Sviluppato e pubblicato da Bandai Namco, Tales of Arise Beyond the Dawn è l’espansione ufficiale di Tales of Arise, un DLC corposo (qui l’annuncio ufficiale) che aggiunge oltre 20 ore di gioco con una trama inedita che va a collocarsi cronologicamente dopo le vicende del titolo originale rendendo di fatto questo contenuto una sorta di sequel che risulta però più un filler. Noi siamo tornati a vivere le avventure di Alphen e Shionne su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Tales of Arise Beyond the Dawn – non c’era un lieto fine?
Per parlare di Tales of Arise Beyond the Dawn, inevitabilmente, si rischia di rovinare parte del finale del capitolo originale. D’altronde, l’espansione stessa va giocata esclusivamente dopo aver completato le avventure di Alphen amici. Per questo motivo, se non hai completato Tales of Arise, torna indietro e desisti dal proseguire onde evitare qualche spiacevole spoiler.
Per tutti coloro che hanno invece finito Tales of Arise, è tempo di dare un’occhiata a cosa succede dopo ma prima: dov’eravamo rimasti? Ebbene, due pianeti si sono uniti tra loro dopo un conflitto epocale al culmine di un viaggio quasi epico. A essere onesti, parliamo di un Tales sì solido nel gameplay ma che narrativamente prestava il fianco a più di una critica tra cui una “nemesi” non molto rilevante e un intreccio narrativo non incredibilmente esaltante.
Eppure, grazie alle vendite, eccoci di nuovo qui, dopo due anni, a scavare dietro all’apparente lieto fine del titolo originale. Perché sì, siamo onesti, il titolo originale finiva bene e la conclusione non lasciava spazio a domande o curiosità alcune. Eppure gli sviluppatori hanno deciso di spremere ancora di più quella trama e su cosa puntare quindi? Principalmente su uno dei punti cruciali del titolo originale: il tema del razzismo, del diverso, dell’accettazione e della convivenza.
Parliamo del popolo di Dahna e quello di Rehna. I primi schiavizzati dai secondi che ora si ritrovano invece a ospitare nelle loro terre, nell’unico mondo a disposizione in quanto le rispettive terre sono ora fuse in una. Ammettiamo che il tema dell’uguaglianza, dell’accettazione di un popolo diverso, è ancora una volta affascinante e ben trattato ma risulta ridondante. Tales of Arise lo aveva già affrontato egregiamente e, seppur ora ci sia una sorta di capovolgimento non indifferente, il succo permane quello.
Come rimangono pressoché immutati i sei membri del team originale. Questi si ritrovano dopo un anno e fondamentalmente non è cambiato quasi nulla. Ma ti diremo di più, nel corso delle oltre venti ore di avventura, i personaggi non subiscono alcun mutamento rilevante. Non c’è una crescita o un approfondimento degno di nota se non riguardo l’unica reale novità dell’espansione: Nazamil.
Nazamil è figlia di un lord di Rehna, quindi uno dei grandi “cattivoni” che lottavano per detenere il trono e di una donna di Dahna. è una sangue misto. Per questo motivo è ripudiata da tutti. Ma non solo, Nazamil sembra avere oltre che un mistero da svelare anche degli stravaganti poteri. Eppure, Nazamil non è membro attivo sul campo di battaglia, una grossissima mancanza che poteva portare una ventata di aria fresca non indifferente anche in termini ludici.
Non solo, essendo Nazamil l’unica vera novità tra i legami del team originario fa sembrare l’intera trama una sorta di filler più che un sequel ufficiale salvo appunto alcuni risvolti collettivi e legati all’intero mondo di gioco come i mausolei, particolari dungeon sbucati successivamente alla fusione dei due mondi. Tirando le fila del discorso, la narrazione di Tales of Arise Beyond the Dawn non sorprende e non appaga, risultando sì gradevole ma anche un extra di cui se ne poteva fare benissimo a meno.
