Purtroppo, la chiusura di uno studio è sempre una notizia che fa male, a prescindere se amiamo i giochi prodotti oppure ne siamo indifferenti.
Sono cose che nell’industria possono accadere, nel peggiore dei casi anche mentre è in sviluppo il seguito di un capitolo terminato con “To be continued” (Dante’s Inferno di Visceral Games docet).
Dopo il fallimento di Telltale Games, l’anno scorso sono stati ritirati da Steam Tales of Monkey Island e Back to the Future: oggi è toccato a Tales From the Borderlands, rimosso dalla piattaforma di Valve e questa volta anche su PlayStation 4.
Potrebbe non essere l’ultimo titolo rimosso dagli ormai ex-sviluppatori di avventure narrative.
Il mercato attuale è spietato: se si rimane con la stessa idea senza mai cambiarla, non è possibile continuare. Proprio perchè viviamo in tempi dove l’industria è in continuo cambiamento e cerca in tutti i modi di guardare avanti, sta alle software house adattarsi ai suddetti per non rimanere indietro.
Non evolversi è stata una delle cause del fallimento di Telltale Games, proponendo sempre più giochi con lo stesso motore grafico e non rinnovando quasi mai nel gameplay (per quanto un avventura narrativa possa concedere).
A questo vanno sommati litigi interni tra sviluppatori non sempre contenti e anche tra “i piani alti” dell’azienda.
A prescindere dalle scelte sbagliate intraprese, non può che rimanere l’amaro in gola per la rimozione di questo gioco, specialmente se siamo vicini alla data di rilascio del terzo capitolo di Borderlands, dove uno dei personaggi importanti, ovvero Rhys, era anche uno dei protagonisti di Tales From the Borderlands.
Non è da escludere però che 2K Games, software house che ne detiene i diritti del franchise in quanto editore, possa acquisire il titolo, dando speranza di giocarlo a tutti i neofiti della saga che altrimenti non lo proverebbero mai (esattamente come successe con The Walking Dead, lasciato al suo destino a metà stagione per poi essere supportato da Skybound Games fino a serie finita).