Tencent Games, come tantissime software house intorno al mondo, ha avuto il merito di preservare e garantire innumerevoli posti di lavoro durante quest’anno di pandemia e lockdown vari grazie alla natura prettamente ‘smart’ dei mestieri inerenti al mondo videoludico (sviluppatore, streamer e via di seguito). Questo, nonostante il flagello del Covid, ha contribuito di fatto al proseguimento della battaglia contro quello che in Cina è un annoso problema: la disoccupazione giovanile.
La divisione videoludica cinese è ben consapevole di questo, per cui, nell’incoraggiare il suo pubblico, specie i giovani, a mantenere costante impegno nella vita di tutti i giorni a dispetto delle avversità, ha ceduto la parola ad alcuni esponenti del loro organico, oltre a diversi streamer ricchi di seguito sui social, raccogliendo le loro impressioni.
Gli intervistati hanno raccontato le loro esperienze seguendo una massima che, tradotta, suona come: ‘Solo scoprendo si ottiene talento.‘ Il motto in questione gioca sull’assonanza tra la parola cinese standard per ‘avere talento’ o ‘promettere bene’ e quella più spesso usata per ‘videogioco’. Di conseguenza, la frase si può anche interpretare come ‘Solo scoprendo si può videogiocare‘.
Ciascuno di loro è cresciuto coltivando la propria passione per il medium videoludico, ed è molto bello che tre di essi siano donne, ribadendo ancora più forte che, oggi più di ieri, il gaming non conosce limiti di genere. Ciascuna delle testimonianze è introdotta dalla locuzione ‘chi l’avrebbe mai detto?‘, segno che siamo in presenza di professionisti che si sono fatti da soli in nome del loro amore per i videogiochi.
Particolarmente significativo è l’intervento dello streamer 770, paralizzato dalla vita in giù fin dall’infanzia a causa di una forma congenita di atrofia muscolare, il quale ha raggiunto oltre 380.000 contatti in dieci anni di lavoro. “Chi l’avrebbe mai detto che […] una comune sedia a rotelle sarebbe diventata un trono da condividere con 380.000 fan?“, ha dichiarato.
Tra le signore intervistate è presente anche Ya Qie, meglio conosciuta con il nickname coser, famosa per essere una top player di Moonlight Blade, titolo MMORPG free-to-play cinese del 2015 sviluppato da Aurora Studios e pubblicato da Tencent Games stessa scaricabile da qui (se conosci il cinese ovviamente). Grazie alla propria attività di cosplayer su Bilibili, importante sito di video sharing cinese focalizzato su contenuti di natura nerd e geek, è riuscita ad approdare come modella alla Settimana della moda di New York del 2018, partecipando in abiti tradizionali cinesi.
L’ultimo intervento che propongo è quello del meno giovane tra i gamer intervistati. Si tratta di Xie Gangxue, un anziano coltivatore di tè della municipalità di Chongqing, il quale sostiene che grazie alle diverse declinazioni videoludiche di popolari giochi tradizionali cinesi come il majiang (meglio noto impropriamente come mah jong) unite alla recente rinnovata attenzione dei suoi connazionali verso la cultura del tè, troppo spesso messa a rischio dalla nostra ‘cultura del caffè’, si stia assistendo ad un ritorno ai vecchi tempi, dove la vita al di fuori del lavoro era fatta di tazze di tè, partite di majiang e canzoni.
Tutte queste opinioni, raccolte da diverse persone di età diverse e di diversa provenienza sociale, lanciano un messaggio di universalità del medium videoludico di cui troppo spesso ci si dimentica di fare tesoro. Allo stesso tempo dimostrano la ricezione positiva del suddetto medium da parte della società cinese, già ribadito da Ma Xiaoyi, vicepresidente senior di Tencent Games, durante l’annuale dibattito della divisione, del quale ho già discusso qui.