Tutto il resto è uguale
Tales of Arise Beyond the Dawn non rivoluziona assolutamente nulla del titolo originale, scegliendo di riportare esattamente lo stesso sistema di battaglia e abilità. Un sistema estremamente solido ma che non sorprende più. Ci si aspettava qualcosa di nuovo da questo gioco di ruolo, una minima aggiunta che potesse giustificare l’acquisto di un contenuto corposo creato e promosso dopo due anni e invece niente di davvero rilevante o che riesce a lasciare il segno.
Anche il sistema legato a materiali e cucina permane indifferente ma anzi, Tales of Arise Beyond the Dawn decide di fare qualche passo indietro estremamente discutibile. Prima di tutto, il DLC ha un suo menù a parte con salvataggi separati ma comunicanti con quelli della trama originale. Questo si traduce nella possibilità di riconoscere il nostro traguardo e ricompensarci seppur in modo decisamente timido.
In effetti, possiamo ottenere diversi bonus prima di iniziare il DLC come il bonus per il completamento della storia principale, il bonus per il completamento di tutte le missioni secondarie nel titolo originale e il bonus per aver portato, sempre in Tales of Arise, tutti i personaggi al livello 100. Ecco, peccato che l’ultimo bonus si collega a una delle prime scelte discutibili di Tales of Arise Beyond the Dawn: il mancato mantenimento dei livelli dei personaggi.
Ebbene sì, nell’espansione i nostri personaggi partiranno tutti depotenziati, con livelli e abilità in meno oltre che senza gran parte dell’equipaggiamento e degli oggetti precedentemente raccolti. Comprendiamo che sia una strategia per riequilibrare il livello di sfida ma avremmo gradito ben altre decisioni considerando che non solo così si perde il senso lineare di crescita ma rende vano gran parte degli sforzi fatti nel titolo originale rendendo l’espansione un qualcosa di nettamente “separato”. Senza contare che il livello di difficoltà, se si rispetta quello dei nemici, è prevalentemente tarato verso il basso con rare eccezioni.
I nemici, infatti, possono creare disagi (salvo alcuni boss) prevalentemente solo in due occasioni: le “orde”, ossia le situazioni in cui continuano ad aggiungersi nemici man mano che li elimini e quelli con dosi di HP estremamente massicce e che presentano scontri di logoramento dalla longevità spesso estenuante. Niente di grave o insormontabile ma avremo gradito qualcosa di nuovo e che potesse alimentare l’effetto strategia.
Le missioni secondarie, qui suddivise in varie tipologie, provano ad approfondire alcuni personaggi e le ambientazioni stesse ma il tentativo è timido e le azioni ludiche richieste dalle stesse emissioni sono cicliche, ripetitive e ancora una volta, già abbondantemente viste e vissute nella trama principale con pochissime variazioni degne di note. Un vero peccato.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Tales of Arise Beyond the Dawn non migliora assolutamente niente. Tutto, dalle famose scenette alle ambientazioni, passando per le animazioni, è uguale al titolo principale. Persino le ambientazioni e gli stessi dungeon che saremo chiamati ad affrontare, salvo una manciata di inediti, sono un riciclo di asset, spesso identici, del capitolo originale. Il che fa passare questa espansione come un tentativo pigro di spremere un mondo più del dovuto.
Parliamoci chiaro, il livello estetico di Tales of Arise era già elevato due anni fa e ancora oggi si difende egregiamente ma dopo due anni ci saremmo aspettati qualche piccolo ritocco o un lieve upgrade. Anche il sonoro ricicla moltissimo da quanto già ascoltato nel capitolo originale con l’aggiunta della nuova voce di Nazamil che risulta coerente col personaggio a schermo e gradevole da ascoltare, inglobandosi bene col resto del cast.
Da segnalare la rinnovata presenza dei sottotitoli in lingua italiana, senza grossi errori e che agevola non poco l’esperienza. Peccato per l’essenziale assenza di ulteriori extra, salvo qualche costume e dei bonus prevalentemente inutili.