L’ampio utilizzo della Tecnologia wearable ha costretto le principali leghe internazionali a regolamentare l’uso dei dispositivi tecnologici durante le gare ufficiali.
La tecnologia è accettata, secondo determinati parametri. Altrimenti viene paragonata al doping.
FIFA, NBA (la lega statunitense di basket), NFL (la lega statunitense di football americano), MLB (la lega statunitense di baseball) e la PGA (l’associazione statunitense di golf) si sono unite in questa lotta comune.
L’uso della Tecnologia wearable nello sport
Gli atleti han da sempre sfruttato la tecnologia, soprattutto in fase di allenamento. I dispositivi da utilizzare nello sport sono diventati sempre più piccoli e indossabili, smartwatch e altri wearables fanno oramai parte del kit di allenamento di qualsiasi giocatore come supporto oggettivo grazie al quale verificare la forma fisica dell’atleta.
Ogni lega ha stabilito, quindi, delle regole che gli atleti professionisti devono rispettare. I wearables devono rispettare alcuni requisiti che garantiscono l’incolumità dell’atleta.
Le regolamentazioni delle leghe
Grande attenzione viene data, da qualche anno a questa parte, all’utilizzo dei dispositivi tecnologici durante le attività sportive. Le regole delle varie leghe differiscono. Si passa dalla più permissiva MLB alla più rigida NBA.
La MLB permette in gara l’utilizzo di sensori che monitorano i parametri vitali dei giocatori. Ciò ha distorto il regolare andamento del gioco. Infatti, ad esempio, ciò ha permesso ai Boston Red Sox di utilizzare gli Apple Watch per capire gli schemi dei propri avversari, i New York Yankees.
Nella NFL, addirittura, i dati raccolti durante le partite vengono resi disponibili sul sito della lega. Oppure quelli raccolti in allenamento vengono venduti attraverso delle aziende ai giocatori.
La FIFA è abbastanza permissiva. Ha deliberato che i giocatori possono utilizzare durante le partite i dispositivi elettronici che tengono sotto controllo la loro attività. Ma con delle limitazioni: i dati raccolti non possono essere utilizzati in real time, ma solamente nel post-gara per analizzare la performance dei calciatori. I dispositivi più usati sono soprattutto delle canotte che raccolgono i dati sulle prestazioni atletiche in campo.
La NBA, invece, ha vietato l’utilizzo dei wearables durante le partite; sono ammessi solo durante gli allenamenti. Ciò perché i dati rilevati venivano utilizzati dai giocatori in fase di contrattazione e rinnovo ingaggio.
La PGA è anch’essa molto tradizionalista ma quest’anno ha permesso l’utilizzo della tecnologia wearable in campo durante alcuni tornei. I golfisti hanno potuto utilizzare dei dispositivi tecnologici per misurare la distanza della palla dalla buca, ottenendo anche le informazioni su intensità e direzione del vento.
Insomma, per concludere, l’uso della Tecnologia wearable nello sport ha pro e contro, e di certo va regolarizzata per non snaturare lo sport stesso in gioco.
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