Se sei un appassionato di storia del videogioco, ed in particolare del videogame da sala giochi, avrai sicuramente sentito parlare di Taito.
La compagnia giapponese, fondata nel lontano 1953 dal russo Michael Kogan ed ora di proprietà di Square Enix ha fatto la storia del medium con titoli come Space Invaders o Puzzle Bobble.
Lo scorso anno, proprio per celebrare la leggenda del marchio, Taito e Inin hanno presentato in esclusiva per Nintendo Switch Taito Milestones.
Si trattava di una raccolta con alcuni tra i più importanti titoli nella storia del produttore giapponese, che ha riscosso un buon successo tra gli appassionati; al punto che, un anno dopo, le due compagnie si sono ritrovate per proporci Taito Milestones 2, con altri 10 titoli da giocare e riscoprire.
Vediamo insieme quali sono.
Ben Bero Beh (1984)
Il primo titolo, in ordine cronologico, è il simpatico Ben Bero Beh. Si tratta di un platform coloratissimo e atipico in cui, nei panni di un volenteroso supereroe di nome Dami-chan, dovremo attraversare un edificio in fiamme per salvare la fidanzata Nao-chan.
Si tratta di un gioco abbastanza semplice nelle meccaniche, che però costituisce una sfida discretamente impegnativa: muniti di estintore dovremo spegnere le fiamme, superare in salto pavimenti che crollano o mobili che cadono e nemici generati dall’incendio.
The legend of Kage (1985)
Il secondo titolo è un hack-and-slash con elementi platform ambientato durante l’epoca Edo del Giappone feudale.
Nei panni del ninja Iga, soprannominato Kage (ovvero “ombra”) dovremo farci strada lungo 5 livelli densi di nemici, per liberare la principessa Kiri dalle grinfie di Yukikusa Yoshiro e del suo esercito.
Per assolvere alla nostra missione saremo armati di una spada corta e letali shuriken, con combattimenti che si potranno svolgere a terra, in aria o mentre scaliamo degli enormi alberi.
Kiki Kaikai (1986)
Ancora uno shooter a scorrimento, un po’ atipico, è Kiki Kaikai, precursore del famoso Pocky & Rocky con cui condivide molti elementi in comune a cominciare dall’ambientazione.
In questo simpatico titolo controlleremo Sayo-chan, un’inserviente di un tempo shintoista intenta a salvare i 7 dei della fortuna dalle grinfie degli Yokai che li hanno rapiti.
Per far questo avremo a disposizione un attacco dalla lunga distanza, che prevede il lancio di una sorta di pergamente incantate e che potremo upgradare raccogliendo i power-up sparsi per i livelli, più un attacco a corto raggio che vede la protagonista utilizzare un ventaglio da preghiera.
New Zealand Story (1988)
Con un salto di un anno, andiamo al 1988 e ad un titolo abbastanza conosciuto come New Zealand Story. Qui, nei panni del Kiwi Tiki, ospite dello zoo di Auckland affronteremo 20 coloratissimi livelli suddivisi in 5 aree molto ampie e corrispondenti a reali toponimi neozelandesi: Auckland, Rotorua, Waitomo Caves, Wellington/Strait Cook, e Hammer Springs/Monte Cook.
Il tutto con l’obiettivo di liberare altri Kiwi tra cui l’amata Phee-Phee, rapiti dalla foca leopardo Wally Walrus.
Ad aiutarci nell’impresa numerose armi a nostra disposizione a partire da arco e frecce e numerosi veicoli che possiamo utilizzare per attraversare rapidamente i nemici, come un curiosissimo UFO.
Darius II (1989)
Un altro pezzo da novanta è sicuramente Darius II, sequel dell’omonimo shmup uscito nel 1986.
Anche stavolta al comando della navicella Skyhawk, dovremo sgominare l’armata Belser attraverso vari livelli che riprendono quelli del predecessore armati di laser, bombe intelligenti, scudi e tutto quello che ci può venire in mente.
La struttura prevede che dopo il primo livello, sia il giocatore a scegliere la strada da percorrere fino alla fine; ulteriore peculiarità mantenuta è la scritta che alla fine del quadro ci avvisa dell’approssimarsi del boss di fine livello.
In questa raccolta, anche se l’utente meno smaliziato faticherebbe ad accorgersene, è stata inserita per la prima volta la versione a 3 schermi che consentiva al giocatore che usava questa tipologia di cabinato di avere un campo di visione più esteso.
Gun Frontier (1990)
Nuovo decennio, nuovo shmup, che mescola elementi western e fantascientifici. Ambientato nel XXII secolo sull’immaginario pianeta Gloria, a bordo di astronavi dalla forma di revolver, affrontiamo orde di pirati alieni conosciuti come Wild Lizard, intenzionati ad impossessarsi delle miniere d’oro presenti sul pianeta.
Il tutto lungo 6 livelli durante i quali ci troveremo al centro di un fuoco incrociato per superare il quale servir tutta la nostra abilità nell’utilizzo delle armi (upgradabili) a nostra disposizione.
Liquid Kids (1990)
Un altro simpaticissimo platform shooter è Liquid Kids: nei panni di Hippopo, dovremo liberare la cittadina di Woody Lake e i suoi abitanti, tra cui l’amata Tama-Sun dalle orde di demoni che lo infestano.
Per eliminare i nemici di questa coloratissima avventura avremo a nostra disposizione delle bombe d’acqua, che li stordiscono consentendoci una veloce eliminazione corpo a corpo, lungo 17 livelli divisi in 7 ambientazioni diverse, ognuna delle quali termina con lo scontro contro un boss giocattolo.
Metal Black (1991)
L’ultimo shmup della serie è un altro titolo fantascientifico, Black Metal, creato dallo stesso team di Gun Frontier e immaginato inizialmente come terzo capitolo della saga Darius.
Anche in questo caso la trama è abbastanza schematica e nei panni di John Ford, pilota del Black Fly, ci toccherà sgominare gli alieni Nemesis che minacciano la Terra; il tutto all’interno di 6 livelli di difficoltà crescente.
Solitary Fighter e Dinorex (1991-1992)
Gli ultimi due titoli della raccolta sono due picchiaduro, entrambi molto classici.
Il primo, Solitary Fighter, vede i lottatori competere per il titolo di Numero 1 in una serie di combattimenti a incontri, con una veste grafica ed un gameplay che richiama i classici dell’epoca come Double Dragon.
Dino Rex, come suggerisce il nome, ci vede alle prese con dei combattimenti tra dinosauri, ognuno dei quali contraddistinto da mosse peculiari. Diversamente da Solitary Fighter, in questo caso gli sviluppatori utilizzarono una grafica poligonale.
Segnali di stile di Taito Milestones 2
I giochi, come già detto, sono ampiamente conosciuti e già altre volte erano stati riproposti sotto forma di porting. Anche in questo caso non troviamo grandi differenze con il passato: all’interno del menu di pausa di ogni gioco troviamo le opzioni per emulare la grafica del cabinato, aggiungendo qualche effetto e rendendo più grezzi i poligoni su schermo. Per il resto l’esperienza originale è preservata, tanto a livello grafico che di sonoro.
A parte un manuale, sempre accessibile dal menu di pausa, diversamente da operazioni simili, non esistono extra di nessun tipo. E’ una piccola mancanza, che poco toglie al divertimento, ma visto il prezzo della collection sarebbe stata gradita un po’ più di carne al fuoco.