Esistono produzioni videoludiche con budget per la produzione da capogiro, il quale permette loro di avere una grafica e un apparato tecnico assurde; e poi c’è TEN, un titolo dalla disarmante semplicità tecnica ma che riesce a offrire qualcosa di non comune e soprattutto di molto divertente.
Nel gioco, saremo una delle tante cavie da laboratorio che cercheranno la libertà dalla loro condizione di prigionieri a vita, tramite la fuga da una prigione sotterranea. Nel nostro tentativo di fuga non ci saranno guardie a sbarrarci la strada, ma solo tante stanze con trappole sempre più brutali e numerose. L’unico modo per oltrepassarle sarà quella di resistere 10 secondi all’interno di queste stanze.
TEN, vivo la mia vita 10 secondi alla volta
Citazione un po’ forzata, lo so, ma rispecchia benissimo quello che sarà il nostro unico scopo nel gioco, ovvero sopravvivere per 10 secondi. Iniziato il gioco, verremo introdotti a un brevissimo tutorial che ci spiegherà le azioni a nostra disposizione, le quali inizialmente saranno solo due, ovvero muoversi e saltare. Fatto ciò saremo catapultati nella prima stanza e da lì inizierà la mattanza.
Ogni stanza si presenterà in due dimensioni, con una grafica molto basilare nella quale potremo riconoscere subito le trappole, perché saranno gli unici elementi colorati di rosso. Nei dieci secondi che ci separeranno dalla stanza successiva accadranno veramente tante cose; anche se nei livelli iniziali le trappole presenti saranno poche, giusto per darci false speranze, già dal quinto in poi queste saranno numerose e di vario tipo. In pochi istanti dovremo cercare di capire i loro movimenti e le loro azioni, cercando di schivarle di conseguenza correndo da una parte all’altra, usando il salto e le piattaforme a nostra disposizione.
Il contatto con una di queste trappole ci costerà uno dei tre cuori a nostra disposizione, terminati i quali saremo chiamati a ricominciare il piano dalla prima stanza. Ogni piano si compone di dieci stanze (da qui il nome di questo gioco), e se riusciremo a superarli tutti avremo accesso a quello successivo. Occhio però, perché l’ultima stanza di ogni piano sarà sempre una stanza “boss”, con trappole ancora più letali che ci chiederanno di sopravvivere per 30 secondi e non 10.
Superato un piano avremo non solo accesso al checkpoint che ci farà sempre ricominciare da quel punto, ma anche a una specie di base nella quale avremo a nostra disposizione una pizza, con l’effetto di ripristinare la nostra salute persa ma solamente una volta per tentativo di fuga, e uno strano macchinario che, in cambio delle monete raccolte nelle stanze, ci potenzierà con abilità attive e passive, come più velocità, il doppio salto, la caduta controllata, più energia e molte altre.
Le monete non saranno facili da raccogliere perché terminati i 10 secondi, questa scompariranno con l’aprirsi della porta per la stanza successiva. Ricapitolando, in dieci secondi dovremo sopravvivere evitando trappole e proiettili, cercare di capire i loro pattern di movimento e attacco, il tutto mentre tentiamo di raccogliere le monete prima che scompaiano.
Come se già il tutto non fosse abbastanza a livello di sfida, alcune stanze presenteranno anche delle bombe da disinnescare (basterà toccarle), e se non dovessimo riuscire a farlo nel tempo previsto, sarà game over anche se avremo a disposizione tutti i cuori.
Tecnicamente muori, ci riprovi, muori di nuovo e migliori
Dal punto di vista tecnico non c’è molto da dire, in quanto il gioco si mostra in un aspetto davvero basilare, forse anche un po’ troppo. I nostri tentativi di fuga saranno accompagnati da una buona colonna sonora che si sposa benissimo allo stampo action del gioco, mentre quello che colpisce è il divertimento che riesce a trasmettere.
Si morirà un sacco di volte, ma questo non risulterà frustrante (per lo meno non ai più), e si avrà sempre la sensazione di poter fare meglio alla prossima partita. Le piccole accortezze come il posizionare i checkpoint dopo ogni piano, la pizza per recuperare energie e il poter continuare dall’ultimo piano raggiunto anche dopo aver spento e riacceso la console, sono quelle cose che aiutano questo titolo a divertire e invogliare a giocare piuttosto che infuriarsi e abbandonare il gioco.
La versione testate è quella per Nintendo Switch, e secondo me, vista la natura del titolo, la migliore per godersi il gioco grazie alla portabilità. Se ancora questa recensione non ti ha convinto sappi che puoi provare il gioco scaricando la demo dalla sua pagina Steam.