Spesso e volentieri si sente dire che “la mediocrità passa inosservata”. Per quanto questa frase risulti veritiera, è altrettanto vero che la mediocrità non è necessariamente un qualcosa di negativo.
E’ questo il caso di Tears of Avia, un RPG a turni sviluppato dallo studio britannico CooCooSqueky.
Quando ho avviato per la prima volta il titolo sul mio PC, sono stato subito assalito da un senso di nostalgia, e non mi ci è voluto molto a capire perché: Tears of Avia sembra un titolo del 2005… e non c’è nulla di male in questo!
“Potrei recitarti tutta la trama di Tears of Avia a memoria, talmente è banale”
Ora, al di là dei complimenti per chi ha colto la citazione, c’è da dire subito che sì, la Trama di Tears of Avia è indubbiamente di una banalità immensa: non si discosta neanche un poco dalla solita solfa che vede l’eroe di turno andare alla ricerca dell’oggetto magico per salvare il mondo dall’oscurità.
Tuttavia, per molti videogiocatori, questo è un pretesto più che sufficiente per iniziare a battagliare contro qualsiasi tipo di nemico, rigorosamente con il combat-system a turni, una meccanica di gioco che lentamente sta scomparendo da tutti gli RPG, in favore di soluzioni più Action.
Un combat-system forse antiquato, ma che continua ad avere la propria fetta di appassionati
Tears of Avia è dunque un RPG a turni, ma vediamo il combattimento più nel dettaglio:
Le fasi di combattimento di Tears of Avia si svolgono tramite una griglia sulla quale si sposteranno i nostri personaggi ed i loro nemici.
Bisognerà dunque tenere conto della distanza tra i vari PG e anche del loro range di attacco per avere la meglio sui nemici.
Alla fine di ogni battaglia verremo ovviamente ricompensati con oro ed equipaggiamento, nello specifico, armi ed accessori per i nostri PG.
Tutto nella norma dunque, se non fosse che Tears of Avia aggiunge anche la modalità hardcore, la quale, oltre ad aumentare la difficoltà generale dei combattimenti, introduce la “Permadeath”, la morte permanente dei personaggi (escluso ovviamente il protagonista, la cui morte porterà al Game Over).
Nulla di innovativo, tuttavia tale modalità aumenterà indubbiamente il senso di sfida offertoci dai combattimenti di Tears of Avia.
Ovviamente non è tutto rose e fiori, ed anzi, proprio in questa fase di gameplay iniziamo a vedere dove arranca il titolo.
Purtroppo o per fortuna, NON è un Open-World e/o un Free-Roaming; le fasi di combattimento non saranno omogenee con quelle esplorative (che comunque non ci sono, ma ne parleremo dopo), ma saranno dei semplici segmenti attivabili tramite l’accettazione delle missioni (sia principali che secondarie).
Questo vuol dire che ad ogni fine combattimento si verrà ritrasportati nella città di partenza della missione, safe-zone in cui non ci saranno battaglie.
E veniamo ora alle città di Tears of Avia, zone di gioco dove l’interazione è praticamente ridotta all’osso.
Ebbene sì, le uniche location in cui sarà possibile muoversi all’interno del gioco sono piene di NPC con i quali non esiste possibilità di interazione.
In ciascuna città, che fungerà da HUB per il Party, potremo parlare esclusivamente con i pochi mercanti presenti, e con coloro che vorranno affidarci delle missioni secondarie.
Questo ci riporta al discorso iniziale, per cui Tears of Avia risulta essere un gioco mediocre ed antiquato, che potrebbe tuttavia interessare a quegli utenti desiderosi di fare un tuffo nel passato di almeno 15 anni.
Resta comunque il fatto che il combat-system di Tears of Avia è un solido combattimento a turni con tanto di abilità speciali per ogni personaggio.
Comparto tecnico che non spicca ma fa la sua parte
In ultimo, piccolo plauso va fatto al comparto sonoro ed alle sue musiche che, pur non memorabili, scandiscono bene il passaggio tra un combattimento e l’altro.
Il comparto grafico non fa gridare al miracolo, ma lo stile grafico quasi da JRPG, unito ad una fluidità ottimale (60 FPS su Xbox One X e 120 su PC) rendono piacevole qualsiasi sessione di gioco a Tears of Avia.