiazzare. Senza contare gli interventi su schermo del simpatico pennuto rosso che attraverso cartelli funge sia da aiuto, che da tutorial che da involontaria spalla per battute – comunicando ora col personaggio di turno, ora direttamente col giocatore.
Insomma, se la narrazione in sé non brilla per originalità, la sua costruzione e l’ironia di fondo, considerando anche il target di riferimento (tendenzialmente basso), funziona discretamente bene e fa il suo dovere per quasi tutta la durata del titolo (che, salvo voler essere completisti di collezionabili, non sforerà le sei ore). Altra nota positiva in Tad the Lost Explorer è la varietà di location, non moltissime ma abbastanza diverse tra loro mentre, purtroppo, i livelli di una stessa area tendono a risultare presto monotoni e ripetitivi, salvo alcuni improvvisi cambi di attività e personaggi che approfondiremo a breve.
Non solo Tad in quest’avventura
Come anticipato, Tad the Lost Explorer è un platform in 2D decisamente standard e che, a conti fatti, non innova assolutamente nulla. Tad salta, raccoglie dei pennelli luminosi sparsi in giro (che non hanno alcuno scopo ludico se non quello di banali e infruttuosi collezionabili), scova segreti nascosti (altro collezionabile che però va a riempire una mini enciclopedia abbastanza divertente da completare), schiva o annienta nemici, supera ostacoli, risolve banali enigmi ambientali e infine raggiunge il “traguardo” finale.
Volendo analizzare tutto nel dettaglio, Tad the Lost Explorer non offre alcuna barra dell’energia. Questo significa che un solo colpo basterà per farci morire e ripartire da uno dei tantissimi e generosissimi checkpoint. A conti fatti, infatti, il titolo non ha un livello di sfida così elevato e scopriremo che, purtroppo, le uniche difficoltà sono dovute ad alcune imprecisioni tecniche, salvo rari passaggi realmente più impegnativi.
Tad può raccogliere una papera di gomma e lanciarla contro i nemici. Sua unica arma e metodo stravagante di uccisione. Spesso e volentieri, infatti, sarà obbligatorio eliminare un nemico per procedere oltre. Altre, invece, basterà saltare bene per superare le avversità. Avversità, a dirla tutta, abbastanza già note. Nulla in Tad the Lost Explorer sorprende per innovazione. I nemici stessi sono abbastanza banali, dai ragni che calano al soffitto a semplici pipistrelli svolazzanti. La situazione migliora un po’ col procedere dei livelli e con le boss fight, ma nulla che riesce a rimanere realmente impresso.
Sempre Tad, inoltre, dispone di una torcia che può accendere utilizzando determinati luoghi e utilizzare per accendere torce, focolai e quant’altro. Occhio però all’acqua o la fiamma si spegnerà e dovrai tornare indietro a riaccendere la torcia. E parlando di acqua, Tad può anche nuotare con tanto di bolla d’aria che va a calare drasticamente man mano che si passa del tempo immerso. Consapevoli che quanto fin’ora elencato non è niente di innovativo, gli sviluppatori hanno ben pensato di variare l’esperienza inserendo anche altri personaggi.
Ecco quindi che ogni tanto, in modo del tutto obbligatorio e quindi stabilito dal gioco, ti ritroverai a vestire i panni di altri personaggi con lieve e interessanti, seppur non rivoluzionarie, variazioni. Banalmente, la fidanzata di Tad è dotata di un doppio salto che agevola non poco alcuni passaggi nonostante un’imprecisione abbastanza elevata (senza contare l’innaturalezza di certi balzi ma considerando il tono dell’opera, ci può anche stare).
E parlando d’imprecisione, arriviamo al tasto dolente di Tad the Lost Explorer: saltare. Non è immediato abituarsi a giocare in quanto si ha sempre la sensazione di ritrovarsi a pattinare, come se Tad muovesse un passo in più. E un passo in più, fuori controllo, in zone strette, può essere fatale. Ecco quindi che possono capitare piccole fasi un po’ frustranti e che ti costringono a ricalibrare in modo forzato quando saltare. Il consiglio è di non andare troppo veloci, in modo da tenere sotto controllo le movenze e le imprecisioni dei personaggi. Tra l’altro, sì, Tad può anche correre e in alcuni momenti sarà praticamente obbligatorio farlo.
Oltre a cambiare personaggio, infatti, il titolo prova anche a variare l’esperienza ludica stessa spezzando l’inevitabile e comunque presente monotonia, con momenti leggermente diversi come l’essere inseguiti dalla classica (e lo dice stesso il gioco che è classica e abusata) palla gigante (tanto cara a Crash Bandicoot e non solo).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Tad the Lost Explorer sorprende per un impatto generale colorato e particolarmente fedele al mondo originario della saga. I richiami ai film sono efficaci e ben riprodotti. La grafica stessa, un 3D cartoonesco, è ben realizzata con alcuni dettagli niente male. Peccato per un riciclo un po’ troppo evidente e che rende anonimi alcuni livelli. Positivi gli effetti luce e alcune virate della telecamera, quasi prevalentemente fissa, donano un taglio quasi cinematografico che quasi sorprende.
Il sonoro non è male. Buono il doppiaggio (peccato l’assenza del doppiaggio in italiano) e anche gli effetti si difendono bene. Nulla che rimane impresso ma svolgono la propria funzione con sufficienza. Da segnalare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana (senza neanche troppi errori) e il fatto che il titolo si presenta bene e solido in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo.