Tax Credit Videogame è di nuovo sulla bocca di tutti; il decreto era stato firmato durante il mese di maggio 2021 dal Ministero della Cultura Dario Franceschini e si tratta di un credito fiscale per i videogiochi riconosciuti come valore culturale. Ne abbiamo parlato in un articolo a riguardo e, purtroppo, ci sono ancora tantissimi sviluppatori italiani che non ne sono a conoscenza.
Passato un po’ in “sordina”, eccoci a parlarne nuovamente per informarti dell’avvenuta pubblicazione dei moduli da compilare; se fai parte di un team di sviluppo, allora ti farà comodo sapere che, una volta stilato ogni documento richiesto, potrai avere accesso al credito. Senza di essi, il Ministero della Cultura non riconoscerà il tuo videogioco come un prodotto culturale.
Ovviamente dovrai non solo consegnare tali dati, ma anche rispettare determinati obiettivi che puoi trovare sul sito ufficiale del Ministero.
Tax Credit Videogame: un passo avanti
Come hai potuto leggere prima, per poter avere una risposta affermativa dovrai rispettare determinati canoni:
- Effettuare l’iscrizione al portale DGCOL;
- Registrazione all’anagrafe del soggetto richiedente (iscrizione relativa all’impresa richiedente deve essere selezionata dall’opzione “Persona giuridica”);
- Registrazione dell’opera identificandola come “Opera a contenuto videoludico” dalla sezione “Crea nuova domanda”.
Le domande fatte chiedono, quindi, principalmente la nazionalità del prodotto e del team creatore. Questo determinerà il successo dell’impresa, in quanto l’azienda deve avere sede legale in Europa ed essere soggetta a tassazione in Italia.
“Si tratta di vere e proprie officine creative, che meritano ogni sostegno e possono contribuire a nuovi modi di conoscere e di apprendere” ha dichiarato il Ministro durante la firma del decreto. Il settore videoludico in Italia è sempre in crescita, specialmente negli ultimi due anni dove la domanda è aumentata esponenzialmente. Questo decreto aprirà tantissime porte all’industria, tanto da poter valutare di portare alcuni videogiochi in ambito scolastico. Come già sta accadendo in Francia e in alcune regioni del nostro paese.